giovedì 31 dicembre 2015

Caro anno nuovo...

Dovrò stare stringato a chiedere cose al nuovo anno, altrimenti quello non mi esaudisce: vorrei che il vandalo del campo grande che coltivo inciampi mentre mi sta versando l'acido di una batteria esausta sulla corteccia di un albero, e finisca contro la corteccia rugosa con la faccia, mentre la pesante batteria da autoarticolato gli scivolerà di mano... finendo con lo spigolo sul suo alluce infreddolito dal gelo montano, ma poiché sono tendenzialmente buono accetterò il destino avverso, quello che non mi sostiene mai, e il tremendo dolore che patirà durerà solo il tempo che impiegherà l'acido a corrodergli il piede (circa quattro giorni nei quali al campo non andrò per non avere sensi di colpa). Al quinto giorno mi recherò in Chiesa a confessarmi, dicendo al prete di avere avuto alcuni pensieri impuri, e credo in un paio di Ave Maria di ritornare a sperare nei piani alti, quelli aristocratici dove il buffet è scontato, del Paradiso. :D

Caro anno vecchio...

Stavolta hai rotto i coglioni assai, dunque ti meriti che tutti i guai che mi hai mandato ti corrano appresso, a te, ma non al tuo ultimo figlio, per morderti le palle come fanno le iene affamate al loro maschio Alfa, precocemente invecchiato e quindi inutile. Non festeggerò la tua fuga disordinata e scomposta, né l'arrivo del tuo nuovo figlio, ma di questo mio augurio farò una copia che incollerò sul suo culo per salutare il nuovo anno dopo che avrà dimostrato di essere stato il tuo degno erede. 

venerdì 25 dicembre 2015

Definizioni: Umanità...

Dalla mia wikipedia personale: Umanità: termine dalle innumerevoli valenze negative al punto che nessun umano ha mai creduto fosse opportuno dichiarare di esserlo sul proprio curriculum vitae...

Simile alle frane

L'uomo ha un'idea della bontà che è simile alle frane: accadono raramente, ma si fanno sentire... 

mercoledì 23 dicembre 2015

Dove abita Babbo Natale

Quella che sembrava una casuccia era piccola, quasi sperduta nella distesa dei pini che attorniavano Korvatunturi, chiazza bianca di case semisepolte nel bianco della Lapponia, ma sotto di lei si snodava, in cunicoli segreti, il più bel laboratorio di giocattoli del pianeta. Praticamente quasi tutti i folletti e i nani di quella sterminata foresta ci lavoravano senza sosta, giorno e notte, seguendo turni che solo gli elfi sapevano organizzare, loro che non dormivano mai e che frizzavano, con le fate, in giochi che ai nani parevano infantili, dai loro giudizi seri, come solo i nani sanno essere. In quel magnifico luogo il litigare non era bandito, ma si limitava ai dispetti che tutti facevano a tutti, tanto il "Principale" non c'era quasi mai a controllare, perché doveva riposare nel letto più nascosto di quel castello, messo al contrario, con le torri ficcate nel terreno caldo. Questo, però, non impediva che il suo russare allertasse e facesse quasi silenzioso ordine, nel formicolio di esserini che percorreva indaffarato quei corridoi, tempestati di pietre luccicanti che seguivano, col loro brillare, saltellanti folletti carichi di campanelline, pupazzi di peluches, bamboline e persino armi giocattolo. Ecco, le armi giocattolo erano una delle principali ragioni che motivavano gli scherzi tra i costruttori dei due reparti più impegnati dell'officina del gioco: le fatine che facevano le bambole e i gremlin che montavano le armi. Le fate mal sopportavano che, ai gremlin, fosse stato dato anche l'incarico di occuparsi della costruzione dei robot computerizzati, perché erano sempre state loro a costruire i sofisticati circuiti che facevano muovere le loro bambole più moderne. I gremlin, invece, gioivano soddisfatti, e quando le fatine andavano a giocare con gli elfi di luce, s'intrufolavano nei loro laboratori e infilavano misteriosi e malvagi circuiti elettronici nelle loro bambole che, così, diventavano cattivelle e vendicative. Le fate non è che stessero proprio lì solo a giocare, quella era solo la scusa per entrare di soppiatto nei laboratori dei gremlin, quando loro andavano a ubriacarsi, per mettere i circuiti elettronici delle loro ultime creazioni tecnologiche di bamboline elettroniche, nelle armi dei gremlin le quali, invece di sparare palline colorate che macchiavano di vernice... piangevano, chiamando la mamma e facendo la pipì addosso a chi, sorpreso, le impugnava.
Quell'anno il Natale tentò di cambiare il mondo, cambiando il modo di giocare dei bambini: le guerre somigliavano sempre più al gioco della mamma che va a fare la spesa col mitra, mentre bambole esplosive, invece che piangere... facevano piangere. 

— È la fine del mondo!— disse Babbo Natale, che ancora non sospettava di esserne il principale responsabile, alla moglie brontolona che gli stava spazzando la slitta mezza bruciacchiata dai colpi che alcuni bambini gli avevano sparato contro e lei, con un'occhiata disincantata che la sapeva lunga, lo squadrò nella sua tuta da lavoro, rossa e ridicola, e gli rispose di andarsi a cambiare e lavare che così faceva davvero schifo.

lunedì 21 dicembre 2015

L'esiguità della propria intelligenza

Chi crede al caso pensa che tutto abbia avuto origine casualmente, e in seguito abbia poi trovato casualmente un ordine nel quale eventi casuali si sono trasformati in cause, che hanno generato effetti i quali sono diventati cause di altri effetti. In mezzo a tutto questo, però, secondo costoro il caso ha continuato a rappresentare la ragione sufficiente d'essere di tutti gli avvenimenti dell'universo.
Dunque, sempre secondo costoro, una conseguenza del caso avrebbe superato la sua stessa causa e si sarebbe imposta a essa, dominando il caso che, però, insiste a disordinare il tutto il quale, a volte, si riordina da sé attraverso delle leggi.
Eppure è facile accorgersi come ogni causa sia necessariamente superiore agli effetti che genera, effetti che non sono in grado di modificare in alcun modo la propria causa, la quale è ragione d'essere dei propri effetti in una catena ininterrotta di cause e di effetti.
Nell'intero universo il caso esclude ogni possibile legge, così come anche una sola legge escluderebbe il caso.
Così è lecito dire che non sia un caso che chi individui nel caso le ragioni della propria intelligenza... si guadagni l'esiguità della propria intelligenza.

Non essere intelligenti

Chi crede sia il caso a essere la legge che governa il tutto non sa che il caso è la negazione di qualsiasi legge, e la sua ridottissima intelligenza non si accorge che, se si è posta il problema di quali leggi possano ordinare o disordinare la realtà, lo ha fatto in conseguenza della necessità di chiedersi quale sia la causa... in un universo di cause e di loro effetti. Il caso è l'assenza di princìpi, e dunque di cause e dei loro effetti, e il non arrivare a capirlo equivale a non essere intelligenti.

venerdì 18 dicembre 2015

L'intelligenza è...

L'intelligenza è il dono più grande che l'uomo abbia ricevuto, e la vita lo scenario nel quale essa colleziona figuracce.

venerdì 11 dicembre 2015

Incomunicabile

Scrivo da otto o nove anni, raccontini, butto giù pensieri, considerazioni su aspetti della realtà da chiarire, e frammenti della conoscenza metafisica alla quale ho immeritato accesso, ma lo faccio senza l'illusione che serva a qualcuno, perché so che comunicare le verità che si conoscono è, il più delle volte, inutile. Lo so dal tempo che ho iniziato a scrivere, dando seguito a un'inclinazione personale che mi ha accompagnato fin da bambino, e alla quale smisi di prestare attenzione appena abbandonata la scuola. Molti pensano io sia colto, ma non è così, perché la conoscenza della lingua è analoga alla musicalità interiore che fa cantare bene oppure male. È un dono innato, una sorta di vocazione che, prima o dopo, si presenta quasi fosse, ma non lo è, una necessità.
Si possono comunicare pensieri e valori, ma solo per dire che li si ha, non per trasmetterli ad altri i quali hanno tutto il diritto di essere autonomi nelle loro scelte di conoscenza e di vita.
È il Mistero che si riflette al centro di ogni essere che lo esige, perché esso è un Mistero senza limiti e inconoscibile; senza limiti significa libertà infinita che non può contraddirsi e che per questo ci lascia liberi, impedendoci di convincere altri che il nostro diritto alla libertà di conoscere sia superiore al loro.
Per questo è possibile trasmettere solo le falsità che saranno scoperte, ma non le verità certe la cui essenza è stata, è e resterà incomunicabile.

giovedì 10 dicembre 2015

Legge di natura

La natura stabilisce leggi adatte alla sopravvivenza dell'insieme, leggi che non sono discutibili sul piano morale e sentimentale che la natura non ha. Eppure l'uomo, con la sua possibilità di migliorare le cose, è parte della stessa natura, dunque essendone parte io scelgo di agire per eliminare, se posso, il pericolo di un male imminente.
La natura dispiega se stessa in un ventaglio di possibilità che stanno tra il meno naturale e il più naturale, e vicino al più c'è il petrolio quando sta negli alveoli che lo contengono sottoterra, ma vicino al meno sta lo stesso petrolio quando dalla stessa natura, o dall'uomo, è riversato in un prato.

Quando si è parte della natura, come l'essere umano è, si rende necessario il dover scegliere se stare vicino al suo meno o al suo più.

mercoledì 9 dicembre 2015

Capisco di stare meglio dal fatto che...

Capisco di stare meglio dal fatto che comincio a credere che le cose, per me, possano ancora peggiorare :D

Se ne vanno prima i migliori?

