È singolare che la pigrizia di uno che scrive storie, invece che allungarne pigramente l'azione, lo disponga ad accorciarla. Si potrebbe dire che l'indolenza di chi scrive sia rapidissima nel concedergli di esprimere i propri limiti.
sabato 1 marzo 2014
Attorno al "caso"...
Un evento, quando ha cause che sono ignorate, è detto essere "casuale", anche quando è evidente che senza una causa nessun accadimento può realizzarsi. Quando si crede al caso, dunque all'assenza di una consequenzialità che leghi ogni effetto alla propria causa, si è costretti a dover ammettere che il proprio credere sia il frutto dell'assenza di una sua propria causa, la quale corrisponderebbe alla propria ragione d'essere, il che significa che la propria intelligenza non ha alcuna ragione per essere. Questo significa anche che essa non è, propriamente, meritevole di essere definita un'intelligenza; è solo in quest'ultimo caso che chi crede al caso non può essere smentito...
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