“Vivere è un lento e non sempre progressivo morire”,
l’aveva sentito dire molte volte e, per lui, era vero. Aveva cominciato a
seppellirsi le unghie, poi i denti, un’appendice dell’intestino, non avrebbe
saputo dire quanti chili di epidermide a scaglie, lasciate in giro a tener
compagnia al vento col quale la vita lo sospingeva verso la possibilità di
farla finita, in anticipo e con un colpo d’orgoglio, e ora, finalmente, ne
aveva avuto il coraggio. Tutto era stato previsto, angoscia e impatto compresi,
ma non lo scoprire che la gallina viene prima dell’uovo.
Dio, con tutte quelle piume, era davvero magnifico.
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