Spesso ci si chiede come mai le persone che si sanno essere malvagie non si ammalino facile, e pare che a loro vada tutto nel migliore dei modi, mentre sono molte le persone che rifiutano la cattiveria e che hanno guai uno dopo l'altro.
Dalla mia esperienza personale ho visto che a soffrire di più sono le persone che, pur essendo di animo buono, si piegano alle circostanze negative messe in atto dai malvagi, e lo fanno per viltà o, semplicemente, per stare tranquille.
A queste persone manca il coraggio necessario a mettere in atto la loro inclinazione al bene, dunque non sono protette dalle forze del bene e, naturalmente, non godono del sostegno delle forze del male.
È in questo modo che l'ordine delle cose imposto dai princìpi, che orientano tutto verso il bisogno di perfezione, lascia in balia degli eventi chi dovrà imparare a essere coraggioso.
Le persone maligne, invece, hanno il sostegno del male, e attraverso di esso aggirano le difficoltà per la loro fedeltà alle cattive intenzioni con cui il male cerca di oscurare l'amore e di negare la Verità di principio che ordina l’universo.
Il male, però, ha un unico pregio ed è quello di non poter portare a termine le proprie crudeli intenzioni, perché a differenza del bene che cerca la perfezione il male la rifiuta, non credendo in essa. Per questo le sacre scritture di tutti i popoli affermano che i demoni non abbiano accesso alla sfera dell'Intelligenza universale, che rappresenta la spiritualità della Trascendenza.
Il male è principe dell'immanenza, della forza bruta del peso che ama la sopraffazione del più debole e del diverso, del fuoco che brucia rifiutando la luce interiore che illumina la Via verso il sacrificio di sé.
Il male sacrifica gli altri, ed è per questo che esso abbandona coloro che gli sono stati fedeli servitori, e li lascia senza poterli più sostenere quando essi si trovano davanti all'ultimo bivio, quello che da una parte implica le possibilità di redenzione, e dall'altra quelle di dannazione.
È raro che chi ha servito il male a quel punto si penta, perché ancora non immagina di essere stato lasciato solo davanti all'Amore universale.
Non c'è un paradiso eterno e un inferno eterno, ma c'è lo stridore di denti e l’urlo interiore dato dal rammarico di aver rifiutato la natura del dono d'amore che chiamiamo esistenza, e di aver scelto l'ombra che la luce genera quando incontra l'ostacolo messo dal male.
Ho tralasciato di dire dei santi e delle persone che con coraggio hanno scelto l'impervio e difficile sentiero del bene, quello che comprende il sacrificio d'amore analogo a quello fatto dal Mistero assoluto, che per lasciarci liberi di scegliere ha dovuto aprire l'esistenza alle forze del male.
Per questo la lacrima è diventata il simbolo del dispiacere divino, che preferisce saperci liberi e infelici di questa nostra libertà incompresa, piuttosto che prigionieri di un'illusione imposta.
Non c'è una felicità che sia solo nostra senza che sia di tutti, e il mondo che la cerca la troverà solo dopo aver rinunciato alla propria per cercare di realizzare la felicità altrui.
Nessuno, per queste ragioni, è più dannato delle persone che si arricchiscono sulle infelicità degli altri, e per le stesse ragioni nessuno è più felice di chi ha scelto il sacrificio e la povertà per donare il proprio amore ai bisognosi di aiuto.

Lasciano anzitempo questa esistenza le persone migliori?
Nessuno può dirlo, ma di certo quelle peggiori... anche se vivranno a lungo staranno al mondo nel peggiore dei modi, quello gelido che si veste di un'apparente fortuna che deve nascondere le fetide esalazioni del male, che sogghigna nervoso per il suo non poter mai vincere definitivamente il Mistero di amore del quale l'intero universo è intessuto.

La prima cosa che ti fa dire l'intelligenza è...

La prima cosa che ti fa dire l'intelligenza è: "Io sono".
La seconda è: "Che cazzo ci faccio qui?".
La terza è: "Quale forza mi ci ha messo?".
La quarta è: "Che... avresti mica un euro da darmi?"
La quinta è: "Grazie lo stesso..."

La prima cosa che ti fa dire la stupidità è: "Io sono meglio di chiunque altro".
La seconda è: "Sono nato in Padania per migliorare il mondo".
La terza è: "Sono al mio servizio che è poi lo stesso che ha il Partito".
La quarta è: "Non ti darei un euro neanche se tu fossi Padano".
La quinta è: "Guadagnatelo rubando come faccio io...".

La prima cosa che ti fa dire l'ipocrisia è: "Io sono del Movimento 5 stelle"
La seconda è: "Non accetto compromessi perché voglio avere la maggioranza assoluta"
La terza è: "Dato che non ho la maggioranza assoluta mi sono alleato in Europa coi nazisti e i Leghisti"
La quarta è: "Se io avessi il potere l'euro non avresti bisogno di chiedermelo, perché te lo regalerei io aggratis"
La quinta è: "Votami la prossima volta"...

mercoledì 2 dicembre 2015

Con la bava alla bocca

Ci si accontenta di vivere alla ricerca della felicità che, quando arriva, svanisce in fretta come tutti gli stati d'animo non sostenuti dall'intelligenza. Poi ci si ammala e si bestemmia, accusando un Dio al quale non si crede di essere ingiusto perché non ha colpito, al posto nostro, il nostro vicino di casa che è più brutto di noi e meno intelligente. Chi sta male vede gli altri allo stesso modo in cui chi ha bucato una gomma sull'autostrada vede gli altri automobilisti come fossero esseri felici e spensierati... che non hanno bucato mai.
Si sa niente di come vada la vita dopo la morte, si sa poco anche della vita che si sta vivendo a fatica, ma nonostante questa scarsa conoscenza della realtà, e delle leggi che ne governano lo svolgimento, tutti si ergono a giudicare il Mistero che ci concede la libertà di scegliere chi essere e come esserlo, pronti a sentirci superiori all'Intelligenza universale che è causa della nostra individuale.
Siamo esseri piagnucolosi che hanno gli occhi iniettati di sangue colmo d'odio, e che fingono di essere buoni e altruisti dimenticando, in questa finzione, di risucchiare la bava che cola dalle nostre bocche desiderose di cibarsi della felicità altrui, che immaginiamo sia negata al nostro cuore.

sabato 21 novembre 2015

Mi piacerebbe scrivere qualcosa

— Sai... mi piacerebbe scrivere qualcosa, ma non so decidermi su cosa potrei dire senza istigare qualcuno a mandarmi affanculo—

— Non credo di poterti incoraggiare a farlo, in fondo se si scrive qualcosa al fine di piacere a tutti occorre dire cose che piacciano a tutti, dunque scontate e banali, alla portata di comprensione anche dei più stupidi, e anche lì qualche rischio sarebbe inevitabile correrlo, perché non si può piacere agli stupidi e alle persone intelligenti nello stesso tempo...

— Chi non desidera essere mandato a quel paese deve parlare malissimo di sé, in definitiva dovrebbe auto denunciarsi confessando pubblicamente i propri peccati...

— Si sa che i santi non mandano affanculo che il demonio, mentre gli altri si sentiranno meno colpevoli con se stessi attraverso il sapere che c'è qualcuno peggiore di loro—

— Guarda che bel biliardino c'è lì, ti andrebbe di fare una partita?—

— Ma vaffanculo va'...—


giovedì 5 novembre 2015

Una specie di macchina perfetta

Una specie di macchina perfetta, nella quale tutti i componenti concorrevano alla realizzazione di un unico obiettivo che, però, quella macchina ancora ignorava.
Era dotata di sensori a dir poco stupefacenti, in grado di valutare con precisione la natura di tutte le possibili situazioni in cui si sarebbe potuta trovare, e poteva osservare ogni aspetto della realtà dalla quale era circondata, la stessa che le aveva dichiarato guerra.
Vedeva, annusava, ascoltava, toccava, gustando i sapori dati dall’essere una realtà perfetta nelle proprie potenzialità, ma ancora imperfetta nei suoi componenti.
Imperfetti perché i sensori dovevano tradurre informazioni superiori alla dimensione in cui stava la materia, filtrate da cellule materiali. 
Quando le informazioni sottili sono vagliate da filtri grossolani subiscono un deterioramento che impone alla sottigliezza di addensarsi attorno alla pesantezza, così ciò che la macchina perfetta estraeva dalla verità, facendolo attraverso il percepire dei sensori, riduceva la verità a un insieme di realtà fisiche che avevano perduto, nella traduzione cellulare, la loro essenza spirituale.
Per questo la macchina aveva bisogno di credere e di non credere.

Per questo la sua debolezza la rese umana.

Una stonatura

Che ci fosse una stonatura capace di accordare tra loro tutte le successive note, per armonizzare una realtà che potesse imbrogliare chiunque vi fosse immerso, rientrava nelle possibilità che ogni intelligenza ha di potersene accorgere anche se, bisogna ammetterlo, quando si tratta di inalare per la prima volta l'aria che fa partire il motore di una nuova esistenza è difficile pensare a qualcosa di diverso dal dover respirare.
Per fortuna, se di fortuna si dovesse trattare, l'esistenza non è uno scivolare indolore verso un orizzonte che, pur stando anche sotto i nostri passi, appare essere irraggiungibile, così, di tanto in tanto, si sbatte contro ostacoli che sembrano messi lì per farci notare la stonatura.
L'ordine nel quale le cose stanno in agguato ci dice che, in effetti, c'è solo un tipo di felicità possibile, quella data dal riuscire a sopportare la sofferenza, perché è quest'ultima che mostra da che parte è orientato il senso dell'esistenza, quello che va dove sta la gioia.
La stonatura che dà modo all'esistenza di dispiegarsi in realtà sembra essere una stonatura solo perché è vista dall'interno dell'esistenza, ma è l'esistenza a essere stonata rispetto alla prima nota che sarà anche l'ultima.
Stonata perché imperfetta.
Imperfetta perché soggetta al cambiamento, e una felicità è vera solo quando non può più cambiare.


