venerdì 27 giugno 2014

A muso duro

Due modi distinti di conoscenza si fronteggiano, a muso duro il primo... contro la rassegnazione paziente del secondo: Il primo, perché largamente diffuso, considera la realtà come fosse una conseguenza della legge del CASO che, a dirla tutta, è la negazione di ogni legge consequenziale, mentre l'altro, essendosi accorto che ogni effetto ha una sua causa, crede che debba esserci una causa per ogni cosa, compresa la causa delle cause di tutto ciò che è.
Chi crede sia del CASO la responsabilità del costo dell'affitto di casa spera che non sia da pagare tutti i mesi, mentre chi conosce la ragione d'essere di ogni evento sa che se salti un mese poi ti chiedono gli interessi.
Chi crede al caso coltiva un sacco d'interessi perché conta che, sui grandi numeri, qualcosa in cui trovare soddisfazione prima o dopo accadrà. Chi sa che sono le cause a spadroneggiare di interessi ne ha di meno, perché meno sono e meno delusioni seguiranno.
Anche la disposizione d'animo delle due radicalmente diverse opinioni subisce delle ripercussioni allineate alle differenti credulità: chi si prostra davanti al caso non bazzica le parrocchie, ed è l'unica cosa che non fa per caso, mentre chi si immagina tutto sia ordinato dalle cause in chiesa ci va, a occhieggiare come sono vestiti quelli che credono in Dio.
I credenti in Dio credono sia in Dio che al caso: in Dio quando gli chiedono favori, e al caso quando Dio non glieli fa.

L'idea che l'umanità si è fatta dei maestri spirituali

Barba bianca o grigia, la cui lunghezza indica gli anni vissuti nella dolorosa saggezza. Sguardo rivolto verso l'alto, come si comunicasse col Cielo invece di contare gli aerei che passano. Posizione jeratica degli arti, anche di quelli dolenti per la periartrite data dalla pigrizia. Mani che si muovono raramente, e solo per accennare a una benedizione con pollice, medio e anulare leggermente alzati, come quando si ordinano tre pizze a un cameriere lontano. Voce pacata, perché le baggianate dette è sempre preferibile non siano colte da qualcuno distante che potrebbe saperne di più. Leggera tristezza nello sguardo, camuffata da un sorriso sulle labbra, conseguente allo stato d'animo della propria coscienza che si è rassegnata a dover guardare un ego dalle chiappe tanto larghe... da averla scalzata dal seggiolone.

Gli esseri di fuoco chiamati demoni, e appartenenti alla realtà formale detta psichica, hanno molti volti, ma uno tra i più comuni è quello dei falsi maestri attraverso i quali camuffano la verità. Questi maestri fasulli non sono demoni, perché un diavolo non può nemmeno pronunciare il nome delle realtà spirituali che esso nega, ma sono individui che, più o meno consapevolmente, si prestano a essere strumenti del male, perché al sacrificio di sé antepongono quello della consapevolezza possibile di chi li ascolta.

domenica 22 giugno 2014

L'Ispirazione in prima linea

Mille miliardi di cellule stavano facendosi, come d'abitudine, i cazzi loro, quando il fastidioso strillare della luce rossa catturò l'attenzione di tutti, persino delle cellule intestinali, inchiodandola alle proprie, faticose, responsabilità.

— L'Ispirazione è sulla linea di partenza! Tutti si preparino alle manovre di lancio!—

La reazione fu immediata, perché quando il corpo sotto allarme è quello di uno scrittore… ogni distretto cellulare è stato allenato all'imprevisto da una moltitudine di esercitazioni. Chi scrive lancia quotidianamente allarmi fasulli che avvisano di prepararsi all'arrivo di un'ispirazione che, contrariando le aspettative di tutti, arriva quando pare a lei. Così, i mille miliardi di cellule, escluse quelle del distretto intestinale che in quei frangenti devono faticare a chiudere il boccaporto, si ritirano deluse dedicandosi alla loro principale occupazione, pulsare noia comunicandola all'intero organismo.

