lunedì 29 agosto 2016

Un dono sgradito lo si dona ad altri che, forse, lo gradiranno

Nato su un pianeta sconosciuto, da genitori sconosciuti, era atteso da un'esistenza che avrebbe dovuto essere migliore di quella che aveva lasciato morendo, ma l'averla lasciata volontariamente, attraverso il suicidio, lo aveva messo in una situazione analoga a quella di un ladro che si fosse impadronito del maltolto, ed era per questo che quel bimbo intuiva, anche se vagamente, che quella nuova esistenza non gli apparteneva del tutto e che, per questo, sarebbe stata molto difficile, anche più di quella alla quale aveva posto, anticipatamente, termine. Anche se il regalo non piace non lo si butta mai via, per rispetto dovuto al donatore, e deve essere donato ad altri...

domenica 21 agosto 2016

Senza potersene accorgere


L’inferno inizialmente dà, a tutte le anime che ospita, l’impressione di essere gli unici ospiti a dover scontare i peccati dell’intera umanità, per questo è chiamato inferno.

— Me vi rendete conto?— disse l’ultima arrivata a un interlocutore invisibile

— Non riuscirete a imbrogliarmi, è la logica che me lo assicura, ed è la stessa logica che consente agli inferi di esserci
— 
— È evidente come non sia possibile infierire con una pena eterna su degli esseri che hanno sbagliato solo in un’esistenza limitata nel tempo—

Un voce, tagliente come una lama, tanto affilata quanto incapace di brillare, le rispose

— Qui non sono comminate pene, sono le stesse anime a infliggersele, per il tempo che credono sia loro necessario
— — E la prima delle pene è data dal desiderare nonostante non si disponga più di un corpo che possa soddisfare quei desideri—

L’anima entrata per ultima nelle spire delle ripercussioni esistenziali si guardò addosso, accorgendosi che il corpo che stava vedendo era solo un riflesso della sua immaginazione, come era stato quando essa era in vita, ma senza alcuna possibilità di potersene accorgere.

domenica 14 agosto 2016

Il Cielo non sembrò accorgersene

Ogni armonia deve vincere le proprie disarmonie, così un piccola cellula tumorale si sentiva a disagio in tutto quel concerto di buone intenzioni, suonato dalle altre cellule, per tenere in vita uno stronzo che odiava il mondo e l'amore.
La piccola cellula se ne era accorta e cercava di spezzare quell'equilibrio che lo sguardo di quell'essere diceva fosse ridicolo.
Dalla sua quell'uomo sapeva far ridere gli stupidi che facevano ridere, a loro volta, senza saperlo, e la sua fama divenne così forte da consentirgli di fondare un movimento politico sostenuto da stronzi convinti che la sopraffazione dei più deboli, ordita attraverso l'imbroglio... fosse una legge fascista universale. Essendo stupidi si associavano tra loro, nella convinzione che la forza non avesse bisogno dell'intelligenza, come se le quantità potesse fare a meno della qualità. Ridere degli altri sarebbe stata un'ottimo collante, la carta moschicida che compete con la merda fingendo di essere del luccicante cibo domestico.
La piccola cellula neoplastica sapeva di doversi organizzare in un movimento, allo stesso modo dello stronzo che voleva uccidere, ma lei non faceva ridere e col pianto sono in pochi a farsi fottere e quei pochi, in genere, si dedicano al credo religioso per ammazzare qualcuno, senza bisogno dell'impegno personale.
La piccola cellula decise così di affidarsi allo stesso Cielo che le consentiva di essere viva, e si moltiplicò entrando in lotta con la vita che moltiplicava gli stronzi.

Il risultato fu che nel mondo il cancro trovò la sua ragione d'essere attraverso le cattive inclinazioni di chi amava uccidere altri esseri affamandoli. Cinque stelle si spensero mischiandosi al buio della notte, ma il Cielo non sembrò accorgersene...

martedì 9 agosto 2016

Preferisce gli umili...

Aveva una natura contemplativa e spirituale, lo si poteva definire uno pneumatico, e aveva vissuto nel perenne rigore di chi sa, senza ombra di dubbio, che la legge di ripercussione non lascia scampo a chi sbaglia. Per questo mai una sola volta si era lasciato scappare un bestemmia rivolta al Cielo e ora, che era un vecchio che stava per raccoglierne il frutto lo stesso Cielo gli aveva destinato una strega di infermiera che lo pungeva da tutte le parti, spingendolo a bestemmiare il destino infame che, gli sembrava, non desse valore a tutte le volte che quel vecchio si era comportato bene mandando affanc... rigettando le tentazioni del demonio. Il Cielo non poteva fargli questo, consentendo al maligno di provocarlo fisicamente in quel subdolo modo.
La strega arrivò come al solito con la sua aria decisa che non lasciava scampo al rifiuto:— Si giri, svelto, che devo controllarle la prostata— disse lei, infilandosi un guanto in lattice che sarebbe rimasto bianco per poco
— E faccia il bravo, rilassi i glutei— La donna era grassa, e con il dito medio, quello che si sarebbe fatto carico dell'esame, esageratamente sovrappeso forse per intervento del diavolo, e il vecchio non lo vide, perché era in posizione supina, ma lo sentì penetrare in lui come fosse lava guidata dagli inferi e un bestemmia gli uscì sommessa, che il Cielo sentì, e tutta la sua misericordia parve non bastare al perdono, forse perché il vecchio, nel suo aver puntato i piedi tutta la vita per non farsi travolgere dal desiderio di peccare, era orgoglioso per esserci riuscito, e il Cielo non ama gli orgogliosi, preferisce gli umili.