venerdì 23 ottobre 2015

Un tatuaggio nella mia memoria

È fissato, come fosse stato un tatuaggio nella mia memoria, l'esatto momento in cui io mi aprii al desiderio di sperimentare personalmente quello che vidi riflesso nello sguardo attonito di un ragazzo, un poco più grande di me, che stralunato vagava a casaccio all'esterno del Palazzetto di Novate Milanese, dove si esibivano i Chicago. Avevo in comune con quel tipo la mancanza di soldi per il biglietto che, forse, lui aveva probabilmente convertito in un trip.
Quella sera decisi che, dal momento che la seria rigorosità degli adulti conduceva alla noia data dall'amare le proprie paure, non avrei avuto paura.
Non è che da che lo decidi poi le cose ti si spianino davanti da sole, sdraiandosi indifese sotto ai tuoi desideri, passa un po' di tempo prima di buttarsi a capofitto dal trampolino della propria incoscienza. Qualche sera più tardi trovai un joint sotto alla metropolitana, fumato solo a metà da qualcuno salito di corsa sul treno. Lo raccolsi mettendolo in tasca, e fui subito assediato da sensi di colpa che parevano essere la prosecuzione di quelli che mi venivano quando, da piccolo, bigiavo il corso di catechismo.
Naturalmente stando in tasca quel joint si sbriciolò, sparpagliandosi per ogni dove di quella angusta saccoccia, e dovetti rollarne un altro al quale si aggiunse la sporcizia dei peli di cotone, e chissà cos'altro, che si era depositato nell'angolo cieco della tasca che dovetti raschiare con l'unghia, sporca anch'essa.
Nessuno saprà mai se lo sballo fu provocato dalla sporcizia, o dalla marijuana avanzata dal tipo fuggito con la metro, ma qualcosa, insieme al rimorso, mi parve di percepire.
Anche se poco fu comunque sufficiente a innescare il trick-track dei desideri che festeggiò il capodanno della gestione, inconsulta a quel tempo, della mia libertà di decidere che cazzo fare di me.
Si dice in giro che le caratteristiche del proprio futuro dipendano dal lato scelto per arrampicarsi sul letto dell'esistenza il mattino in cui si nasce, ma a me lì sopra mi ci hanno sbattuto a forza, dicendo che ero nato morto, con un indice di efficacia previsionale che ha sfiorato il 100% :D

giovedì 22 ottobre 2015

Mica tutti i proverbi sono giusti

Una tra le cose che mi fanno incazzare di più è che a conti fatti io debba, per onestà, sentirmi costretto a ritenermi baciato dalla fortuna, nonostante una vita sofferta ripiena di ingiustizie cominciate con la mia nascita, e protrattesi fino a un secondo fa. Sapere di essere su uno dei gradini più alti di un'ipotetica scala gerarchica mondiale della fortuna non lenisce la mia sofferenza, a dimostrazione che il detto "Bene comune mezza sofferenza" è falso come il detto "Mal comune mezzo gaudio"...

L'ideologia

L'ideologia è il consolidamento di idee che quando messe in pratica dimostrano di essere di parte, e anche quando in origine quella parte era quella dove stavano gli oppressi... l'ideologia li trasformerà in oppressori.
L'ideologia è un sistema di pensiero nato da princìpi che difendono la libertà, ma appena l'ideologia si trasforma in atti quella libertà diverrà dei pochi che hanno preso il potere.
Anche l'ideologia anarchica, che escluderebbe ogni forma di potere, nel suo escludere mette il potere nelle mani di quelli che lo vogliono a tutti i costi, e per impedirlo deve trasformarsi, essa stessa, in potere.
Per essere una ideologia un sistema di pensiero deve escludere tutto ciò che non rientra negli schemi dei valori appartenenti al sistema, e questo significa che nessuna ideologia potrà essere rappresentativa degli interessi di tutti in modo egualitario.

L'esistenza non è un'idea e il volerla trasformare in ideale significa escludere l'ideale che ama la diversità.

Ci vuole poco, ci vuole molto

Ci vuole poco a essere cattivi, per questo occorre molto tempo per pentirsene.

Ci vuole molto per essere buoni, per questo ci si può pentire velocemente di esserlo stati.

lunedì 28 settembre 2015

Non mi pare sia proprio il caso...

Non ci si dovrebbe meravigliare che in un'arena, dove le diverse opinioni si scontrano, la calma e la moderazione stiano ai suoi bordi, dietro le quinte, armate di bende e cerotti.
Che tedio sarebbe se tutti adottassero il:
— La prego, passi prima lei...—... 
— Non se ne parla proprio, la precedenza è la sua!—... 
— Lei sta scherzando, vero? È evidente che deve passare prima lei!—... 
— Senta, non vedo motivi per dilungare ulteriormente questo nostro confronto di vedute, persino le sacre scritture dicono che la precedenza deve essere data a chi ne ha più bisogno...—... 
— Scusi... Sta forse insinuando che io le sia in qualche misteriosa misura inferiore?—... 
— Certo che no, non si tratta proprio di un'inferiorità, direi piuttosto di una necessità impellente da soddisfare—... 
— Guardi che la mia unica necessità è quella di concederle la precedenza—... 
— Ho la stessa sua identica necessità—... 
— A me pare che debba passare per primo chi ne ha più bisogno—... 
— Anche a me pare così, e qui chi ha più bisogno è evidente sia lei—... 
— A brutta stronza! Ti muovi o devo venirti a prendere di peso?—... 
— Col culone che ti ritrovi sarai abituato a portare pesi—... 
— A mignottona... Ma vatte a fa 'na camminata sotto i lampioni...—... 
— Con gentaglia in giro come te non mi pare sia proprio il caso—...

mercoledì 16 settembre 2015

Precisazioni attorno alla cosidetta "teoria del gender"

Precisazioni necessarie su quella che è stata arbitrariamente definita essere la "Teoria del gender", incolpando addirittura le scuole dell'infanzia di inculcare l'omosessualità ai bambini, quando in realtà non è così, perché essa si riferisce ai ruoli di genere. Oggi una donna guida il pullman e la ruspa, e questo implica la necessità di una non differenziazione dei ruoli sociali tra maschile e femminile.


La sessualità non può essere inculcata né insegnata, perché essa è un elemento naturale che si manifesta naturalmente da sé, in stretta e indissolubile relazione con la propria condizione corporea, intellettiva ed emotiva. Qualsiasi tentativo di orientare questa naturale condizione dell'essere sarà destinato a fallire, equivalendo al voler aprire un buco nell'acqua lanciandole un sasso dentro. Questo, però, non esclude eventuali tentativi volti a riempire lo stagno per riuscire a ottenere quel buco tanto desiderato (qualsiasi associazione immaginativa non è stata voluta). La questione che tanto allarma in questo succedersi di dichiarazioni, a volte motivate e altre no, potrà essere considerata con maggiore chiarezza attraverso la costituzione di una gerarchia di valori che sia in grado di ordinare, secondo appropriati gradi di importanza, le diverse validità delle differenti visuali dalle quali il problema può essere considerato. Questa ipotetica gerarchia deve avere, come ogni impianto gerarchico che si rispetti, la libertà considerata come aspetto superiore e la costrizione in quello inferiore. Naturalmente questi due aspetti, considerabili essere i due poli opposti del valore, che è verità e virtù, si fronteggeranno sul piano di realtà sul quale non sia possibile un'immediata conciliazione. Libertà che non include alcuna garanzia di giustizia, perché essa implica la libertà di sbagliare, e allo stesso modo nemmeno la costrizione ha un valore assolutamente negativo, perché c'è l'auspicabile possibilità di costringere il male ad andarsene. In questa ipotetica gerarchia la libertà sarà intesa come positivamente armonica, quando essa sarà garante delle libertà di tutti, mentre la costrizione deve essere vista come la restrizione di ogni possibile libertà positiva. Considerando la questione iniziale riferita al genere sessuale occorre dire che nella individuale percezione del genere sessuale di appartenenza possono concorrere diversi fattori di ordine morale, educativo, religioso, emotivo, intellettivo e volontaristico che possono influenzare questa percezione. Dunque il proprio sentire di appartenere a un genere specifico, o a un altro genere tra gli indefiniti che sono possibili, sarà anche influenzato dal credere o dal non credere individuali, ma questi ultimi avranno sempre un peso inferiore a quello dato dalle pulsioni naturalmente espresse dall'intelligenza organica che intride ogni singolo essere, nello stesso modo in cui permea le stelle. È necessario aggiungere che la definizione di naturalità, essendo necessariamente relativa come lo è la natura, implica gradi e sfumature la cui perfezione dovrà essere valutata in funzione del grado di approssimazione al principio dal quale un evento è scaturito. Significa che il petrolio è naturale se sta negli alvei di roccia che lo contengono, e sarà considerabile essere innaturale quando qualcuno arbitrariamente lo avrà versato sul prato di un pascolo. Dal centrale punto di vista della libertà la cosa più importante sarà data dal non limitare la libertà di nessuno, imponendo una visuale che costituirà l'impronta nella quale la propria sessualità dovrà camminare per manifestare la propria ipotetica naturalità, mentre dalla visuale opposta, quella data dalla costrizione, la cosa essenziale per chi ama costringere sarà il voler obbligare qualcuno a essere ciò che quel qualcuno non sente di essere. Le due polarità, una riferita alla libertà e l'altra opposta alla costrizione, disegnano i due modi estremi nei quali è possibile porsi nel voler definire i confini dell'essere liberi di vivere ciò che si sa di essere. Il valore più importante da dover rispettare sarà sempre quello della libertà di scegliere di non fare del male ad alcun essere, compreso il proprio. Chi volesse educare all'uno o all'altro dei modi di essere contravverrebbe la libertà che l'Assoluto ci ha concesso, al fine dato dal nostro bisogno di perfezione che ha i due volti di Giano bifronte su un'unica testa, quella dell'essere universale che non è maschio e non è femmina, essendo identificato all'assenza di genere dell'Assoluto.

sabato 12 settembre 2015

Sconfessione

— Padre... mi perdoni perché ho peccato—

— A me lo dice?...—

— Ma Padre... lei è un prete...—

— A noi preti, oggi, è consentito peccare, avere auto di lusso e frequentare prostitute
— Come potremmo combattere il male senza prima conoscerlo?—

— Ah...
— Allora mi devo considerare già assolto?—

— Certo che no
— Prima di essere assolto dovrai conoscere il bene—


— L'ho conosciuto adesso padre...—

Il risultato è più della somma delle sue parti

— La coscienza non è Dio, smettila di rompermi le scatole...
— Se la coscienza fosse Dio starebbe in silenzio—

— Non sono Dio, certo, perché sono il risultato della tua intelligenza—

— Non ricominciare a offendere
— Se tu fossi la mia intelligenza parlerei solo io—

— Non sono la tua intelligenza, Dio me ne scampi...
— Sono il suo risultato, che significa qualcosa in più di lei—

— E cosa avresti più di lei?—

— La somma di ciò che la tua intelligenza comprende, senza avere la sottrazione di quello che crede di aver capito
— Perché io, che sono la tua coscienza, non mi giustifico...—

venerdì 11 settembre 2015

Cosa si oppone all'umorismo?