— Questa non è un'esercitazione! 
— Ripeto: questa non è un'esercitazione!—

A queste ultime parole persino il cervello dovette rassegnarsi ad alzarsi dal suo giaciglio, distogliendo la sua attenzione da apprensioni talmente dannose, da sembrare previsioni giustificate.

L'Ispirazione, intanto, si faceva massaggiare i muscoli dal pensiero, che sempre rispetta le idee dalle quali è messo in movimento, perché non le comprende mai del tutto.

Finalmente calda e matura l'intuizione scattò improvvisa, presentandosi in tutto il suo splendore inatteso di fronte all'attonito pensiero che, col suo esercito di neuroni solitamente dediti alla soddisfazione di sé, si trovò nella stessa condizione di un generale al comando di un plotone di boy-scout destati da un urlo alle tre del mattino.
La mente, arma impropria dell'intelligenza individuale, quando deve decodificare attraverso l'Intuire interiore i tentativi fatti dall'Intelligenza universale di trasmettere l'inconoscibile, trema d'inettitudine, e finisce con l'assegnare alle intuizioni avute gli unici significati che le maglie strappate della sua rete riescono a catturare, nell'oceano senza limiti del Mistero assoluto.

Dire che risultato di tutto quel lavorio corrispondesse alla flebile ombra dell'intuizione avuta, sarebbe equivalente al puro ottimismo capace di assegnare il massimo del punteggio a uno spettatore caduto in acqua durante una competizione olimpionica di tuffi, eseguiti dal trampolino più alto della piscina.


Mal vista

— E ora, cari fedeli, stringete la mano di chi vi sta vicino, in segno di pace—

Un sorriso di compiacimento percorse rapido le labbra di tutti, inondandole del tremito che irrompe nella coda di un cane, quando si scrolla di dosso qualche indesiderato fastidio, perché prima di prendere posto in chiesa ognuno aveva considerato il bisogno di evitare di toccare qualcuno al quale si era augurato di morire tra i più atroci tormenti. Per questo tutti sedevano lontano da tutti, perché sapevano che l'ipocrisia, nelle chiese, è mal vista…

Amaro calice

— Padre, allontana da me, se puoi, questo amaro calice—

—... —

— Padre... avevo detto "amaro", non "avaro"...—...

L'orizzonte squallido della propria delusione


Strano e magnifico è il mentire a se stessi, perché costringe a godere di una caricatura di libertà, nella quale ogni mentitore è libero di cambiare la versione che dà di sé quando crede gli convenga. La parodia dell'indecente spettacolo dato dagli individui, sguinzagliati dalle proprie intenzioni maligne, regala sorrisi di compiacenza e consigli tesi a convincere che nulla al mondo ha una ragione d'essere, e che quella è la vera libertà: la stessa che annichilisce i deboli nella convinzione che la natura favorisca i più forti. La natura, da parte sua, è una trappola ben congegnata, e come tutte le trappole attira col desiderio coloro che giurano di essere generosi. Magnifico universo quello che non ci mostra i suoi confini, che sono gli stessi di quelli che si aprono all'interno di ogni essere. Meraviglioso tranello quello che attira gli ignobili verso il successo di tutto ciò che non conta. Ogni istante della nostra vita è condensato in una parola scritta, che il dito puntato a caso sopra la pagina di qualsiasi libro ha trovato. Tutto è a nostra misura senza che la nostra tanto celebrata razionalità possa solo sognare di riuscire a comprendere. L'universo è... perché ognuno di noi è il fine dell'universo. Inutile ribellarsi alle leggi che fissano il sopra e il sotto, il dentro e il fuori, la qualità e la quantità di ogni cosa. Il movimento danza insieme a ogni danzatore, stringendogli i fianchi nella morsa mortale che questi ignora gli sia amica, in un frastuono battuto dal rinnovarsi di vite diverse, pulsanti in dimensioni differenti tra loro perché lontane l'una dall'altra, dove come asini al basto della Libertà gli esseri insegnano agli altri esseri cosa è il bene e cosa il male. Male che è l'unica realtà della quale i confini, presto e mai troppo tardi, si delineano all'orizzonte squallido della propria delusione.

