mercoledì 30 aprile 2014

Il perché di tante religioni


Il perché di tante religioni? Facile a dirsi: venerdì Dio riposa ringraziando i musulmani, sabato si abbiocca per la cortesia degli ebrei e la domenica sta svaccato senza che i cristiani se ne lamentino…

martedì 29 aprile 2014

Equilibri diversi


L'equilibrio, per un grillo, sta nel dover scavare un buco nel terreno di un prato in pendenza, dandogli un'inclinazione contraria a quella, ed evitare di sfregarsi le ali quando altri esseri stanno in attesa febbrile all'esterno del suo cunicolo. Per un uomo, invece, l'equilibrio sta nel non sfregarsi le mani nella consapevolezza che l'ombra di una vendicativa presenza, fuori dalla sua tana, giudica il suo agire.

La più breve lunga storia che c'è

L’argilla è la terra più pura che c’è, o almeno lo è quella che ha rifiutato di diventare un essere umano…

Tentativi andati a vuoto

Egregio Cliente, è dal suo "Fiat Lux" che le chiediamo di pagare la bolletta, e ancora nulla ci è stato corrisposto...

La ricerca transgenica

— Avanti il prossimo!— 
Non un sussulto aumentò il ritmo di un solo cuore, tra il centinaio in attesa di un impiego che affollavano la sala d'aspetto della Monsanto, multinazionale di biotecnologie agrarie, specializzata nella produzione di sementi transgeniche e convenzionalmente ibridate.
Quello più vicino alla porta dalla quale sarebbe stato inghiottito si alzò, si guardò i calzoni scomposti dalla lunga attesa e, senza sistemarseli entrò, lasciando le proprie speranze sulla sedia che furono subito schiacciate dal nuovo aspirante che la occupò.
— Si accomodi lì, prego…— gli disse una segretaria, senza alzare lo sguardo dal computer.
— Lì dove, mi scusi, che non c'è nemmeno una sedia?— rispose lui, piuttosto stupito
— Oh… mi scusi, c'era fino a un attimo fa, non capisco come abbia potuto sparire

— Devo subito avvisare i biologi del reparto "Alberi transgenici da mobilio"…—

Preghiera al Cielo

Mi ero preparato a lungo col pensiero, sapevo che sarebbe arrivata, e che non avrebbe avuto pietà del mio non poterla evitare.  
Per questo mi sono tenuto pronto. 
Lei, la ragione del mio preoccuparmi, tratteneva il respiro aspettando il momento in cui il destino si sarebbe distratto. 
Tutti a questo mondo combattono, ma solo pochi sanno anche sostenere lo sguardo di questa forza cieca.
Il mio pensiero erigeva scenari adatti ad accogliere il fato, per poter considerare i sentimenti e le emozioni, che si allargavano come cerchi svegliati nell'acqua da un sasso, e li spingevo nell'angolo più angusto della memoria, dove solo io potevo guardare.
Analizzavo i perché del dover soffrire, e le ragioni che alimentavano le lacrime, insieme al senso che orienta ogni ricordo con le sue dure radici.
Attendevo in ansia, dietro a una corazza di motivi che mai avrei immaginato avrebbero opposto, dietro al loro ormai consunto spessore, una così fragile difesa. 
Ora quell'oscura presenza è arrivata, ed è penetrata senza nemmeno accorgersi della corazza; lo ha fatto devastando tutto ciò che ha incontrato nel suo precipitare.
Non si dev'essere nemmeno accorta delle trappole che avevo ordito, a difesa di un territorio che solo lei sapeva esplorare.
Il suo arrivo ha seminato sconcerto e paura, calpestando rabbie lontane come dune, che riempiono le distanze del sentimento offeso.
Mentre lottavo osservavo la sua fermezza, non misurava le ragioni e i torti, perché lei supera la ragione senza doverla negare.
Non ha lottato per prendersi il dovuto, è sempre stata immobile mentre il tempo che l'aveva invitata ringraziava, e non ha avuto pietà del mio tremore. 
Lei c'è perché deve dirci di guardare il Centro. 
C'è per celebrare il mistero delle origini del tutto.
È la strada che si apre davanti a quelli che si sono allontanati dalla perfezione che non era stata conquistata. 
È la via che procede dal Centro e riconduce tutti allo stesso unico Centro, quello che le bugie ignorano. 