Me lo sono appena chiesto, provando imbarazzo nel non riuscire a darmi una risposta.
Procediamo per gradi per scoprirlo: 
cos'è l'umorismo?
Credo sia un modo particolare, a disposizione dell'intelligenza umana, di considerare la realtà quando il suo essere esagerata, in meglio o in peggio, la rende impossibilitata a essere rappresentativa della sacralità dell'esistenza.
L'uomo trova ridicola l'esistenza di chi si sopravvaluta, non quella di chi si sottovaluta.
Di chi vuol convincere di conoscere aspetti dell'esistenza non alla portata di comprensione dell'attuale stasi in cui l'essere umano si trova.
È umoristica l'ipocrisia che non si accorge di essere stata scoperta, è umoristica la menzogna che ha preso male le misure che l'allontanano dalla verità.
L'umorismo non è il buon umore, quest'ultimo è la disposizione emotiva che attira il pessimismo.
Poiché l'umorismo non appiattisce le intelligenze, e lo si vede dal fatto che una cosa è umoristica per alcuni mentre per altri è deprimente, è difficile dare una seria definizione dell'umorismo; sarebbe più adatta una che fosse umoristica, sul tipo: l'umorismo è l'unica cosa esistente che non è stata prevista da Dio, perché se lo hai previsto non ti fa più ridere e cessa di essere umorismo.
Cosa si oppone all'umorismo dunque?
Niente gli si oppone, perché i nazisti ritenevano umoristica la fila degli internati nei campi di concentramento. 
L’umorismo in realtà non è definibile, essendo diverso per ognuno, e quando se ne volessero definirne i contorni per dare una forma e un senso a una sua opposizione, ci si dovrebbe riferire alle qualità dell'umorismo di ognuno, divenendo questo stesso tentativo la rappresentazione dell’umorismo a causa della sua stessa impraticabilità.
Eppure ogni realtà deve avere un'altra realtà correlativa che le si oppone, disponendo quell'opposizione a trovare il proprio equilibrio nella complementarità su un livello di realtà più elevato, che si risolverà a propria volta nel principio dal quale l'opposizione si è formata allontanandosene, il che significa che tutta 'sta pappardella che ho scritto non è in grado di dare una risposta alla domanda iniziale. Mi sento costretto a dover riproporre la questione al mio intuito che, oggi, ha perso punti come una patente che fa inversione a U sull'autostrada dell'ombra :(


Se l'umorismo è la disposizione a considerare il lato dell'esistenza esposto al ridicolo, o a dar forma arbitraria a qualsiasi cosa che, nel suo essere totale deve avere in sé anche quel lato considerabile come ridicolo, allora l'opposizione all'umorismo sarà nel rifiuto di divertirsi di fronte alla sofferenza di tutto ciò che è manifestato attraverso l'affermazione dei propri limiti. Ecco la risposta alla domanda che inizialmente mi sono posto.

giovedì 3 settembre 2015

Scrivere conviene sempre

Devo ricominciare a scrivere storie, ché i miei scritti seriosi è detto da tutti che faccian cagare. Dicono io sia un presuntuoso che si esprime con la stessa semplicità di una funzione matematica trascendente di grado n, che lega l'unità di principio alla molteplicità dei problemi i quali, essendo irrisolvibili... devono pure essere privi di princìpi.
Con le storiellette è tutta un'altra solfa, sono scorrevoli, fluide, parlano di cose che divertono anche chi non ne capisce il senso, e se qualcosa non va si può sempre dire che le ha scritte uno che ti sta sui coglioni.

Scrivere conviene sempre, quando si ha in mente di indurre le persone a riflettere, perché si è divertenti in tutti i casi, sia coi raccontini che divertono, che con gli scritti seri che fan ridere :D

Il difetto della Creazione


— Maestro, mi illumini con la grazia della sua conoscenza...
— La prego, mi parli della luce che illumina la sua intelligenza—

— Ahem... All'inizio fu il Verbo...—

— Cazzo Maestro, cosa c'entra il suono con la luce?—

— C'entra, c'entra, perché fu il Verbo a dire "Che la luce sia!
— E sarà sempre il Verbo a dover dire: Chi cazzo ha spento la luce?—

— Ma Maestro... io intendevo un'altra luce, quella data dall'intelligenza...—

— Ah... Quella... 
— Quando il Verbo proferì "Che la luce sia!" intendeva la luce dell'intelligenza—

— Ma Maestro? Se la luce dell'intelligenza era ancora spenta, con quale intelligenza il Verbo diede quell'ordine?—

— Ahem... Mi sa che hai appena scoperto il difetto della Creazione...— 

venerdì 28 agosto 2015

Il diritto di amare

Il diritto di amare è superiore a quello che si arrogano le persone che impongono chi si dovrebbe amare, e questa libertà di scelta è sacra, nel suo dover essere indipendente dalle conseguenze che potranno essere generate. Sempre la causa, che è ragione d'essere dei suoi effetti, è indipendente da questi effetti e da questi ultimi non potrà essere modificata. Chi potrebbe evitare che la libertà non abbia delle conseguenze, siano esse buone o cattive? Questa considerazione da me ora esposta è di principio e non necessita di arzigogolati parallelismi tra le necessità economiche e quelle di organizzazione sociale, perché l'economia e la società sono entrambe quantificazioni della qualitativa libertà individuale di scegliere.


La naturalità esige, per esserlo, di appropriate condizioni. Così il petrolio è naturale se sta dove sta sottoterra, ed è innaturale in un prato fiorito. Allo stesso modo la libertà è naturale quando assolve al compito che essa ha: quello di insegnare cos'è l'amore, e non solo al dover mantenere viva la specie.

Sull'omosessualità


La divisione dell'unità nelle due opposte polarità delle quali uomo e donna sono l'espressione, riferita alle diversità di principio - simbolicamente l'uomo è associato all'intelletto (si fa per dire) e la donna al sentimento - questa divisione, dicevo, è conseguenza delle leggi naturali che sono la conseguenza di princìpi universalmente validi, ma ogni realtà mostra l'armonia data dalla validità funzionale sul piano di quella validità funzionale e non su altri piani di realtà a essa contigui o, semplicemente, vicini. Occorre dire, anzi sottolineare, che quello della funzionalità non è il solo piano sul quale l'esistenza esprime le proprie potenzialità. In un'altra e diversa sfera di realtà, che non è quella della conservazione della specie, e che si potrebbe chiamare il piano delle relazioni sentimentali e, perché no, anche intellettuali, l'esigenza di procreazione non è dominante, mentre è l'amore a esserlo. Amore che ha indefiniti aspetti, attitudini e desideri che possono essere diversi da quelli noti che sono atti a procrastinare la specie. Per fare un esempio, che sia alla portata di chiunque, porterò l'amicizia la quale, non interessando il genere sessuale, è rivolta indifferentemente a tutti i possibili aspetti in cui la sessualità si esprime. Cos'è l'amicizia se non uno dei volti dell'amore? Si potrebbe imporre a qualcuno un'amicizia? No, e allo stesso modo non lo si può fare con il sesso che, rispetto all'amicizia, è certamente necessario... ma è riferito a tutt'altre questioni. Se tutto dovesse essere inteso e compiuto nella visuale della procreazione, si avrebbe un mondo di esseri il cui interesse sarebbe esclusivamente rivolto all'ammucchiata che affolla il mondo, e questo non sarebbe naturale.

Una competizione campestre

Ci si immagini di assistere come spettatori a una gara campestre, diciamo i tremila siepi, e di dover giudicare quale sia stato l'atleta migliore del gruppo di concorrenti.
Tutti tranne uno si buttano in avanti, determinati a conseguire la vittoria.
Quell'uno parte trotterellando maledizioni contro la scuola, che l'ha convinto a partecipare col miraggio della sufficienza in ginnastica.
A lui quella sufficienza farebbe comodo, perché essere bocciato in tutte le materie non sarebbe onorevole, almeno una di esse deve poter contraddire tutte le altre, e rispetto al bisogno di sopravvivere in questo mondo di predatori la ginnastica pare essere la più importante tra tutte quelle che non agevolano la fuga.
La maieutica socratica non ha mai salvato nessuno dall'essere sbranato.
La tremila siepi è gara dura se non si è allenati, si corre nella terra bagnata, nel fango, e l'erba scivolosa non è il massimo come punto stabile d'appoggio per saltare una siepe larga mezzo metro e alta un metro. In aggiunta il giardiniere che ha inventato questa specialità agonistica l'ha fatto per vendicarsi di chi crede che il lavorare sia poco sportivo, e ha seminato la gara di così tante siepi che la commissione del CONI, non riuscendo più a contarle, ha deciso di fermarsi a tremila e di chiamarla così.
In questo genere di competizioni la cosa peggiore che può fare un atleta non allenato è quella di partire forte, e gli studenti della Coppa città di Milano sono allenati a portare pesi nello zaino, mica a correre.
La distanza pare non accorciarsi mai, per chi sta correndo per la sufficienza in ginnastica, e il traguardo arriva dopo tre giri di pista, ma chi corre non si perde a contare i giri fatti e il traguardo arriva sempre inaspettato, come la morte.
Per fortuna gli atleti possono intuire di essere all'ultimo impietoso giro dallo sbracciare dei parenti, che temono di perdere l'onore della propria famiglia e così, anche quell'ultimo che era partito piano, si ritrova inaspettatamente davanti a tutti.
È a quel punto che si ricorda di aver solo puntato alla sufficienza, così decide di rallentare, perché per lui gli amici sono più importanti dei parenti.

Arriva sesto sui trenta, ma sa di aver vinto.

sabato 11 luglio 2015

Ricamando il Buio

Un battito pulsava senza che nessuno lo sentisse, in mezzo ai minuscoli altri battiti che ritmavano il sentire dell'universo. Ogni battito si aggiungeva agli altri, e da ognuno di questi si allargavano cerchi di emozioni che, ampliandosi, tornavano a essere onde leggere di una risacca cosmica che non aveva una spiaggia dove riposarsi.
Ogni cuore era all'interno dei propri limiti, analoghi a quelli che ha l'universo intero, limiti che nessuno raggiunge, perché quando si arresta la ciclicità della spirale essa si rinnova in altre nuove e diverse spirali, ricominciando la vertigine del vortice universale.

Nessuno che corra su una sfera potrà lasciare quella sfera prima di averla consumata.

— Una somma di limiti deve avere un limite— pensò un cuore, e il suo respiro per un interminabile attimo si sospese uscendo da sé, per rientrare nell'affanno di non aver scoperto la verità, vasta più dello stesso universo che su di essa risolve le proprie ansie.

