mercoledì 31 luglio 2013

Sogni

C'è solo un modo perché un sogno si realizzi davvero: quando si spegne nell'accendere un sogno più grande.


La complicità

Ci si associa al male solo attraverso la complicità, mai la ragione del condividere una stessa finalità malvagia è data dalla condivisione di un valore, perché per il male l'unico valore che si presta al tradimento è, appunto, la complicità.

L'ipocrisia del male

Il male deve sempre travestirsi perché la realtà deve le proprie ragioni d'essere al sacrificio di una volontà sacra che ha donato se stessa a fin di bene.
Per questo chi si schiera dalla parte del male dovrà sempre giustificare la propria scelta additando il male altrui verso il quale, a fin di un supposto bene, tenterebbe di difendersi proteggendosi dietro allo stesso male.

Contrasti

È tanta la cattiveria nel mondo, quanta è la sabbia di una spiaggia che stringe nella sua morsa la piccola preziosa conchiglia che protegge la poca bontà sopravvissuta. Ciò nonostante è per merito della piccola conchiglia che è possibile sapere che il resto è rovente sabbia.

martedì 30 luglio 2013

Chi scrive...

Chi scrive non dovrebbe mai chiedersi cosa sia in grado di capire chi leggerà i suoi scritti, perché il chiederselo lo indurrebbe a dover ridurre le verità da esporre. Chi scrive deve sempre sperare che sia il lettore a doversi elevare per comprendere, a meno che chi scrive lo faccia con lo scopo di imbrogliare. Di norma il primo a essere imbrogliato è chi scrive credendo in ciò che scrive, a meno che non conosca la verità in modo assoluto, come è il mio caso. Chi scrive conoscendo la verità in modo assoluto ha, però, un problemino irrisolvibile da affrontare, perché la verità assoluta non la si può comunicare.

Non è vero, ma suonava spiritosa...

È detto, nelle sacre scritture di tutti i popoli del pianeta, che il paradiso lo si costruisce sulla forma del proprio miglior desiderio, il quale sarà trasformato in paradiso solo dopo esser stato capovolto dall'ironia con la quale il cosmo ama stupire gli sprovveduti che sognano...


lunedì 29 luglio 2013

Si va...

Si va, tutti nello stesso istante che pare muoversi solo perché noi ci muoviamo, ognuno per la sua strada che c'è solo perché è quella riservata a ognuno, apparentemente diversa dalle altre come lo sono gli istanti tra loro, ma con lo stesso obiettivo da raggiungere: la perfezione. Si va, accontentandosi di non sapere il perché, ognuno con molti dubbi e anche qualche certezza pronta a ridiventare un dubbio. Si va, convinti di poter scovare la felicità nascosta dietro a ogni angolo. Si va, proprio perché non si è felici. Se si fosse felici ci si fermerebbe, ma dove... che tutto quanto si muove?

Che non ci sia un dove né un quando, ma solo un come dato dal perché?

Esistenza

L'esistenza deve il suo esserci alla verità delle ragioni che esigono quell'esserci, e tra queste ragioni c'è anche la necessità del contrasto che stabilisce relazioni. È per questo che esiste anche la falsità la quale, per la verità, costituisce una "vera" falsità. Dunque siamo immersi in una sfida che mette alla prova chi siamo nei confronti di chi potremmo essere, ed è una lotta che non risparmia nessuno, perché ricchi o poveri, belli o brutti, buoni o cattivi ognuno di noi è libertà imprigionata che deve spezzare i propri legami, per essere ciò che si è dimenticata di essere all'origine della propria centralità che sta sepolta, ma non è morta perché è immortale.

Vacanze quasi aggratis...