venerdì 20 giugno 2014

Spremiture


Chi non ha alcuna speranza di capire il succo delle cose, è inutile che si sprema le meningi

Il "buon senso"


Predisposizione al voler attribuire il merito del proprio erroneo aver pensato al comune pensare…

Innamoramento


Ha la stessa natura dell'inciampo, solo che di equilibri ne fa perdere due...

mercoledì 18 giugno 2014

Il Palcoscenico

Non passa molto tempo, da quando si nasce, per scoprire come gira il mondo, palcoscenico di stupefacente bellezza con un solo difetto: gli attori.
Sembra proprio che tanta bellezza sia lì, a rimproverare chi bello non è e lo dovrà diventare.
L'Intelligenza che ha generato tutto questo è maledetta a ogni respiro da chi avrebbe voluto essere perfetto senza avere alcun merito, infischiandosene che è dal merito che la gioia nasce.
L'umanità, che recita sul palco sconnesso della vita, è stata impegnata per millenni nel tentativo di scovare quale fosse il difetto di questa Intelligenza universale, perché chi, come l'uomo, è il risultato di una somma di disarmonie, è certo che il tutto gli somigli e, di conseguenza, un difetto, anche piccolo, ma nell'intelletto che questo tutto ha voluto avrebbe dovuto pur esserci, una sottile fessura dalla quale l'infelicità che decora la bellezza non abbia modo di uscire, per inseguire la felicità che l'uomo è riuscito a sottrarre all'intelligenza che lo voleva sofferente, e perennemente dedito alla preghiera.
Nessuno potrebbe ricordare il momento preciso nel quale la specie umana seppe riconoscere quel difetto, perché le cose accadono in una continuità che non è facile sezionare, ma quella scoperta si sa essere stata la conseguenza dell'avvento dell'era informatica.
Nessuno prima di allora avrebbe potuto immaginare la forma della chiave che avrebbe socchiuso la porta della cassaforte del Mistero, perché quella forma è quella del comune accordo tra gli umani. Le nuove frontiere della comunicazione globale quell'accordo avevano lentamente preparato, e la diffusione capillare dei computer aveva portato in ogni cuore il canto che si sarebbe elevato, verso il Cielo dei contrasti infiniti, per spezzarne l'intento. 
Finalmente la Perfezione non sarebbe più stata una meta irraggiungibile, perché sarebbe bastato volerla tutti insieme.
Nessuno avrebbe più potuto essere infelice, all'interno del nuovo accordo mondiale, e la felicità sarebbe stata generale, occorreva solo mettersi a cantare, ognuno intonando la propria nota celestiale, guardando dritto negli occhi il Cielo pretenzioso.
Le prime cellule di questo progetto iniziarono presto a costituirsi, aggregandosi nei siti organizzati al fine di preparare gli animi all'esigenza che ha l'armonia di essere totale.
Gruppi di donne e uomini furono costituiti attorno all'unica armonia che a tutti piaceva: quella poetica.
Il segreto di questa iniziale armonia stava chiuso e protetto nel bisogno di complimentarsi l'uno con l'altro, in una tensione disposta al sacrificio di ciò che si pensava veramente dell'altro, così da intrecciare un ordito stabile, poco importava che fosse convenzionale, dentro e fuori dal quale le sensibilità poetiche individuali avrebbero ricamato la veste che il grande Canto finale avrebbe indossato per accedere al Cielo che, una volta per tutte, si sarebbe inginocchiato di fronte alla Perfezione delle perfezioni, quella intrecciata dall'amore umano.
La Verità, intanto, messa in un angolo dalla Convenzione generale, osservava attenta, cercando in quella Convenzione un difetto, una sottile fessura nella quale introdursi, per riprendersi ciò che le era stato sottratto.
Le bastava soltanto che una sola persona smettesse di fingere.

