Se l'esistenza fosse un vassoio pieno di golosità, avanzare il boccone del Re sarebbe un delitto. Se essa fosse una competizione sportiva, ritirarsi poco prima di aver attraversato il traguardo corrisponderebbe a un insensato arrendersi. Se l'esistere fosse assimilabile alla lettura di un romanzo avventuroso, quest'ultimo dovrebbe proprio essere una schifezza per non leggere le sue ultime pagine. In effetti la nostra vita è tutte queste cose, più molte altre, messe insieme, e se l'ultimo dolcetto non fosse il boccone del Re, ma una porcheria immangiabile, se la coppa data in premio al termine della gara fosse colma di veleno e quel romanzo fosse stato scritto da un pubblicitario allora, in quei casi, il rifiuto del cibo, della corsa e di una lettura completa diverrebbero un atto di pura intelligenza, non di vigliaccheria…
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