Quel cuore avrebbe ancora pulsato, e si sarebbe ancora arrestato, come lo stesso Mistero fa quando si riprende lo stupore che ha generato specchiandosi in se stesso, generando scintille che la fiamma d'amore lascia libere nel buio della notte per salutare i soli, nella stessa loro voglia di punteggiare, ricamando, il generoso Buio.

venerdì 12 giugno 2015

Il coraggio di vivere


Nel coraggio di vivere sono incastonate tutte le altre virtù possibili che, senza quel coraggio, non potrebbero essere raccolte e vissute. La crudeltà dell'esistenza lo sa, perché in questo dover stimolare il coraggio c'è la sua ragione d'essere.

mercoledì 10 giugno 2015

Da cosa si capisce che...

Da cosa si capisce che una persona ha avuto una vita difficile?
Dal suo aver preso la morte sul ridere...
Da cosa si capisce che una persona ha avuto una vita facile?

Dal fatto che che ancora prende la vita sul ridere.

Emozioni

L'emotività può essere una brutta bestia, anche se, senza di essa, gli atti eroici li farebbero solo i santi. 
Come si potrebbe dividere l'emozione buona da quella cattiva? 

Non si può, perché l'emozione non è buona né cattiva, ma lo sono le decisioni che prenderemo in conseguenza all'essere stati emozionati e, più ancora, gli atti che seguiranno.

Brevi istanti

Ogni volta che ci si sente tristi e abbattuti fa bene chiedersi il perché si esiste e, per inversione analogica sarebbe utile, quando si è felici, domandarsi come mai nell'istante appena passato ci si è sentiti felici mentre ora si è di nuovo tristi :D

martedì 9 giugno 2015

Convinzioni comuni

È ormai convinzione comune che sia necessario accontentarsi di ciò che si è, che è poi quello che fa ogni merda sul marciapiede prima di essere schiacciata dagli eventi.

lunedì 8 giugno 2015

Anni vissuti male

I miei genitori mi hanno fatto sentire in colpa di essere onesto, e non hanno esitato a picchiarmi duramente per convincermi che non ci sono alternative alla disonestà. Mi accusavano di essere un "libro aperto" e, per loro, io ero una lettura odiosa.
Invecchiando hanno consolidato la loro convinzione, e questo mi ha fatto capire che non sono gli anni vissuti male a poter migliorare le persone.

Chi mente sempre teme di dire anche solo una volta la verità, perché la verità attira altre verità e, allo stesso modo della menzogna, ha bisogno di rinforzarsi per poter sopravvivere.

Questo mondo


Questo è un mondo dove tutti, esclusi i santi, si danno un gran daffare per migliorarlo con le parole, non riuscendoci coi fatti.

Vita

La vita è la Possibilità universale che accarezza l'impossibile per renderlo invidioso.

domenica 7 giugno 2015

Il brillio del Mistero

Si vive sapendo di essere nel mirino del Mistero, e ci si convince che è troppo distante da noi per essere preoccupati. Invecchiando si comincia a notare il brillio del cannocchiale montato sull'arma del destino, e si capisce di non avere scampo. Siamo necessari al tutto, altrimenti non ci saremmo, e non mi pare il momento giusto per criticare i suoi gusti, perché io, quel brillio, è da un po' che lo vedo...

sabato 6 giugno 2015

Il peggio e il meglio


Nulla è peggio dello scoprire di essere stati gabbati dalla propria faciloneria, ma nulla è meglio dell'essere riusciti a capirlo.

venerdì 5 giugno 2015

Il caso e l'accidente


Quello che è chiamato caso ha motivi di essere che sono sconosciuti, ma li ha, dunque non è un caso che eventi senza apparenti ragioni d'essere accadano. La realtà è totale, e nella sua totalità c'è l'accidente dato dallo scontro, o dall'incontro, di eventi diretti altrove che si sono scontrati o incontrati. L'accidente non è il caso, ma ha motivi che prima di giungere al loro obiettivo picchiano a destra e a sinistra rimbalzando in modo da provocare situazioni che rientreranno nella normalità data da occasioni, desiderabili o odiose, entrambe utili a comprendere che del mondo capiamo poco, e quel poco spesso è sbagliato. :D

domenica 31 maggio 2015

Dove vanno i pensieri?

Che fine fanno tutti i pensieri che abbiamo? Nelle azioni per fortuna se ne trasformano pochi, ma la gran parte di quelli che non hanno sentito il colpo di pistola allo starter che fanno? Di certo si sa che non si tolgono le scarpette chiodate; alcuni insistono a scaldarsi i muscoli in attesa di una nuova gara, mentre altri sonnecchiano pronti a ripresentarsi alla mente appena ci sarà l'occasione, ma la maggior parte di loro sparisce e non nel nulla, perché se il nulla esistesse non sarebbe un nulla. Il fatto che noi dimentichiamo quei pensieri non significa che quella dimenticanza li cancellerà. Saranno onde energetiche che busseranno alla porta di altre menti? O piuttosto vagheranno nei loro gusci di desiderio come belve fameliche perennemente affamate? La mente umana lavora incessantemente per generare i pensieri, ed è capace di dar loro forma anche quando l'essere pensante decide di sospendere la propria attività... per darsi alla contemplazione del nero che si guarda quando si chiudono gli occhi. Nero che dopo pochi minuti si riempie di immagini che suscitano altri pensieri, oppure si cade nel sonno che genera i sogni, che sono sempre pensati, anche se a nostra insaputa.

Ogni pensiero, al quale diamo spessore e forma, è come una mina interrata nei nostri ricordi o un cadavere gettato nell'oceano del nostro desiderare, che si gonfierà prima di degradare in altra forma e tornerà a galla per ricordarci che, in un lontano passato era vivo e respirava, proprio come noi adesso.

mercoledì 27 maggio 2015

Non vedo l'ora...

Non vedo l'ora di poter morire per rinascere fungo allucinogeno, e farmi servire alla tavola di qualche politico italiano. Gli allucinogeni amplificano quello che si è già, così se il politico è malvagio impazzirà, mentre se è persona dignitosa non si accorgerà neppure di essere in preda alle allucinazioni, tanto vi è abituato... :D

Differenza tra l'essere al di sopra del dubbio e il non avere dubbi...

La vera Intelligenza, quella che non è una stupidità a bassa o elevata concentrazione, non è mai individuale, a causa della sua capacità di conoscere attraverso l'assoluta consapevolezza dei princìpi appartenenti a un ordine che è universale perché applicabile, senza alcuna contraddizione, all'intero universo. Per questo la vera Intelligenza è detta dover essere universale. All'intelligenza individuale è concesso esclusivamente il poter tradurre le verità viste attraverso l'Intelligenza universale, e il prezzo che l'individuo dovrà pagare sarà la rinuncia a ogni tentativo di sostituire la Verità, vista al di sopra del dubbio, con le ipotesi fasulle, caratteristiche di tutte le intelligenze individuali.
Anche qui, inevitabilmente i due estremi sono tra loro speculari, perché l'essere al di sopra del dubbio, per l'Intelligenza universale che è consapevole dei princìpi universali, corrisponde all'immagine invertita data dal non avere dubbi della stupidità individuale che ne ignora l'esistenza.

Incredibile!

È incredibile come la stupidità sia favorita dal "tutto sta andando da dio" e l'intelligenza dal "peggio di così non poteva andare"...

Mai paragonarsi


Non bisognerebbe mai paragonarsi agli altri, perché se fossero peggiori li si detesterebbe per la loro inferiorità, mentre se fossero migliori... li si odierebbe per la loro superiorità.

martedì 19 maggio 2015

L'obiettivo della propria esistenza.

L'Intelligenza che sta alla radice dell'universo ha causato questo casino perché la Perfezione assoluta determina necessariamente effetti che le sono inferiori, e poiché quella Intelligenza assoluta è perfetta... lo è anche nel causare sofferenze che convincano valga la pena di avere la perfezione come obiettivo della propria esistenza.

lunedì 18 maggio 2015

La sacralità della Libertà

Sono in molti a credere che il Fato sia scritto già, e lo pensano per un terribile equivoco: l'Assoluto Mistero è al di sopra della durata temporale essendone la causa, dunque per l'Assoluto tutto è nello stesso eterno istante, senza che questo comporti una successione logica o temporale. È ovvio che in quell'istante senza estensione né tempo tutto sia nell'eterno presente, ma essendo senza successione non può essere scritto. Nella realtà relativa, invece, tutto è in movimento perché la legge è quella che, insieme al muoversi del tutto, dà modo alla libertà di ognuno di modificare il divenire. Chi crede che il Fato sia già stato scritto confonde l'Assoluto col relativo e, così facendo, dà scarso valore alla cosa che ha più valore di ogni altra: la propria libertà di scegliere.

domenica 17 maggio 2015

Minacce cosmiche

"Tutto ciò che è non può cessare di essere, nel suo cambiare stato", e questo mi pare somigli molto a una minaccia. 
"L'Infinito, non avendo limiti, non ha alcuna necessità di ripetersi", e qui i dubbi svaniscono: era una minaccia a largo spettro... :D

sabato 16 maggio 2015

Abilità speciali

Ogni persona ha le sue speciali abilità, e quando qualcuno ne ha tante si trova nell'imbarazzo dato dal dover scegliere quella che più gli converrà attuare.
Io scelsi di drogarmi con sostanze allucinogene, e a distanza di molti anni ancora non riesco a pentirmi. Sapevo scrivere, disegnare, possedevo una fine manualità e padroneggiavo una logica stringente; è stato difficile trovare una via che rappresentasse una sintesi onorevole di tutte queste abilità, ma attraverso l'uso intenso di acido lisergico sono riuscito a condensare il tutto nell'incanto stupefatto dedicato alla meraviglia dell'esistenza, e anche al suo possibile orrore. Senza quelle opere, cangianti davanti alla mia immatura coscienza, deliziata dagli arabeschi che tracciavano vie dense di misteri, avrei capito ancora meno del poco che ho compreso, ma ho visto che la generosità migliora le proprie possibilità di essere in armonia con se stessi, e l'ho visto al di sopra di ogni dubbio. Credo sia stato l'unico guadagno che marijuana e LSD mi hanno dato, ma è da quello che è nata la decisione di non usare più sostanze, perché la generosità per scelta è più pregiata di quella indotta dall'utilizzo di allucinogeni, i quali inducono ad abbracciare ancor prima di aver capito se fosse il caso di farlo.