Dentro di sé qualcosa le diceva che non avrebbe dovuto attendere molto...

Ciclico spavento

È terribile questa attesa 
al di sopra del tempo 
dove la realtà delle cose possibili 
è gravida 
del desiderio che la vita 
alla quale ancora essa non partecipa 
termini il suo ciclo nell'altra realtà 
quella che è manifesta e viva 
spaventata dal dover un giorno attendere 
quando il suo ciclo vitale si sarà concluso 
che l'irruzione della nuova realtà 
abbia esaurito 
a propria volta 
il suo ciclico spavento

lunedì 16 giugno 2014

Ginocchio


Articolazione analoga a quella del pensiero, ideata dallo stesso Architetto, e progettata per tremare ogni volta che si tenti di contare le stelle...

Problematiche legate ai siti riservati alla scrittura di poesie e racconti

È normale che nei siti di scrittura le persone, confrontandosi tra loro sui diversi piani in cui si incrociano pensieri e giudizi, trovino ragioni per polemizzare. Normale e anche auspicabile, perché ognuno procede, nel proprio cammino, aggiustando l'equilibrio che l'aver mosso un passo ha messo a rischio, con un altro passo che ne innescherà un altro ancora, in una catena interrotta, saltuariamente, dal fermarsi a gustare il diverso panorama che si vanta davanti agli occhi di chi lo ammira. Scrivendo, le intelligenze espongono le loro interiorità ed esteriorità togliendosi vestiti, o indossandone di nuovi sopra a quelli vecchi, e si misurano vicendevolmente, a volte amandosi e altre detestandosi, ognuna coi propri difetti e pregi, e con la voglia di far capire che spesso oscura quella di voler comprendere. In effetti il comunicare per aiutare la comprensione altrui è estremamente più semplice del cercare di capire il senso espresso da altri, perché ognuno si fida, giustamente, più della propria esperienza che di quella altrui, ma l'intelligenza non acuisce se stessa soltanto attraverso il proprio aver gioito o sofferto, essa affina le proprie capacità di indagine grazie alla qualità delle intenzioni nutrite da chi la usa, e alla disponibilità che ha il carattere della persona di scansarsi di lato, invece che buttarsi a petto in fuori nella mischia generata dal confronto di opinioni; uno scansarsi dell'io per riflettere su un senso che pare essere oscuro, esposto da altri, chiedendo a questi delle precisazioni riguardo a ciò che non ci si riesce a spiegare attraverso la logica, così da avere maggiori elementi di confronto che consentano di giudicare senza il sussurro malefico di un ego, che fa della cecità interiore una bandiera da alzare in battaglia. Vero è che tutti hanno qualcosa da imparare da tutti, ma alcuni imparano cosa l'intelligenza può essere, e altri cosa la stupidità sia.
A questo va aggiunto che sono in molti a considerare questi siti dei trampolini di lancio verso il successo, e questa disposizione d'animo, che con evidenza non è di un ordine intellettuale, induce all'eliminazione di chi si considera avversario pericoloso per la realizzazione delle proprie brame. Al mio dire che ho rifiutato di firmare contratti proposti da due case editrici, alcuni si sono rotolati a terra dal ridere, perché non hanno creduto possibile che chi, come me, non avendo mai inviato a degli editori i propri scritti, potesse essere stato contattato da editori interessati a pubblicarlo addirittura senza chiedere soldi, ma offrendone. Mi è stato detto di scrivere sul mio diario, considerato che io dichiaro di scrivere principalmente per me stesso, come se lo scrivere per me dovesse escludere gli altri. I siti di "scrittori" in realtà sono serragli pieni di belve sanguinarie, pronte a fare a brandelli quelli considerati essere dei competitori; belve che poi scrivono attorno all'amore da nutrire per il prossimo, forse volendo intendere, per vizio di forma, il doversi nutrire della carne del prossimo...
A questo fine alcuni autori si associano ad altri, nella formazione di uno zoccolo duro che mira ad appropriarsi del sito, una sorta di potere politico fondato sulla vicendevole compiacenza nella quale il voto di scambio regna.