Lei è il dolore della vita, e riesce a nascondere la gioia dietro di sé, ci fa soffrire per mostrarcela un giorno, nella purezza che ha bisogno del nostro candore. 
Capirne l'intento esaurisce l'agonia del volerne possedere il segreto.

Ora, nella scia lasciata da una lotta che non si acquieta, guardo il Cielo e vedo che è di tutti, così simile alla cavità che i cuori proteggono e scaldano, perché pulsa l'intenzione di vita.

La mia mamma è appena morta, e il Cielo lo sa.
Come sa che lei mi ha dato la vita senza perdonare il mio esserci, e io mi sono trascinato a terra con la rabbia data dal non potermi difendere.
È dal basso di questa mia vita che ti chiamo, chiedendo di dirle che l'ho sempre amata anche quando la temevo.

Dille che non ho mai smesso di volerle bene perché io, annebbiato dal rancore, non ho avuto la forza per farlo, e il mio dolore non può dimenticarlo.

lunedì 28 aprile 2014

The show must go on


il Grande Regista annerisce le sue tragedie per lunghi attimi, sullo schermo dell'esistenza, e quando tutti stanno per alzarsi dalle scomode poltrone in cui ci ha incastrato fingendo di regalarci il biglietto... ecco che al posto dei titoli di coda scorre altro sangue. "The show must go on!" urla l'angelo nero che spaccia patatine rancide e pop-corn flaccidi, tentando di darci aceto da bere al posto dell'acqua. 

domenica 20 aprile 2014

Il "segreto" della felicità


Il segreto della felicità sta nel saper cancellare la sofferenza data da una disperazione, seppellendola sotto al peso di una disperazione più grave capace di deviarne l'attenzione. Così facendo, alla fine, si capisce che tutte le disperazioni sono superabili…

La poesia

La poesia è la lacrima che il mondo versa, quando capisce che la propria bellezza è figlia di una meraviglia più grande, della quale il bello e il brutto sono lati di una cornice inchiodata dal sogno.

sabato 19 aprile 2014

Maschere vere

Quella maschera l'aveva scelta perché era l'unica con la quale la sua personalità non aveva punti di contatto, a parte quelli sui quali la gomma verde di cui era fatta solleticavano la pelle, favorendo l'insorgenza di piaghe da decubito. I princìpi che governano l'esistenza esercitano la loro influenza su ogni aspetto della realtà, e per quanto si sforzassero… le maschere, così come le menzogne, non potevano sottrarsi alla norma che regola ogni contraffazione, imprimendole i segni tipici di una parodia della verità, quella capace di tradire il vero nella convinzione che la verità non esista. Questo gli faceva amare il carnevale, l'unico giorno nel quale l'eccezione irrompeva nella consuetudine, per liberarla dagli obblighi che l'esteriorità ha di rappresentare, anche se a modo suo, l'interiorità; per questo aveva scelto una maschera mostruosa, così lontana dall'immagine che lui aveva di sé. In fondo i mostri gli erano sempre piaciuti, allo stesso modo del loro dover lottare contro la bellezza di un mondo che non li ama.
A quel pensiero digrignò le fauci, facendo sobbalzare una vecchietta che sotto alla maschera non nascondeva di certo il coraggio.
Gli piaceva spaventare la gente, a chi non sarebbe piaciuto farlo dopo aver vissuto nella continua paura?
Finse di grattarsi una pustola di gomma, strofinandosela contro la sua vera pelle, provando grande piacere nel calmare il prurito che la tuta gommata infliggeva al suo corpo, flaccido di un gonfiore dal colore di birra e cioccolata, che riuscivano a convivere nel disgusto che ognuna nutriva per l'altra.
Intanto, all'esterno di quel mondo strano che in quel giorno aveva deciso di rendere pubblica la falsificazione di sé, la stagione dei colori che stanno morendo faceva sentire la sua anima meno triste, rinnovando il miracolo che la compassione dell'altro porta con sé.
La tristezza accompagna l'euforia di ogni carnevale, e solo le maschere sanno perché, nel loro agitato sogno che cancella l'essere di tutti i giorni, inutili e pericolosi, che la vita assegna con indifferenza.
Forse, pensò, solo la verità riesce a essere gioiosa, e non per quello che rivela tacendo, ma a causa del suo coraggio nell'affrontare la pigrizia che motiva la falsità.
Si mise a ballare con gli altri di quel corteo sghignazzante e rumoroso, cercando di immaginare la vera espressione dei volti che sbirciavano da buchi che la falsità non riesce a chiudere, ma nessuna immagine lo confortava e in questa tristezza si sentiva capace di tutto, perché all'interno della forma che si era dato c'era la libertà che accompagna chi non doveva mentire più... perché la menzogna mentiva per lui.
— Ma che razza di uomo sono diventato?— si disse, improvvisamente, nella meraviglia che il guardarsi dentro aveva suscitato
— Mi sento simile alla mia maschera, che è incapace di mentire dicendo il vero di ciò che essa è— e in questo non poter più falsificare il suo essere il pensiero mostrava ribellione, nel voler gettare la maschera che ogni pensiero è nei confronti del silenzio.
Si fermò, e un'onda di triste delirio lo sorpassò senza vederlo, lasciandolo solo in mezzo alla via che lo aveva scelto per mostrare alle foglie che non sarebbero state le uniche a dover cadere.
Si spogliò del gommoso e appiccicoso vestito, rimanendo a tremare in mutande sotto lo sguardo stupefatto di un universo che non ama lasciare le proprie prede libere di scavalcare il recinto costituito da ciò che non è immaginabile.