P.S: a dirla tutta un certo ruolo, nella decisione di vivere senza usare sostanze psicotrope, lo hanno avuto i finanzieri che mi hanno sequestrato due campi d'erba e spedito in galera :D

Dopo la curiosità

Morire è come avere un figlio: In pochi attimi si soddisfa la propria curiosità, poi arriva l'incubo...

venerdì 15 maggio 2015

Per sopportare la solitudine


Chiunque sia impegnato al miglioramento esponenziale della propria intelligenza deve sapere che la conseguenza sarà quella di trovare un grande amore che gli renderà sopportabile la solitudine esistenziale.

Madre natura

La natura ci è madre e, come tutte le madri di questo e di altri mondi, quando non alza le mani educa con occhiatacce. Quando nutre dei seri dubbi su quali siano state le nostre reali intenzioni, quelle che hanno creato disastri, ci mette in castigo comunque e a buon peso. La natura ci è madre, ed è noto che la Madre sappia essere più misericordiosa del Padre, e questo può darci un'idea di cosa ci aspetti all'inferno...

Che governa l'intero universo

Ce ne ho messo di tempo per capire che questo non è il mondo dove regnano l'armonia, l'equità e la giustizia. D'altronde chi, come me, è nato in una famiglia di violenti stronzi, e ha vissuto in un quartiere di frontiera dove la mafia è religione... un panorama di amore universale è parsa l'unica soluzione possibile, antidoto allo spadroneggiare della malvagità. 
"Peace and love", e generosità a tutti i costi, sono state il mio faro per navigare tra gli sguardi stupefatti dei volti che non credevano si potesse essere tanto stupidi.

A distanza di molto tempo il mio navigare non è cambiato, probabilmente perché sono nato in un'epoca che aveva bisogno degli stupidi, e io lo sono per inclinazione caratteriale, ma non certo intellettuale. Io ho deciso di essere dalla parte degli stupidi fin da bambino, e continuo a scegliere questo lato giorno dopo giorno, perché mi sono accorto di essere stato un bimbo intelligente a fare quella scelta, e oggi che sono certo che la vita sia un capovolgersi della Verità vera, che si ribalta nell'illusione che fa essere egoisti, capisco che la "stupidità" mia è figlia dell'Intelligenza universale, la stessa che governa l'universo intero.

Legami


C'è un legame che unisce tutte le realtà individuali esistenti all'interno dell'universo, dove ogni cosa che è non può cessare d'essere, nel suo trasmigrare in altre forme su piani diversi di espressione. Noi siamo molto più di quanto attualmente ci è concesso conoscere, e persino i prolungamenti delle nostre facoltà si estendono ben oltre la nostra capacità immaginativa. I legami che uniscono le persone appartengono alla memoria del mondo, e sono destinati a complicarsi o a risolversi in dipendenza della qualità delle ragioni che hanno stretto i loro nodi, o li hanno sciolti. A scioglierli è l'indifferenza, a stringerli è l'amore e l'amicizia e, purtroppo, anche l'odio.

mercoledì 13 maggio 2015

Il posto centrale

Una delle cose più assurde dell'umanità è l'attribuzione di un'immagine mentale a ciò che immagine non può avere. Il Mistero assoluto, dal quale la realtà relativa che chiamiamo universo trae il proprio esserci, è chiamato dagli uomini in molti modi diversi tra loro, ma che hanno in comune il fatto di definire questo Mistero attraverso la negazione: 
Assoluto = non diviso in parti
Infinito = non sottomesso all'estensione
Eterno = non soggetto alla durata
Questo perché ogni tentativo di definirlo implicherebbe attribuzioni costituenti limiti che il Mistero non potrebbe avere, essendo la causa dei limiti impliciti all'esistenza.
Ogni causa, anche nelle realtà relativa, è necessariamente superiore ai propri effetti e da questi non può essere modificata. 
Ciò che in questa impossibilità di determinare l'Assoluto più si avvicina all'Assoluto è l'Intelligenza universale, causa delle intelligenze individuali.
L'Intelligenza universale è un punto centrale, privo di dimensione e forma, che illumina tutto l'esistente. In questo suo illuminare determina ombre, e l'ombra che si allunga dietro a un grano di polvere è assimilabile all'intelligenza individuale dell'uomo, la stessa che s'immagina di essere, per merito del caso, la cosa più elevata dell'universo, quella che crede a tutto, o non crede a niente, oppure crede un po' qua e non crede un po' là, confondendo il credere o il non credere col conoscere.
Ogni elemento del tutto è legato al tutto, e ne segue le stesse leggi universali perché il tutto è dato dalla somma delle sue parti, e l'equilibrio generale è il risultato in divenire della somma dei disequilibri particolari.
L'uomo, esclusi i pochi esseri che sono stati illuminati dall'Assoluto e, per questo, sono consapevoli delle leggi universali normative dell'esistenza, l'uomo, dicevo, si accontenta di poco, e in questa pochezza la sua intelligenza occupa il posto centrale.

martedì 12 maggio 2015

Non essere geniali è il segreto dell'insuccesso

Il genio è colui o colei che vede qualcosa che nessuno ha mai notato prima, e la utilizza per arricchirsi in rari casi, o per farsi derubare, nei casi che restano, da chi è un genio della truffa.
Il genio ha un lato soltanto della propria intelligenza che è sviluppato, e quando ne ha due diventa un genio ricco.
Nessuna persona che si trovi, per proprio merito, a un elevato grado di spiritualità è da ritenersi geniale, perché l'invenzione del tappo della coca cola all'illuminato dal Cielo appare essere una stronzata.
L'ufficio che brevetti la bontà dei santi non c'è, perché la bontà non l'ha voluto.


Ipotesi vitali

La cosa più probabile che accade a chi sta morendo è quella di guardare a quello che si è diventati, e perché si è faticato tanto per esserlo.

Prima ipotesi: "Il fine giustifica i mezzi"

È la teoria adottata da chi si comporta da demone al fine di diventare un angelo.

Seconda ipotesi: "Il fine è l'insieme dei mezzi utilizzati per arrivarci"

È la teoria che sta alla base del vivere senza avere obiettivi di pregio.

Terza ipotesi: "Il fine è necessariamente maggiore dei mezzi utilizzati per raggiungerlo"

È la teoria di chi, pur avendo sbagliato treno, per un colpo di culo si è ritrovato alla stazione di cui non ricordava il nome.


Reincarnavisione

Nascere all'esistenza è un po' come andare al cinema, dove proiettano un film del quale saremo noi i registi. Alla fine della proiezione tutti gli attori si mostreranno compiaciuti della verosimiglianza e aderenza delle recite individuali con la realtà, ma guarderanno male il regista fino a quando quest'ultimo non farà la sua crudele autocritica.
Per fortuna il Produttore ha risorse illimitate e al posto di farci causa si inventerà un nuovo film, riparatore dei danni che abbiamo causato col primo... :D

Guardando indietro ci si immagina il futuro

I ricordi ci allietano e ci perseguitano, e costituiscono la prova inconfutabile del nostro aver vissuto nello stesso implacabile istante, quello che si vive ogni secondo della nostra esistenza, e siamo sempre noi stessi, piazzati lì dal Fato, al centro delle cose che cambiano come cambiamo noi, pur restando sempre noi stessi. Un mistero difficile da sbrogliare, per chi si è lasciato convincere dalla scienza che l'intelligenza di ognuno sia nata casualmente dall'aggregarsi di materia, il cui inizio resta misterioso anche per la tanto celebrata scienza. Il poter salire sulla propria automobile per inquinare il pianeta ci pare essere ragione sufficiente per credere alle farneticazioni di chi, riuscendo a dar forma metallica ai propri sogni, si è arrogato il diritto di insegnare che tutto accada per caso, non importa se ogni cosa mostra di avere una causa. Ripercorrendo a ritroso gli effetti e le loro cause si finisce inevitabilmente col risalire alla prima delle cause, quella che non ha altre cause prima di essa, e non può averne perché la realtà non è un cerchio chiuso. Non ci sono cerchi che possano chiudersi realmente dove il movimento è legge universale. Ogni realtà manca la chiusura su di sé per sovrapporsi al proprio inizio spostata un po' più in là, generando così una spirale. Le orbite dei pianeti sembrano essere chiuse, ma poiché l'intero sistema solare si muove verso la costellazione di Orione, anche quelle orbite ellittiche sono delle spirali e nessun pianeta ripercorrerà la strada già fatta, come nessuna goccia d'acqua passerà dove è già passata.
Allo stesso modo delle vite che si succederanno per ognuno di noi, che avranno occasione d’essere in una dimensione diversa da quella umana già vissuta.
È una legge universale che riguarda anche ogni essere, eppure... eppure c'è qualche cosa in noi che ci dà la certezza di essere sempre noi stessi, in mezzo a tutte le nostre cellule che muoiono e rinascono, e che ci fa sentire quell'io che sappiamo di essere, unico e insostituibile, pregiata realtà che ospita la nostra un po’ meno pregevole intelligenza.
Ognuno si sente un "io", lo stesso "io" sentito da tutti, immerso nello stesso istante vissuto da tutti. 

Sarebbe una realtà contraddittoria se questo sentirsi lo stesso "io", diverso per ognuno ma identico in essenza, non fosse il riflesso dello stesso Sé, centrale e trascendente, che si esprime capovolgendo la propria unità nelle unicità che siamo, le quali danno modo alla molteplicità di essere. Ci sentiamo lo stesso e unico "io”… perché siamo tutti lo stesso e unico Sé assoluto che al centro di noi stessi testimonia la presenza del Mistero assoluto il Quale conosce ogni moto della nostra anima, dei nostri pensieri e delle nostre azioni. La coscienza individuale nasce dall'intelligenza che ci appartiene, ed è il riflesso microcosmico dell'Intelligenza universale e macrocosmica che gli uomini negano possa esserci… perché essa non è di nessuno. La negano perché non sanno concepire un'Intelligenza che sia la causa delle loro minuscole intelligenze, le stesse che stanno conducendo l’umanità all'estinzione della propria specie.