La conseguenza di queste tendenze è sotto agli occhi di tutti: scritti penosamente irrilevanti posizionano in vetrina personalità insignificanti, in uno sbarluzzichio di luci che ricorda le case aperte di Asterdam, dove donnine discinte mostrano il certificato di esami clinici che attestano la loro purezza.

domenica 15 giugno 2014

L'ispirazione è una vendicatrice

L'ispirazione si offende e non ci perdona se solo ci si distrae un attimo, e quando si tenta di ricordare il magnifico pensiero che avevamo avuto, che ci avrebbe fatto passare alla storia, dritti e in prima fila tra i geni indiscussi dell'umanità, lei ci rimanda alla mente, per vendicarsi, delle riflessioni talmente idiote che costituirebbero ragioni più che sufficienti per essere linciati anche da un mormone anziano e pacifista.

venerdì 13 giugno 2014

Le difficoltà del vivere

Ogni giorno i campi del mondo si riempiono d'insetti, che rischiano la loro vita a ogni passo, a ogni battito d'ali, e di animali dal futuro tanto incerto da avere, come unica certezza, la difficoltà data dal dover arrivare a un domani. Questa è l'esistenza, ed è difficile per tutti, ma in questo perenne dover lottare contro tutti e contro di sé, l'amore ricuce gli strappi aperti dal dolore e tutti, il giorno dopo, saranno contenti di avercela fatta. Quelli che dalla vita sono stati trasformati, passando attraverso la morte, avranno altre occasioni di lotta e di amore su altri piani dell'essere, perché il nulla, nell'esistenza, non trova posto.

Definizioni: Far di tutta l'erba un fascio


Forte tentazione, subita da chi vorrebbe portarsela tutta a casa...

Lo specchio della disperazione

 Lo specchio rimanda a Paolo un'immagine stanca, pallida e grigiastra. Sullo specchio, ormai sbiadita dal tempo e dai lavaggi, una decalcomania "Ciao fratello! Chi sei oggi?". Il ragazzo accarezza le lettere una a una, resistendo alla tentazione di scalfirle con l'unghia, perché gli devono ricordare che il necessario cambiamento non deve lavar via tutte le fatiche e i sacrifici che gli hanno risparmiato la fine che ha soffocato i suoi più cari amici. "La nostra è una generazione maledetta!", li aveva più volte sentiti dire, mentre ingollavano quelle pillole, piccole come la speranza che li portava a ingerirle. Gli occhi di Paolo sono scuri, come le occhiaie che li incorniciano impietose, e le loro congiuntive hanno ormai il rossore cronico di chi ha pianto tanto da asciugarsi dentro. Attraverso lo specchio gli pare di vederli, i suoi amici: Paolino, un ragazzo al quale era molto affezionato, dopo tutte quelle notti trascorse insieme a ridere del mondo, alto e biondo e bello e perennemente felice, tanto felice da non averne più bisogno e da cercare l'infelicità che si nasconde dietro al demoniaco flash dell'eroina. E Gianni, un bel ragazzo robusto e dolce, con un'onda nei capelli che ricordava il mare nei suoi momenti euforici, e che non si è mai appiattita, come invece ha fatto la sua esistenza che, saltando da una fede all'altra, si era poi accucciata nell'angolino più pisciato del vicolo più buio e puzzolente del suo cuore. Per restarci fino alla fine.
E Pasqualino, un magnifico leone tanto che la sua data di nascita non aveva potuto ignorarne quelle regali caratteristiche. Magrissimo, alto e generoso, arricchitosi con i traffici d'hashisc in Marocco, e che donava decine e decine di milioni agli Hari Krishna, forse per acquietarsi la coscienza, e che se ne è andato per una nottata folle di cocaina, lasciando qui una donna che lo amava e un bimbo piccolo e una nuvola nera di povertà improvvisa che lui non immaginava di dover avere nel suo destino, che gli si era sempre mostrato nella sua veste più sfavillante.
Ma Paolo avrebbe potuto sopportare tutto questo se, insieme a loro, non se ne fosse andata anche lei, la sua adorata compagna. Il suo amore per sempre. Fu quello il giorno che appiccicò la decalcomania allo specchio, perché voleva ricordarsi di voler vivere, e ogni giorno l'accarezzava, come fosse stata lei. E doveva vincere la tentazione di unghiarla via, come aveva fatto la vita con lei, impietosamente, ignorando che così avrebbe falciato anche lui insieme.
Con una fatica immane, e come faceva tutte le mattine, si spinse via dalla sua immagine diafana che portava impresse, nei colori sbiaditi dell'iride, le ferite del suo amore, annaspante nei flutti dell'autocommiserazione che lo risucchiavano via, esigenti.
Sarebbe uscito ancora, trascinandosi nel dolore che lo avvolgeva come un sudario pietoso e freddo, e si sarebbe mischiato al mondo del quale aveva tanto riso, sfuggendo agli altri sguardi che, come il suo, straziavano, spezzandola in tante lunghe ombre, la luce del sole.