Una vacanza! Mi avevano giurato dovesse essere una vacanza. Una specie di passeggiata tranquilla dove far valere i miei sacrosanti diritti di nuovo essere, venuto al mondo con intenzioni pacifiche. Invece, gli sberloni sul culo e il fiato pestilenziale dell'ostetrica mi hanno avvisato che la vita ha tutta l'aria di essere come quelle vacanze a basso costo dove è tutto compreso, tranne la possibilità di essere contenti. La fortuna di non riuscire a mettere bene a fuoco il panorama attorno si è presto dileguata, ed è stata sostituita dalle facce di due tipi loschi che parevano un hippie e l'altro la guardia che lo aveva appena arrestato, che tentavano di mettermi le mani addosso per nascondermi della droga, o cercarla, nel pannolino. Ho saputo dopo che erano i miei genitori, e appena saputo che i genitori non sono altro che due nuovi padroni… mi son chiesto quali potevano essere le ragioni occulte di tanta crudeltà nei miei confronti. Crescendo la mia lucidità si è acuita, consentendomi di scoprire di essere un portatore sano del peccato originale, causa prima dell'esser dovuto nascere per scontare la pena di quella originalità che non è, come verrebbe da credere, un aver peccato volontariamente e con inventiva, ma è soltanto la conseguenza dell'avere avuto due antenati disubbidienti che non hanno apprezzato l'ignoranza totale, nella quale erano stati tenuti all'oscuro delle poco chiare intenzioni di un Padreterno geloso e vendicativo.

Ora sono qui, che devo scegliere se pregare o bestemmiare, ma di una cosa sono sicuro: mai più vacanze per pagare un conto che non è mai stato saldato da chi lo ha aperto.

Su questo blog...


La quantità ha un peso che la qualità non ha, questo è poco, ma non sempre vero. Nel caso che mi riguarda da vicino, però, lo è, vero intendo… Tengo un blog, chi leggerà non avrà bisogno di essere convinto, frequentato da sparute e fuggitive presenze che quasi mai commentano per ragioni che non mi vogliono dire, ma io scrivo per me stesso, non per chi mi leggerà, anche se mi fa piacere essere letto. Non sono uno scrittore nel senso dato comunemente a questo termine, scrivo da pochissimi anni solo perché non ho avuto bisogno di imparare a farlo, considerato che ho una conoscenza innata della lingua e delle regole che ne ordinano l'esposizione; scrivevo a sedici anni di età come scrivo ora, e a quel tempo i miei professori mi consideravano un genio. Ovviamente sapevano che ero anche un genio della disobbedienza. A causa della mia frequentazione di un altro blog i lettori sono aumentati di numero riducendo, di conseguenza, la qualità che li distingueva quando considerati per il peso bruto della loro intellettualità, e a causa di polemiche avute su quel blog hanno iniziato a irridermi perché nessuno mi lascia commenti. Immagino l'abbiano fatto perché così non si sentivano i soli a non capire il senso di ciò che scrivo. Ora, terminate le polemiche su quel blog, questi speciali lettori, sbandieratori di consensi o di odio, sono andati a elargire consensi o dissensi da altre parti e a me non resta che ringraziarli di aver liberato spazio che non sarà occupato da altri, ma servirà a me per riflettere su quanto la quantità sia pesante e quanto la qualità sia, da quel peso, molto distante.

domenica 28 luglio 2013

Per essere soddisfatti della propria vita...


C'è solo un tipo di soddisfazione che può essere concessa dalla vita, ed è dato dallo sforzo necessario per essere coraggiosi nel riuscire a difendere la verità che si sa essere vera.

Prima che ebbe inizio il prima

— Che la luce sia!— sentenziò una volontà che non poteva esprimersi senza provocare disastri
— E la luce fu— rispose, con qualche contrarietà, il Buio che fino a lì era stato prudentemente silenzioso

— È sempre la solita storia— disse dentro di sé l’oscurità, che da ora in avanti avrebbe dovuto vivere la libertà condizionata che non piace a nessuno

— Addio tranquillità, ora arriveranno moltitudini di pidocchi a infestarmi l’anima, e la menzogna mi accuserà di essere la casa del diavolo

— Il male arriverà travestito di bianco, nell’ipocrisia del suo solito imporsi abbagliante, spaventando gli esseri con la storia dell’uomo nero perennemente in agguato nel buio, e nessuno considererà mai la generosità di un Buio, che contiene in principio tutte le possibilità che saranno, e senza il quale la luce non potrebbe illuminarle—

sabato 27 luglio 2013

Anno Domini 25 dopo Cristo...