Lentamente tornò sui suoi passi, rinunciando alla verità detta dalla bugia che gli aveva giurato di non essere il mostro che ora sapeva di essere stato.

mercoledì 16 aprile 2014

La semplicità

La semplicità è, troppo spesso, un semplice augurio, è una chimera inseguita da chi si augura che le complicazioni siano riducibili alla ridotta portata della propria capacità di comprensione.

L'universo stesso e l'esistenza di cui è parte, mostrano come la semplicità delle prime leggi regolatrici può complicarsi, ma queste stesse leggi, apparentemente così semplici, quelle rare volte che sono viste sono male interpretate, ed è attribuita loro una dualità senza che sia concepita l'Unità del loro insieme. Semplice non significa, dunque, facile da comprendere, perché appena parli dell'uno diventano molti.

domenica 13 aprile 2014

Davanti a un obiettivo

Ero un bambino bello, composto come non lo sarei più stato, dentro a un grembiule nero con un fiocco bianco, annodato storto, che mi solleticava il collo, forse per dirmi che la vita, dietro le apparenze, cerca di farci ridere attraverso l'errore.
Lo sguardo dritto davanti a me, impugnavo una penna che minacciava un foglio che sarebbe stato bianco a lungo, perché altri bambini dopo di me stavano in fila per scattare la foto ricordo.
Dietro di me una parete grigia con appeso il disegno di una pipa aveva, agli angoli, la temuta lettera P. 
Se avessero potuto disegnarci un pirla l'avrebbero fatto, ora ne sono certo, ma ci stavo io davanti e tanto bastava.
Ero un bambino bravo, scrivevo un sacco di balle nei temi e non facevo errori gravi, come quello di non essere scappato da casa in età prescolare. Chi poteva immaginare, allora, che l'esistenza sarebbe stata tanto dura con me. 
Due correnti di opinioni non lottano tra loro: la prima dice che ogni cosa accade a misura delle proprie paure, e l'altra assicura che accadano per crearle quelle paure, ed entrambe giurano che la vita serva a superare lo spavento dato dal vivere.
Credo che il dolore a un dente terrorizzi, ma se invece di uno fossero tutti a dolere, la sofferenza dovrebbe dividersi un poco per ognuno, e il male si disperderebbe in mille rivoli che asciugherebbero presto.

I miei occhi in quella foto guardavano dove il fotografo aveva indicato loro, ma oggi vedono una realtà diversa da quella, e non danno più valore agli obiettivi del mondo.

La ragnatela delle convenienze


La stragrande maggioranza dei rapporti che intercorrono tra le persone, che dicono di essere tra loro amiche, è improntata a un'estrema superficialità per riuscire a mantenersi nel tempo, e mai supera il confine del "mi piace" o del "non mi piace". Ognuno si piega alle convenienze che evitano il confronto su temi che riguardano i valori o i disvalori intimi, quelli che tacitamente inclinano le esistenze attraverso convinzioni che non devono essere rivelate. Si può dire che l'intero pianeta sia avvolto dall'intreccio ordito dalla ragnatela appiccicosa delle convenienze esteriori, e quando accade che sia la vera amicizia e il vero amore a strappare i veli della trappola tutti esultano, fingendo di riconoscere che quell'amicizia, e quell'amore vero, siano identici a quelli coltivati da loro.