giovedì 12 giugno 2014

Una ragione poco misteriosa


Sembra proprio che la ragione principale che fa incontrare due persone che si ameranno, sia quella che vuole migliorare la pazienza di entrambe...

Il lieto fine


Sforzo congiunto, di tutta la letteratura del pianeta, per dire all'uomo che l'esistenza è una continua sofferenza che, è solo questione di tempo, prima o dopo dovrà pur finire...

Ritritatrinità


All'inizio fu il Verbo, poi venne il predicato verbale e, infine, l'insufficienza chiamata "Giudizio Universale"... 

Brutta cosa la felicità...


Brutta cosa la felicità, basta poco... è sufficiente essere ancora più felici per oscurare i benefici avuti dalla vecchia felicità...

L'esperienza


Accumulo di nuova conoscenza, derivata dalla verifica sul campo delle proprie convinzioni, le quali tendono a dirottare i risultati della verifica per attribuirsi la ragione...

mercoledì 11 giugno 2014

Lamentela


Roba da matti, non ci si può neanche più lamentare delle lamentele degli altri... :D

Riflessione sulla capacità che ha l'ironia di far riflettere

L'ironia fa riflettere, e lo fa prima ancora di essere espressa, solo quando è auto ironia che ha indotto il suo autore a esprimerla per evitare di essere linciato.

Altrimenti, in genere, fa incazzare le persone intelligenti se essa è un'ironia stupida, oppure e per inversione, fa arrabbiare le persone stupide se essa è intelligente. Occasionalmente un'ironia, capace di mostrare acutezza di pensiero, fa riflettere le persone intelligenti, ma solo quando l'intelligenza di queste ultime ha qualche speranza di potersi vendicare utilizzando il risultato di quella loro riflessione.

Il rischioso utilizzo dell'ironia

L'utilizzo dell'ironia presenta diversi inconvenienti, dovuti al suo dover mostrare le incongruenze altrui, suscitando il buonumore quando non sia possibile indurre al pianto...

I due sfacciati volti dell'ironia

L'ironia, come tutto, ha il sopra e il sotto, il dentro e il fuori. Se essa è espressione di un'acuta intelligenza ha solo il dentro e il sopra, se invece è la manifestazione di gravosi limiti intellettivi ha solo il sotto e il fuori, e non le riesce di mettere sottosopra la realtà criticata, perché lo fa dicendo:— Fatevi sotto che vi faccio fuori! — L'ironia di qualità, al contrario, dice:— Venite dentro che vi salgo sopra—...