Anno Domini 25 dopo Cristo, periferia di Nazaret, in uno scantinato che ricorda quello dove Bill Gates assemblò il primo computer con pezzi recuperati in una discarica di elettrodomestici, un capellone biondo e con due bellissimi occhi azzurri, caso più unico che raro tra i nati in Medioriente, stava mettendo insieme un pensiero che darà una decisiva spallata a quella che sarà considerata essere un'inversione a U nel destino dell'umanità. Il giovane, pervaso da un'intenzione che sarebbe difficile far rientrare nei canoni del buonsenso, stava digitando sulla tastiera del portatile in legno cesellato da suo padre, una frase che avrebbe sollevato polemiche per i tremila anni a seguire.
Più o meno diceva così:— È fin troppo facile voler bene ai propri amici, sono i propri nemici che è necessario riuscire ad amare!—

Io non sarei d'accordo nemmeno sulla prima affermazione, figurarsi sulla seconda… comunque quel messaggio scatenò un putiferio su FaceBook che non si è ancora placato dopo le innumerevoli guerre, e anche qualche crocifissione, fatte per vederci chiaro.

Riconoscere il vero


È sempre riservata all'intelligenza la capacità di riconoscere il senso profondo di una bugia o di una verità. Chi ha bisogno di prove è colui che non ha un'intelligenza sviluppata a sufficienza.

venerdì 26 luglio 2013

Paradossi non così evidenti...


C'è un detto che dice: "Chi sa tace!", ma chi lo ha detto per dirlo ha dovuto parlare e, di conseguenza, ha dimostrato di non sapere. In effetti colui che conosce, nella Certezza assoluta perché priva di dubbi, i princìpi ordinatori dell'intero universo, che sono le leggi universali dalle quali il tutto degli eventi prende avvio, sarebbe meglio tacesse per molteplici ragioni, la prima delle quali è in relazione all'incomunicabilità della verità nella sua essenza. Si possono dire, della verità, solo le cose che non sono assolute e questo pone quel dire sul piano relativo dove, come volpi affamate, scorrazzano le falsità. Un altro detto, usato molto in questa epoca materialista, cita: "La verità assoluta non esiste", non notando che affermare questo significa contraddirsi, perché il dirlo ammette di potersi sbagliare dal momento che si vorrebbe spacciare una verità relativa come fosse a propria volta assoluta. Chi conosce i princìpi è necessariamente libero di scegliere se parlarne oppure no, perché la libertà di scelta mai è negata dalla conoscenza perfetta. La verità si difende da sé attraverso la propria incomunicabilità, perché non essendo relativa non si presta a essere trasformata, senza subire una conseguente riduzione, che rappresenta un degradare, corrompendosi nella consequenzialità che è relativa. Tuttavia è possibile parlarne perché potrebbe essere utile come preparazione, sempre relegata alla scadente elevazione del piano culturale, preparazione utile a colui che è capace di scansare il proprio ego di lato, spostandolo dietro alla propria voglia di conoscere.

giovedì 25 luglio 2013

Non vedo l'ora...

Espressione usata frequentemente dalle persone che sperano il tempo passi velocemente. Di norma queste stesse persone, al momento della loro morte, non vedono l'ora che questa non arrivi...

martedì 23 luglio 2013

Le cose vere della vita

"Le cose vere della vita non si studiano né si imparano, ma si incontrano."
Oscar Wilde


Chi ha scritto questa frase non si è chiesto cosa si debba intendere per verità. Vera è anche una bugia, nel senso che è una "vera" bugia. Vero è tutto ciò che è, e ancora più vero è tutto quello che è oltre l'essere, in quanto causa e principio dell'essere. Si può incontrare il vero leggendo, anche se il leggerlo non significa comprenderlo. Comprendere significa fare proprio, a differenza dello studiare che può voler dire il semplice e poco meritevole memorizzare. La verità la si incontra vivendo, e il vivere comprende tutto quanto ci accade, oltre a quello che facciamo accadere noi. Oscar Wilde mi è molto simpatico e alcuni suoi aforismi sono acutissimi. Era uno scrittore intelligente, ma non basta essere intelligenti per comprendere il significato profondo nascosto al centro dell'esistenza. Occorre essere disposti a capire che la nostra intelligenza individuale è figlia corrotta di un'Intelligenza universale, quella che l'uomo chiama "Mistero dello Spirito"...

Dedicata ad alcuni fun del blog di zerocalcare


L'intelligenza ha il dovere di rivolgere la propria attenzione a chi ha bisogno di aiuto, anche se le piacerebbe discutere con altre intelligenze.

Libertà


La libertà è la possibilità di scegliere di essere il meglio di ciò che si riesce a essere. È la rassegnazione a dirci che non siamo liberi.

