È singolare che la pigrizia di uno che scrive storie, invece che allungarne pigramente l'azione, lo disponga ad accorciarla. Si potrebbe dire che l'indolenza di chi scrive sia rapidissima nel concedergli di esprimere i propri limiti.
mercoledì 30 ottobre 2013
Quella strana patologia che affligge gli scrittori
La scrittura è quella speciale malattia dell'anima che spinge chi l'ha contratta a credere di essere più sano di quelli che ne sono immuni. Chi prima legge e poi scrive si sente, solo perché ha letto libri, memorizzato quattro o cinque regolette grammaticali e poi scrive, più intelligente di coloro che considera ignoranti se non leggono e non scrivono. Le ultime ricerche scientifiche hanno scovato la ragione di questo credere nella particolare disposizione degli alleli, che regolano le varianti genetiche nel DNA; disposizione che illude gli scrittori di essere più intelligenti e sensibili in seguito all'irrefrenabile spinta che li costringe, per libera scelta da costrizione subliminale, a fissare su carta la loro stupidità o, molto più raramente, la loro intelligenza. Lo scrittore è portato a credere che l'ignoranza sia la causa di tutti i mali del mondo, quello stesso mondo che è stato consegnato a noi da antenati ignoranti, per farlo distruggere dalla nostra eccelsa cultura. Verrebbe da chiedersi, nella deprecabile eventualità che non si fosse scrittori, quale preziosa informazione uno scrittore potrebbe dare al mondo della "cultura"… che già non abbia mostrato le inconfutabili prove della propria inadeguatezza, ma poiché chi sta scrivendo ha quella particolare proteina che rende immuni dalla patologia appena descritta, proteina che si chiama onestà intellettuale, non me lo chiederò, perché ho già la risposta…
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