L'ironia


L'ironia non è una presa per il culo, è piuttosto un modo di considerare le cose che lascia intendere ci siano angoli di visuale più acuti e interessanti di quelli giudicati ottusi.

martedì 10 giugno 2014

Un aspetto sospetto

C'è un aspetto, in ognuno di noi, che stona brutalmente con l'immagine che ci siamo fatti di noi stessi e la fotografia, nel suo essere sarcasticamente impietosa, ce lo mostra: noi, però, diciamo di non essere fotogenici, e ci fotografiamo ancora e ancora dando modo, all'odiosità della macchina fotografica, di ripetercelo in tutte le lingue possibili...

lunedì 9 giugno 2014

L'apprendimento


L'apprendimento è, al novanta per cento, improntato alla memorizzazione delle cose inutili e, per il restante dieci per cento, ai modi utili alla riparazione dei danni che ne sono conseguiti...

Punti di vista divergenti

Quando un essere, determinato all'abbandono della propria natura animale, ha rinunciato alla sua primitiva reazione istintiva, quella tesa alla sopravvivenza della specie di appartenenza, rimpiazzandola col pensiero analitico orientato alla corruzione della propria interiorità, è chiamato dagli altri animali, con una sottile venatura sarcastica: "uomo"...

La conoscenza dell'altro


Mi è sufficiente un attimo, la lettura di una sola frase e conosco la natura dell'animo e le capacità dell'intelligenza di chi quella frase ha scritto, ma se quella persona l'ho davanti a me, non occorre neppure che essa parli. Se l'ho dietro, mi preoccupo ancora di più...

Reticenza


Atteggiamento assunto che è stato motivato dalla lunga osservazione del modo di porsi che ha il Padreterno...

domenica 8 giugno 2014

Vorrei non averlo mai scritto...


L'amore non è mai contento, perché si sente sempre in colpa quando qualcuno tradisce per colpa sua...

L'intelligenza del non pensare

L'intelligenza farebbe volentieri a meno del pensiero, perché esso ne denuncia l'inadeguatezza...

La proprietà del tempo

Il tempo è nostro giusto perché è dato dall'illusione di uno stesso istante, che finge di replicarsi indefinitamente, mentre ci osserva arrancare nella completa insignificanza dei nostri risultati...

La magia delle parole...


Assolutamente: avverbio che ingenera diverbio...

sabato 7 giugno 2014

La costanza nella fisica...

A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, così, quando si fa del bene, le forze del male si precipitano a riassestare l'equilibrio spezzato e, di solito e a buon peso, esagerano...

venerdì 6 giugno 2014

Tempestività postuma

Io non mi farò fare il funerale, perché già non mi appassiona andare ai funerali altrui, figurarsi al mio...

La buona sorte


La fortuna è solamente una sfortuna che è in ritardo sui tempi previsti.

La ragione del mio scrivere...


Io scrivo, ovviamente, per me stesso e per poter dire, nella desiderabile e futura eventualità che mi ammali del morbo di Alzheimer: "Azz! Se scrive bene questo scrittore!"... 

Credenza e valore


È proprio quando credi di non valere niente che devi dimostrarlo...

Desideri contrastati


Chi non vorrebbe, nello stato di potenziali embrioni in attesa di nascere, venire al mondo al modico costo di un pianto in entrata e un altro in uscita? Per questo non ci è stato chiesto se avremmo desiderato vivere, oltre al fatto che, non essendo noi ancora degli esseri, non avremmo nemmeno potuto mandare affanculo chi ce l'avesse chiesto...