Dalla mia Wikipedia personale: Il Fun

Il fun è colui che tutti vorrebbero come nemico, l'ammiratore affamato di eventi del cui senso capisce poco, perché se fosse in grado di cogliere le sue ragioni d'essere si getterebbe nell'affascinante rischio dato dal crearne di propri. Rischio conseguente alla natura di chi è felice di essere un fun, personale inclinazione che lo rende capace solo di criticare, nel bene o nel male, ciò da cui è stato stupito a causa del suo osservare dal basso tutto quello che gli acciacca la testa…. mandandogli il cuore in visibilio.

Massime minime

Non si deve aspirare al possesso stabile della felicità, perché essa è un passero che passa veloce, e quando è catturato la sua felicità subisce la stessa fine del suo volare.

È meglio allevare passeri per liberarli, piuttosto che volerli catturare per ingrassarli…

lunedì 22 luglio 2013

Su una frase attribuita al Buddha



Detta così sembra che la pace si trovi nella stessa condizione in cui si trova una zia che ti viene a trovare per regalarti una torta di compleanno. A parte gli scritti di Asvaghosa sul Buddha, poeta indiano che visse molto tempo dopo il Buddha, non ci sono testimonianze scritte su ciò che il Buddha disse. Di certo si sa che non scriveva frasi adatte alle parole crociate come è il caso della frase sopra. La pace è la condizione necessaria alla libertà perché questa possa esprimersi, ed è la libertà il sole centrale che sorge all'orizzonte del Buddha. La pace è la conseguenza della consapevolezza perfetta perché è conseguenza della fatica data dal voler vivere nel rispetto dei princìpi universali e spirituali che si conoscono nell'immediatezza della visione interiore, il terzo occhio centrale che è intelligenza non più individuale, ma universale. Chi potrebbe aspirare alla pace interiore senza prima conoscere perfettamente le sue ragioni di essere? Non la pace, ma la consapevolezza deve prima attuarsi perché la pace possa diventare il terreno sul quale l'amore fiorirà. Si può dire della pace che bussa a una porta chiusa dall'incapacità di capire le ragioni dell'esistenza? È troppo facile sparlare a casaccio di quello che non si è colto personalmente: si prende una bella frase ad effetto e la si butta in pasto alle fiere carnivore che vedono le possibilità di affermazione della propria pace nell'annientamento della pace altrui. La pace non è cosa che si può cercare emotivamente, perché l'emozione è la cosa meno stabile che c'è, e quella pace muterebbe le proprie caratteristiche al variare dei sentimenti che cambiano persino in dipendenza delle diverse latitudini geografiche e culturali. La pace non la si cerca, ma sarà la conseguenza del conoscere perfettamente, perché si conosce al di sopra del dubbio, la ragione essenziale d'essere dell'esistere che è causa stessa dell'esistere. È questa una conoscenza che non si offre a colui che la persegue, perché non la si trova come fosse un sasso pregiato e luccicante. La verità unica non la si gratta dal Cielo come non la si raccoglie da terra, né si può infilare una mano all'interno della propria anima per unghiarne l'ipotetico scrigno. La Verità è al centro di tutto ciò che è, che sarà e che non è suscettibile di poter essere manifestato. La Verità, che è Intelligenza universale, Libertà e Pace nello stesso istante eterno è viva, e consapevole anche se non è un essere e non è sottomessa all'esistenza della quale è Causa. È la Verità l'unica capace di comprendere le reali intenzioni di chi la sta cercando tenendo per mano la propria intenzione di capire, ed è la Verità che accetta di farsi trovare da colui che la cerca, ma solo quando chi la cerca mostra di avere pure e altruistiche intenzioni. Quelle intenzioni sono la chiave che la Verità userà per aprire la porta alla possibilità di conoscere attraverso la fatica del donarsi, ed è dietro a quella fatica che stanno sia la Pace che la Libertà. 

Che senso ha il lamentarsi?

Chi più e chi meno tutti quanti ci si lamenta di qualcosa. Non faccio un elenco di lamentele, possibili quanto giustificate, perché Blogger dà un ristretto limite per ogni scritto che consiste, mi pare di aver capito, in ottomila pagine scritte, e non sarebbero sufficienti a formulare anche il riassunto di un elenco spesa al discount della fatica di vivere. Eppure... a ben riflettere... quale altro modo l'esistere potrebbe avere per essere interessante, creativo e avventuroso se non fosse la disperazione che è? Chi aspirerebbe a stare sdraiato sul divano della propria comodità, con una canna di ottimo hashish in una mano, un videogioco nell'altra, qualcuna che ti imbocca di buon cibo e qualcun'altra che ti ammaestra dal vivo sull'ampiezza del godimento sessuale? 
Mmmm... mi sa che dovrò scrivere qualcosa di più convincente... 

domenica 21 luglio 2013

L'incomunicabilità della verità nella sua essenza

La verità non è mai comunicabile nella sua essenza, non lo deve essere perché deve rispettare la libertà che ognuno ha di farsi trovare pronto con una balla credibile quando la verità busserà alla sua porta...

