venerdì 23 ottobre 2015

Un tatuaggio nella mia memoria

È fissato, come fosse stato un tatuaggio nella mia memoria, l'esatto momento in cui io mi aprii al desiderio di sperimentare personalmente quello che vidi riflesso nello sguardo attonito di un ragazzo, un poco più grande di me, che stralunato vagava a casaccio all'esterno del Palazzetto di Novate Milanese, dove si esibivano i Chicago. Avevo in comune con quel tipo la mancanza di soldi per il biglietto che, forse, lui aveva probabilmente convertito in un trip.
Quella sera decisi che, dal momento che la seria rigorosità degli adulti conduceva alla noia data dall'amare le proprie paure, non avrei avuto paura.
Non è che da che lo decidi poi le cose ti si spianino davanti da sole, sdraiandosi indifese sotto ai tuoi desideri, passa un po' di tempo prima di buttarsi a capofitto dal trampolino della propria incoscienza. Qualche sera più tardi trovai un joint sotto alla metropolitana, fumato solo a metà da qualcuno salito di corsa sul treno. Lo raccolsi mettendolo in tasca, e fui subito assediato da sensi di colpa che parevano essere la prosecuzione di quelli che mi venivano quando, da piccolo, bigiavo il corso di catechismo.
Naturalmente stando in tasca quel joint si sbriciolò, sparpagliandosi per ogni dove di quella angusta saccoccia, e dovetti rollarne un altro al quale si aggiunse la sporcizia dei peli di cotone, e chissà cos'altro, che si era depositato nell'angolo cieco della tasca che dovetti raschiare con l'unghia, sporca anch'essa.
Nessuno saprà mai se lo sballo fu provocato dalla sporcizia, o dalla marijuana avanzata dal tipo fuggito con la metro, ma qualcosa, insieme al rimorso, mi parve di percepire.
Anche se poco fu comunque sufficiente a innescare il trick-track dei desideri che festeggiò il capodanno della gestione, inconsulta a quel tempo, della mia libertà di decidere che cazzo fare di me.
Si dice in giro che le caratteristiche del proprio futuro dipendano dal lato scelto per arrampicarsi sul letto dell'esistenza il mattino in cui si nasce, ma a me lì sopra mi ci hanno sbattuto a forza, dicendo che ero nato morto, con un indice di efficacia previsionale che ha sfiorato il 100% :D

giovedì 22 ottobre 2015

Mica tutti i proverbi sono giusti

Una tra le cose che mi fanno incazzare di più è che a conti fatti io debba, per onestà, sentirmi costretto a ritenermi baciato dalla fortuna, nonostante una vita sofferta ripiena di ingiustizie cominciate con la mia nascita, e protrattesi fino a un secondo fa. Sapere di essere su uno dei gradini più alti di un'ipotetica scala gerarchica mondiale della fortuna non lenisce la mia sofferenza, a dimostrazione che il detto "Bene comune mezza sofferenza" è falso come il detto "Mal comune mezzo gaudio"...

L'ideologia

L'ideologia è il consolidamento di idee che quando messe in pratica dimostrano di essere di parte, e anche quando in origine quella parte era quella dove stavano gli oppressi... l'ideologia li trasformerà in oppressori.
L'ideologia è un sistema di pensiero nato da princìpi che difendono la libertà, ma appena l'ideologia si trasforma in atti quella libertà diverrà dei pochi che hanno preso il potere.
Anche l'ideologia anarchica, che escluderebbe ogni forma di potere, nel suo escludere mette il potere nelle mani di quelli che lo vogliono a tutti i costi, e per impedirlo deve trasformarsi, essa stessa, in potere.
Per essere una ideologia un sistema di pensiero deve escludere tutto ciò che non rientra negli schemi dei valori appartenenti al sistema, e questo significa che nessuna ideologia potrà essere rappresentativa degli interessi di tutti in modo egualitario.

L'esistenza non è un'idea e il volerla trasformare in ideale significa escludere l'ideale che ama la diversità.

Ci vuole poco, ci vuole molto

Ci vuole poco a essere cattivi, per questo occorre molto tempo per pentirsene.

Ci vuole molto per essere buoni, per questo ci si può pentire velocemente di esserlo stati.