Amore disinteressato

Vivere in un paesino montano di centocinquanta anime, perlopiù fasciste o leghiste, è un'esperienza drammaticamente crudele che il Padreterno mi ha riservato, come fosse la ciliegina sulla torta della mia esistenza. Assisto, ogni volta stupefatto, alla capacità di sopravvivenza alla quale la vigliaccheria dà tanta importanza. Sopravvivere a spese della propria dignità su questi monti appare essere l'unica legge accettabile, e anche la caratura "morale" che spadroneggia senza i freni inibitori che risparmiano dalla vergogna. 
Una lunga fila di fiori di plastica, a ornamento del ricordo con cui i vivi premiano il suicidio di chi all'egoismo ha preferito il volo nel vuoto, dà mostra di sé sulla ringhiera del Ponte del Saltone. 
Fiori finti, come finta è la commozione di chi considera essere una debolezza il farsi assalire dall'amore disinteressato per le persone che soffrono. 

lunedì 11 maggio 2015

Connaturato al proprio essere

Ognuno ha delle speciali abilità che sono connaturate alla propria natura, e di solito queste rivelano la loro presenza anche se l'attenzione è rivolta da altre parti. Di contro ci sono debolezze associate a ciò che siamo che dovranno essere vinte, così come le abilità premono per essere espresse. È l'universale bisogno di perfezione che lo vuole, anche quando sembra che quel bisogno non sia connaturato al proprio essere...

sabato 9 maggio 2015

Dedicato ai razzisti...


Questi razzisti, spesso anche fascisti o nazisti, stanno sulle pagine di Cécile tutto il giorno a calunniare, pubblicando articoli di cronaca nera che riguardano gli immigrati che compiono reati, e lo fanno allo scopo di denigrare culture diverse da quella italiana che di criminali ha riempito il pianeta. Sono esseri ignobili i razzisti, che diffondono di continuo informazioni false al fine di nuocere ai disperati che lavorano regolarmente, per spedire a casa i pochi soldi avanzati che là consentono di sopravvivere ai vecchi che piangono la loro lontananza. Ai razzisti del saluto romano, e pure a quelli che salutano col pugno non importa che ci siano disperati morenti, nelle nazioni dissanguate dal profitto occidentale che dà benessere, anche se relativo, a molti e ricchezze infinite ai ricchi porci, non importa nulla dei bambini annegati, delle donne violentate e torturate che cercano di sottrarsi alle guerre pompate dai bisogni del primo mondo, perché una fetta di torta da dare ai loro figlioletti puliti, che insultano il compagno di colore alla scuola materna, è più importante di qualsiasi altra considerazione, perché i razzisti educano i loro figli allo stesso disonore che accumulerà grasso sulle loro pance e cattiveria nei loro cuori.

Demoni


I demoni non lasciano quello che ritengono essere il loro regno, gli stanno attaccati come zecche su una bestia morente, e gli succhiano le ultime gocce di sangue fino a quando l'animale non morrà. Solo allora i demoni si allontaneranno di poco saltando sulla prossima loro vittima. I demoni non hanno accesso alla sfera spirituale perché essi ne negano l'esistenza, ma è nella sfera di quella Realtà che si compie il nobile sacrificio di sé, e della frenesia del proprio egoismo, quello che si nutre di vittime come fanno i vampiri. Mentre le persone muoiono di fame i demoni ridono sprecando risorse, perché essere padroni è il loro credo, e la malvagità il loro onore.

venerdì 8 maggio 2015

Razzisti che sbavano odio


Nulla cambia se si lasciano liberi di calunniare i criminali che accusano altri criminali, come accade sulle pagine dell'ottima Cécile Kyenge, che si lascia sputare addosso ingiurie dalla masnada di razzisti velenosi che odiano i diversi, dimenticando che gli italiani sono stati coperti dal disprezzo di chi li considerava essere dediti al crimine e pigri incapaci di lavorare onestamente. Oggi il mondo ha italiani ovunque e in alcune nazioni, come l'Argentina, costituiscono la maggioranza della popolazione. Ma ai razzisti questo non importa, a loro interessa odiare e spargono il loro ignobile sentimento sulle donne violentate dai padroni del crimine africano, pagati dalle multinazionali europee, e sui loro bimbi innocenti come le loro mamme, e sugli uomini che vengono da noi a lavorare per spedire in Africa quei pochi soldi coi quali i padroni qui pagano la loro vita infame. Milioni di persone in estrema sofferenza allungano le loro mani chiedendo un aiuto non gratuito, ma mendicando un lavoro brutale e miserrimo, che da noi nessuno farebbe mai nemmeno quando si fosse super pagati. Ebbene, questi maledetti razzisti urlano alle ingiustizie patite, e le donne tra questi sono le peggiori, perché mamme indegne nonostante siano schiave dei razzisti che azzannano per il piacere di fare delle ingiustizie che chiamano, pomposamente, "Orgoglio nazionale”; questi bastardi urlano e schiamazzano, sono cacciatori di fatti di cronaca nera e disdegnano i crimini commessi dagli italiani che sono la stragrande parte, concentrandosi su quelli dei disperati che qui sono trattati come bestie, e quando queste “bestie”, considerate meno dei ratti di fogna (nome dato dagli svizzeri ai frontalieri italiani) commettono crimini i razzisti gli si avventano addosso, portandoli a esempio del degrado civico e morale di tutti gli immigrati che si spaccano la schiena sui campi di pomodori o a scaricare carbone. Io maledico il razzismo, maledico i genocidi e la crudeltà gratuita e vigliacca di questi porci razzisti che si ergono a esempio quando, invece, sono loro la feccia del pianeta, loro che hanno ucciso per derubarle milioni di persone e tacciono sui loro crimini, girandosi di scatto alla ricerca di nuove vittime, mentre la bava fuoriesce dalle loro bocche desiderose di carni innocenti. Casalinghe stuprate dal marito fascista o comunista o democratico, loro e le loro figlie ridono quando gli immigrati sprofondano nel mare e sono felici, ma poi di notte su di esse si arrotola il corpo puzzolente del marito padre con l'alito pesante, lo stesso razzista che odia tutti e ansima di piacere sopra la loro carne piangente ma poi, l'indomani, mamma e figlia si destano dalle violenze subite e si vendicano sui corpi che galleggiano nel mare di odio che chi soffre violenze deve regalare a tutti, perché non sopporta di averlo solo su di sé da chi dovrebbe amare invece che possedere.

Inferno o paradiso?

— Quando si è in vita il Mistero fa il misterioso, nascondendoci un'enormità di cose, poi noi ci si fa l'abitudine e ci si accontenta del poco che ci è dato sapere. D'altronde il lato misterioso dell'esistenza resterà tale a lungo—. 
Così pensava il vecchio che stava tirando le cuoia su un letto stropicciato come ci avesse fatto sesso con l'esistenza, e non mancavano neppure le macchie a punteggiare la coperta, testimoni del filo di bava che lui tentava inutilmente di risucchiare.
Una vampata improvvisa gli fece ribollire il sangue, ricordandogli la gioventù passata, a volte in fretta, altre volte drammaticamente lenta, che aveva tutta l'aria di non voler più tornare; lo sguardo gli si offuscò sollevandolo dalla fatica di dover guardare il mondo che spegneva le sue luci, e l'ultimo esile sospiro parve interrompersi a metà, per lo stupore dato dal trovarsi altrove.
Il cuore cessò di pompare con un sibilo di contentezza, e il sangue arrestò il suo forsennato inseguire se stesso nel circolo vizioso che nutriva senza sosta un organismo stanco di obbedire all'esistenza.

L'anima tacque nell'abbandonare alle larve di mosca quella che era stata un'organizzazione talmente coordinata… da riuscire a funzionare in una percentuale di organi al lavoro così bassa, che se fossero stati operai di un cantiere avrebbero ricordato quello della Napoli Salerno.

Si dileguò lasciando al freddo il compito di irrigidire il guscio vuoto che fissava un Cielo spento, e corse leggera verso la soddisfazione di una curiosità sempre viva da soddisfare.
Il percorrere il tunnel e luce abbagliante finale non la distrassero, ma il ritrovarsi accerchiata da centinaia di persone certamente la stupì. Attorno all'anima volti ricordati a fatica avevano un'espressione supplichevole, come quella di chi non aspettasse altro che chiedere perdono. 
Li mise a fuoco uno per uno, senza fretta, e rammentò le vicende patite che gli erano state inflitte da ognuno di quei volti. Improvvisamente capì che il male subìto da quelle anime supplicanti doveva essere ricompensato, e loro stavano lì attendendo di pagare i loro debiti.
Ancora non poteva immaginare attraverso quali leggi i crediti accumulati sarebbero stati corrisposti, ma una cosa appariva essere estremamente chiara: anche lei avrebbe dovuto pagare tutte le anime che avevano sofferto le ingiustizie che lei aveva ordito contro di esse. 
Non poteva ancora sapere se tutto questo fosse l'inferno o il paradiso, ma gli sembrava che l'inferno fosse il dover pagare e il Paradiso il riscuotere.

mercoledì 6 maggio 2015

Natura naturante?

— C'è qualcuno tra voi che si sente vicino all'ideologia fascista?—

— Mi scusi, ma quali sono i princìpi dell’ideologia fascista?—

— Te li spiego subito ragazzino: la vedi la natura come si comporta?—

— A me sembra che non sia la natura a comportarsi, ma siano tutti quelli che sono parte della natura a decidere di farlo—

— Bene, lo vedi come si comportano gli esseri che fanno parte della natura?—

— Sì che lo vedo, ognuno si comporta per quello che è o ha scelto di essere—

— Bene, e cosa fa, secondo te, la maggioranza di quelli che appartengono alla natura?—

— Fanno gli stronzi!—

— Bene, ragazzino, e tu con chi vorresti stare? Con la maggioranza o con la minoranza che subisce?—

— Con la maggioranza!—


— Bene, hai visto? Sei fascista anche tu, perché da nessuna parte è scritto che la minoranza ha ragione solo perché è fatta da pochi…—

Dignità diverse

— Lei che sta facendo? Ma dico io... le sembra un comportamento dignitoso quello che sta tenendo?
— Si rimetta in fila dietro agli altri
— Eccheccazzo!

— Non avete un minimo di rispetto per noi nazisti che dovremo pulire i forni che state sporcando con le vostre ceneri!…—

Facebook è infestata dai fascisti


Fascisti e razzisti stanno qui a pubblicare storie di cronaca nera sulle malefatte gravi commesse dai criminali stranieri; lo fanno con lo scopo di criminalizzare chiunque non sia italiano. Chiamano questo "orgoglio patriottico". La cosa che stupisce è che questi fascisti razzisti ritengono giusto invadere l'Africa per colonizzarla portandosi appresso la civiltà di stupri e omicidi che rappresentano gli unici valori fascisti, oltre naturalmente al furto. Odiano i "negri" come ogni stupratore odia il marito della donna che sta violentando. Nonostante i loro "valori" demoniaci i fascisti si ergono come fossero baluardi della libertà di sentirsi superiori alle altre diverse razze e nazionalità, e si compiacciono di essere forti e violenti, perché un fascista è un superuomo senza alcuna pietà per i deboli che non hanno il diritto di vivere. Per il fascista non ce l'hanno a immagine di quella che considerano una legge di natura che consegna ai predatori le vite delle prede. Il fascista è un predatore, ma la sua preda è la propria dignità.

