È singolare che la pigrizia di uno che scrive storie, invece che allungarne pigramente l'azione, lo disponga ad accorciarla. Si potrebbe dire che l'indolenza di chi scrive sia rapidissima nel concedergli di esprimere i propri limiti.
martedì 18 febbraio 2014
Sulla "tolleranza"
La tolleranza appartiene alla sfera emotiva, perché essa è nel rifiuto di dare un peso eccessivo che spinga a rigettare le diversità, ma non ha molto da condividere con la conoscenza. Quest'ultima, di molto superiore alla tolleranza, è sempre incline al dover comprendere le diversità, non a tollerarle. Tollerare implica non agire contro, mentre comprendere significa darsi la possibilità di capire il valore dei princìpi seguiti dal diverso e misurarne la qualità e l'aderenza a quei princìpi immutabili che legiferano l'intero universo. Tollerare può includere il lasciar fare anche a delle persone che operano diffondendo il male, e lo può includere a causa del non voler conoscere le ragioni dell'altro. I princìpi universali non sono morali proprio perché la loro universalità esclude ogni sentimentalismo originato dalle diverse latitudini culturali, per questo è importante conoscere le diverse culture e le religioni degli altri popoli, perché solo la conoscenza unifica, mentre il tollerare, pur essendo preferibile al suo contrario, ha i gravosi limiti dati dal voler sopportare. Nulla supera la perfetta conoscenza, così come nulla supera la Verità, tuttavia, poiché la Verità non è per tutti i cuori né per tutte le intelligenze, essa è, prima che vera... compassionevole, e sa attendere il momento giusto per rivelarsi a occhi che hanno saputo attenderla.
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