Dubbi non amletici


Chi volesse trovarsi al centro del generale disprezzo deve soltanto dire quella che ritiene essere la verità, ma deve dirla in mezzo a coloro che non la dicono mai... Per analogia inversa ci si fa disprezzare anche dicendo una falsità in mezzo a persone che la sanno riconoscere per quello che essa è.

Le ragioni del male

Ci sono diverse ragioni per le quali il male può accanirsi contro un essere, ma due di esse sono le più importanti: la prima è in relazione al bisogno che l'essere ha di imparare cosa il male sia, e la seconda è quella data dal suo averlo appreso che ingenera una nuova necessità, che è quella di dovervi porre rimedio.

sabato 20 luglio 2013

Una mucca ha lasciato davanti al cancello del mio orto la sua versione della domanda cosmica che ha in sé la risposta da dare. Naturalmente io non la penso come lei e lei deve esserselo immaginato, dal momento che mi ha voluto informare sulla visuale data dalla sua particolare prospettiva...


venerdì 19 luglio 2013

La forma della Perfezione (1°- 2°- 3°) in via di continuazione

— Dunque lei, professore, sta dicendo che l'universo è caratterizzato da una sua forma?—
— Certamente colleghi professori, è rotondo—
— Ma si rende conto dell'assurdità di quanto sta dicendo?
— Con quali strumenti ha potuto accertarlo?—
— Con la mia intelligenza, signori…
— Non è forse l'intelligenza l'unico strumento in grado di misurare se stesso in ciò che è capace di contenere?
— La Perfezione dell'intero universo è data dalla somma delle imperfezioni dalle quali è composto
— E queste imperfezioni sono sfere imperfette che ruotano attorno ai propri assi, seguendo traiettorie ellittiche emulative di altrettante imperfette sfericità
— Poiché il tutto cosmico deve necessariamente obbedire alle leggi che regolano il pulsare che muove le sue parti, ognuna delle quali rappresenta un microcosmo analogo al macrocosmo rappresentato dal tutto, del quale è particolarità necessaria all'equilibrio generale
— Deve dedursi quindi che essendo la grandezza totale dell'indefinito analoga a quella del piccolo del quale è somma, questo grande dovrà rivestire una forma analoga a quella che le forze rotatorie imprimono all'indefinitamente piccolo—
— Lei, professore, così dicendo è caduto in una palese contraddizione, perché ciò che è indefinito è anche privo di una forma che sia definibile come appunto è la rotondità da lei ipotizzata—
— Signori professori e colleghi, è proprio la sfericità della forma, che necessariamente obbedisce alla perfezione della propria centralità priva di estensione, l'elemento che irride l'intelligenza disegnando la propria indefinitezza
— E la disegna nell'armonia che assegna, a ogni punto delle indefinite circonferenze possibili, un'eguale distanza che separa l'unità centrale dalla molteplicità superficiale frutto delle unicità date dal bisogno di differenziarsi—
— Facciamola breve, professore, ci dica quale sarebbe la conseguenza, percorribile scientificamente, di questa sua tanto singolare quanto originale teoria…—
— È presto detto signori colleghi… Come è facile dimostrare attraverso il calcolare analogico, ogni sfericità è la rappresentazione geometrica di due spirali contrapposte, ognuna di esse costituendo la riflessione capovolta dell'altra
— La somma delle quali illustra le difficoltà date dal dover conseguire l'obiettivo del raggiungimento dell'orizzonte mostrato dalla superficie
— È per questo che l'universo è detto sia indefinito
— Ed è per questa stessa ragione che il viaggio interstellare non avrà una sua fine...
— … fino a quando non sia in grado di addentrarsi nelle viscere interne che conducono al cuore del quale la sfericità superficiale è il pericardio—
— La invitiamo, professore, a essere più chiaro, sta esaurendo l'augusta pazienza del Consiglio delle Nazioni che dovrà giudicare il suo criminale operato…—
— Suvvia signori professori… non siate così impazienti di accelerare la fine del vostro potere
— Ho dovuto farlo per sottrarre alla vostra fame di conquiste l'intero universo—
