È singolare che la pigrizia di uno che scrive storie, invece che allungarne pigramente l'azione, lo disponga ad accorciarla. Si potrebbe dire che l'indolenza di chi scrive sia rapidissima nel concedergli di esprimere i propri limiti.
domenica 22 dicembre 2013
Una riflessione evangelica
Stavo riflettendo sulla frase di Gesù, che disse sia facile amare gli amici, ma sono i nemici che occorre imparare ad amare. L'affermazione implica che sia possibile decidere di amare qualcuno e, di conseguenza, anche di odiarlo, come se il sentimento possa essere forgiato e orientato attraverso la volontà. Questo comporterebbe una forzatura difficile da prolungare nel tempo. Io credo che Gesù intendesse una trasformazione del sentimento attraverso la soppressione dei pensieri che ispirano odio, qualcosa di simile a quello che accade quando un automobilista, per distrazione, ti ha quasi ucciso, e tu gli avresti reso furiosamente il favore se non lo avessi subito riconosciuto come il tuo amico d'infanzia, quello grosso che menava tutti i bulli della classe che ti tiranneggiavano. In questo modo, non trattandosi più di uno sconosciuto, l'odio si è trasformato di colpo in amabile riconoscenza, un po' perché gli sei debitore, e un altro po' perché è ancora un bestione...
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