Fin troppo crudeli...

Poche persone amano considerare i modi di azione della Verità, che è costretta ad affermarsi per l'imposizione data dalla propria natura. La Verità unica regge l'intero universo, attraverso le perfettibili singole verità parziali la cui somma consente l'equilibrio generale, perfettibile anch'esso. Sembrerebbe un discorso fumoso e inconsistente, ma è applicabile al granello di polvere come alle galassie e, soprattutto, all'esistenza di ogni essere. I modi di azione della Verità non sono soltanto "veri", ma a coloro che vivono di menzogne parranno anche fin troppo crudeli...

Chi è il fascista?

È uno che non concede agli altri ciò che vuole per sé, ritiene giusto invadere le terre altrui e schiavizzare, uccidere e violentare, ma se gli insulti la mamma si mette a piangere. Si lamenta che i popoli invasi si ribellino tentando di cacciare via gli invasori, ma poi caccia via le persone che vengono nella nazione che ritiene sua a lavorare. Non paga tasse, ruba calunnia e mente ed educa i propri figli a fare altrettanto. Frigna di continuo per i soprusi altrui perché non vuole competitori. Usa nomi falsi, ride dietro a chiunque non sia malvagio come è lui chiamandolo "buonista", è disposto a fare stragi di innocenti mettendo bombe alle stazioni, nelle banche, in mezzo alle persone che manifestano; si veste di nero e si infiltra nelle manifestazioni di protesta per incendiare città e picchiare a morte persone. Allo stadio accoltella i tifosi avversari, uccide i poliziotti, ma quando il fascista è un poliziotto ammazza a manganellate ragazzini minorenni o adulti che poi calunnia per farsi bello. Tortura ragazzi innocenti e se ne vanta sperando di poterlo fare ancora. Però difende sua mamma. Le donne fasciste sono anche peggio degli uomini, si tingono di biondo per assomigliare alle donne teutoniche e sputano veleno mentre si prostituiscono leccando il loro padrone. I fascisti adorano il concetto che più si è e più si ha ragione, e si legano tra loro nel fascio che sostiene l'ascia che taglia le teste di chi fascista non è. Tradiscono chiunque nell'ipocrisia più totale, picchiano i figli e le mogli e negano assistenza ai vecchi della loro famiglia, ma la cosa che fanno più volentieri è quella d'insegnare agli altri cos'è un superuomo. Gettano dagli aerei militari i dissidenti politici dopo aver adottato i loro figli che da adulti scopriranno di avere, come genitori, gli assassini della loro vera famiglia. Sono demoni asserviti al male, perché credono che il bene sia soltanto ipocrisia, la stessa che quando appartiene a loro chiamano orgoglio nazionale. Il fascista è convinto di essere superiore per la sua appartenenza alla razza migliore del pianeta, e ritiene che appartenere alla propria nazione sia un atto volontario che dà onore, giura anche che appartenere alle altre nazioni sia un atto volontario che dà disonore. Per il fascista, di conseguenza, è giusto e onorevole invadere e sottomettere gli altri popoli inferiori e assassinare derubandoli gli appartenenti alle razze considerate inferiori perché diverse dalla propria.

domenica 3 maggio 2015

Il bene e il suo contrario

L'intelligenza individuale, essendo un effetto consequenziale in divenire di questo nostro esserci, non può essere la causa del nostro esserci, e poiché ogni causa è necessariamente superiore agli effetti che essa contiene in principio, prima che questi dispieghino le proprie potenzialità, si deve dire che ogni intelligenza individuale debba essere la conseguenza di un'Intelligenza universale e centrale che le è superiore, e che si esprime riflettendosi nel capovolgimento individuale che la nostra mente fatica a cogliere. Mente che costituisce il mezzo attraverso cui la consequenzialità logica dà forma alle ispirazioni e alle idee che ancora una forma non hanno. Analogamente al punto geometrico centrale privo di dimensioni, che determina la circonferenza invertendo la propria unità centrale nelle unicità molteplici dei diversi punti di cui è composta la circonferenza, il Mistero inesplicabile della nostra origine dà forma a ciò che ognuno di noi è, capovolgendosi nelle unicità che siamo, relative e sempre diverse una dall'altra, che vorticano attorno al nucleo privo di forma che è la potenzialità del centro del quale siamo l'espressione manifestata. Prima di essere siamo contenuti in una Realtà superiore a quella che si manifesta attraverso la vita, che in mancanza di termini adatti potremmo chiamare "Non essere", perché contiene in principio le possibilità di manifestazione. Un "Non essere" che è superiore all'essere, al quale ognuno ritornerà nella trasformazione chiamata morte. In quel "Non luogo" è conservata la memoria di ciò che abbiamo scelto di essere vivendo, memoria che è associata all'embrione di possibilità che attendono il momento adatto al loro esserci, per legarsi all'essere nuovo e diverso che saremo, sempre sentendoci lo stesso io che sappiamo di essere ora. Un ego diverso sulla circonferenza dell'esistenza, immagine differenziata dello stesso centro che è il sé di ognuno di noi: identico a se stesso in tutti i diversi. È in questa consapevolezza spirituale che è decisa la scelta di non far del male a nessuno, ed è per questa ragione che è definito essere un bene il non nuocere ad altri, e un male il suo contrario.

Il litigio


Il litigio è l'anima della realtà: litigano tra loro sistole e diastole, inspirazione ed espirazione, gamba destra e quella sinistra ogni volta che si cammina, lobo cerebrale destro contro quello sinistro e l'unica volta che destra e sinistra trovano un accordo è quando la mano destra picchia conto l'interno del gomito sinistro per mandare affanculo qualcuno…

Femore permettendo

A venti anni pensavo che i miei interessi non avrebbero sopportato di oltrepassare i trenta anni di età. Raggiunti di culo i trenta dovetti ricredermi, limitando il mio rifiuto ad arrivare a chiudere con la vita intorno ai settanta anni. Oggi ne ho sessantatré ed entro ufficialmente in quella che è considerata dalla legge essere la terza età, quella che un tempo era riservata ai pensionati. Divertirsi a questa età è un obiettivo che richiede un impegno tale da negare ogni divertimento che sia distante dal farsi del male. Se si mantengono le velleità sportive e si cade, ci vogliono mesi a guarire, si esce con la moto sulle mulattiere con la fleboclisi al posto della tanica di riserva della benzina, e di fronte a salitoni di sassi smossi ci si fa il segno della croce prima di spalancare timidamente il gas. Il mondo pare essersi trasformato in una "pallestra" gonfiabile per bambini, disseminata di trappole rosso sangue al posto delle palle colorate. Gli sguardi delle femmine coetanee guardano sempre il cavallo dei calzoni, ma per capire se si indossa il pannolone. Pure il Cielo pare meno sereno, come se sapesse qualcosa sul nostro futuro che la nostra mente fatica a trasformare in parole. Non si può fare altro che adattarsi nella consueta antica logica, quella che consiglia di rialzarsi quando si è caduti, femore permettendo... :D

I popoli nomadi

— Lei è uno schifoso razzista, se ne renda conto, le persone non sono buone o cattive in dipendenza della razza di appartenenza, ma lo sono per le scelte che fanno—

— Mi spieghi allora perché gli zingari sono tutti delle merde...—


— Lo sono dal nostro punto di vista, che non tiene in alcuna considerazione l'aver imposto ai popoli nomadi condizioni di vita terribili, perché ostacolate dalle restrizioni date dai grandi agglomerati urbani, gli stessi che risucchiano le libertà nomadi, recintandole col cemento, l'inquinamento e il rifiuto di guardare il Cielo, ringraziandolo con la musica della propria anima e del proprio violino—.

giovedì 30 aprile 2015

Bambina palestinese della striscia di Gaza


La bimba chiude gli occhi della sua bambola, per risparmiarle la vista di orrori che nessuno risparmierà a lei...

L'Intenzione trascendente

La natura dell'intenzione del Mistero assoluto la si può dedurre dal fatto che ai santi è negato il diritto, e pure il dovere, di dichiararsi santi. Se si è generosi non lo si può dire, se si è onesti non è lecito ammetterlo. È soltanto possibile confessare di essere degli egoisti, bugiardi, disonesti, ipocriti e peccatori. Tutto questo a immagine del Mistero assoluto che nasconde la propria trascendenza.

L'armonia con se stessi

L'umanità è quella che è perché ogni essere umano pensa di dover cambiare chi gli sta vicino per poter stare in armonia con se stesso, ma il vero nemico è proprio quel "se stesso" che gli ha dato quel consiglio.

mercoledì 29 aprile 2015

Ragionamento a ruota frenata

Questa cosa dell'essere necessari all'universo so che è vera ma, francamente, mi deprime. Io sento che potrei non esserci e, nonostante la mia assenza, l'universo non si fermerebbe a chiedersi cosa debba sacrificare, oltre me, per ringraziare il Cielo di aver ricevuto un dono tanto generoso. Si pensi soltanto a come sarebbe appiccicoso questo nostro mondo se i malvagi decidessero di convertirsi al rispetto della verità. Anche perché è noto a tutti che una cosa buona nelle mani della persona sbagliata cessa di essere buona, pur continuando a essere vera.

Gli va molto vicino

Non so se sia lecito ammettere di essersi rovinati la vita a causa della propria inclinazione alla polemica, certo è che se i santi non sono di troppe parole non è per evitare di rovinarsi una vita alla quale tengono poco, ma è per non mortificare le persone distanti dal trovare un'armonia decente dentro di sé. Il caso che mi riguarda è, però, distante da quello delle persone ad alto grado di perfezione, è più vicino a quello di chi, non riuscendo a tacere, se la prende con chiunque parli senza cognizione di causa, facendolo senza preoccuparsi eccessivamente degli eventuali effetti provocati. Non sarà proprio un volersi rovinare la vita, ma gli va molto vicino.