Erano dieci minuti che rifletteva su quella frase di Gesù che diceva essere facile amare gli amici, ma che dovere di tutti era di essere amorevoli con i propri nemici. La trovava di una grandiosità immensa, ma più adatta ad applicarsi a un Padreterno che nemici non poteva averne, che a un piccolo uomo com'era lui, che aveva avuto, come unica fortuna nella vita, quella di avere tra le mani il suo peggior nemico, appeso per le palle a un argano del suo box auto, che gli chiedeva fervidamente perdono per avergli massacrato il cane a calci. In fondo avrebbe anche potuto perdonarlo, pensò, perché l'avergli prima storpiato il gatto a bastonate non gli faceva avere più sonni tranquilli...
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