L'inutilità


La natura non fa nulla di inutile, ma ha bisogno che ci sia qualcuno che, con la propria esistenza, mostri quanto l'inutilità sia inutile...

mercoledì 4 giugno 2014

Riflettendo sulla riflessione

Il termine riflessione si presenta come fosse una via breve, capace di condurre il pensiero analitico verso la comprensione del senso profondo che le diverse realtà si guardano bene dal rivelare a chi non sa riflettere a fondo. In realtà è un imbroglio legato al fatto che ogni riflessione genera un capovolgimento, e non solo dell'immagine che si riflette in uno specchio, ma anche del pensiero che, analizzando, scompone la realtà sezionandola, così come ha fatto mio nonno col suo motorino sputafuoco (mia nonna lo chiamava, sarcasticamente, sparagandulin) che è rimasto per sempre sdraiato a pezzi su un lenzuolo in cantina, ed è ancora lì, allo stesso modo della verità dissanguata stesa sul tavolo dell'obitorio che chiamiamo, invasati d'orgoglio intellettuale... la nostra "mente".

martedì 3 giugno 2014

La creazione dell'uomo è stata complicata

Secondo me Dio ha messo l'uomo sulla terra dopo aver prima tentato di piazzarlo nell'aria, nel fuoco e nell'acqua, e deve anche averlo fatto cadere dall'alto, perché altrimenti non si spiegherebbe come mai abbia fatto la donna partendo da una sua costola...

Cosa è il destino

Cos'è il destino? Più facile a dirsi che a farsi: ci sono due destini, uno, quello individuale, è la destinazione verso la quale le nostre inclinazioni naturali tendono, l'altro, quello universale, è lo stesso per tutti, ed è la destinazione centrale che ha determinato il nostro ciclico esserci, nonostante tutto gliel'avesse dapprima sconsigliato... Dunque si deve dire che il destino è il vento che gonfia le vele del nostro libero arbitrio, e il libero arbitrio è quello che appena ha innalzato una vela gliene si accartoccia un'altra.

Il più piccolo quark impedisce che l’intero universo si inclini su un fianco

Nessun essere è inutile, ma è inutile cercar di capire dove e come potrebbe essere utile...

Un'ovvietà difficile da considerare vera

La Libertà non fa prigionieri, e chi si sentisse costretto da essa è libero senza saperlo...

lunedì 2 giugno 2014

Il coraggio e la paura


Il coraggio, quando vince la paura, tende a considerarsi una necessità implicita al dover essere delle persone normali, mentre se a vincere è la paura essa tenderà a considerarsi una necessità obbligatoria per poter essere persone la cui normalità possa durare a lungo.

L'uomo e il pensiero maschile


Gli uomini faticano persino a non pensare, e quando ci riescono la chiamano saggezza. Dal punto di vista del normale tenore qualitativo dei loro pensieri come si fa a dar loro torto?

domenica 1 giugno 2014

La preziosità della perla


La perla nasce dal fastidio che l'ostrica prova per l'intrusione di una incomprensibile verità nel mondo che credeva fosse tutto di sua proprietà. Nel tentativo di nascondere quella verità intrusa l'ostrica la avvolge di bellezza superficiale, il cui vero valore è nella verità che occupa il suo centro.

Ragioni per scrivere


Io scrivo per diverse ragioni: la prima è quella di potere, attraverso la memoria di ciò che ho scritto, misurare se qualcosa di me ha subito l'onta di un miglioramento. La seconda è quella di insegnare il poco che conosco al di sopra del dubbio, e la terza è data dal divertimento che provo quando mi dicono che chi non ha dubbi è un cretino.

Sintesi di un vissuto


Un terzo della vita l'ho vissuto nella speranza che nessuno sapesse quello che facevo, un altro terzo sperando si capissero le ragioni per le quali l'ho fatto, e ora sto preparando un memoriale per convincere il Cielo che è per colpa sua che non posso tornare indietro a riparare gli eventuali danni... :D

L'utilità del libro


Anche se si potesse scovare la saggezza nei libri, occorrerebbe essere saggi per saperla riconoscere...