— Ci dica finalmente dove ha nascosto l'intera struttura che il Consiglio delle Nazioni aveva generosamente consegnato alla sua inaffidabile intelligenza, per darle modo di deludere i suoi augusti membri
— Come ha potuto fare letteralmente sparire dalla faccia del nostro pianeta un intero Centro di ricerche esteso su una superficie di seimila metri quadri?
— Come ha fatto a dissolverlo senza lasciare dietro di sé tracce di attività radioattiva, l'unica in grado di disintegrare integralmente una così enorme struttura?—
— Non l'ho distrutta, l'ho soltanto trasferita—
— Trasferita dove? Non dica stupidaggini...
— Lei sta sottovalutando la determinazione che può motivare il Consiglio delle Nazioni al poter decidere di ricorrere all'indagine psichica forzata, quella che indagherà nei suoi ricordi, sezionandoli...
— Lei sa bene, professore, quanto sia crudelmente doloroso un dissezionamento psichico che avrà, come conseguenza, il coma irreversibile del paziente…—
— Signori, vi prego… la vostra mancanza di stile è pari soltanto al traballare delle strutture che trattengono, a fatica, l'inadeguatezza della vostra intelligenza
— L'intera struttura è stata da me trasferita sotto la superficie sferica delle fantasie che il progredire di una civiltà meccanicistica ha inoculato nella vostra immaginazione
— Là, dove il riflettersi dell'apparenza cessa di edificare l'illusione che è la realtà nella quale si tenta di realizzare l'impossibile
— Ora la vostra struttura, pregiato mezzo che ha concesso di leggere e tradurre le intenzioni dell'Ignoto, è stata allontanata dai pericoli che il vostro egoismo ha generato
— Perché la possibilità di spostare astronavi insieme a intere popolazioni attraverso l'istantaneità del Non tempo, che è asse del vortice cosmico
— Consentirebbe alle Nazioni del Consiglio che rappresentate di dare forma solida a ogni desiderio di conquista
— Desiderio che cresce sull'aridità dei vostri cuori, divorando la libertà che muove l'universo difesa dall'impossibilità di raggiungere le libertà altrui allo scopo di annichilirle—
— Perché, professore, lei è rimasto tra noi?
— Non poteva sottrarsi al nostro giudizio, nello stesso modo in cui ha depredato la ricchezza che il Consiglio delle Nazioni le aveva affidato?—
— Tra voi è rimasta soltanto la mia ombra, signori, che si farà indagare senza opporre resistenza
— Una semplice contingenza che svanirà dopo il compito che le è stato assegnato…
— Compito di dovervi avvertire dell'insensatezza di quella che avete osato definire "Civiltà del Consiglio Scientifico Supremo"
— Quella stessa scienza che ho dovuto deludere annientandone le aspirazioni
— Perché quella che voi avete definito come "materia del vostro sperimentare" ha trascinato le vostre intelligenze nella volgarità che la perfezione rifiuta
— Un pericoloso pantano che ha confinato tutti voi sulla superficie di una realtà il cui solo obiettivo è sempre stato quello di indicare la fonte centrale, ragione d'essere di ciò che non è altro che un insensato miraggio
— L'unico territorio che merita di essere conquistato è quello che deve esserlo attraverso il genocidio dei vostri desideri di conquista
— Che scienza può essere quella racchiusa nell'impossibilità di addentrarsi nella sfera delle cause, mezzi dell'unico e assoluto Desiderio capace di offrire la liberazione dai propri desideri?—

— Che questo folle individuo sia consegnato al tavolo di condizionamento psichico
— Ora sarà la sua ombra a dover dimostrare di che qualità è la luce che ha dato forma al suo tradimento—


Intanto, un altro tipo di ombra stava insinuandosi, dall'esterno, nelle fessure che le potenze del male non possono chiudere, ed era della stessa natura del Buio primigenio che si lascia illuminare, per consentire alla generosità di iniziare il suo antico e sempre nuovo cammino verso la Perfezione di sé.


Nel reparto condizionamento psichico del Centro Militare di Stato, la macchina che sovrastava un minuscolo letto di contenzione, al quale era legato il professore stava scandagliando, nei suoi più profondi recessi, la mente della quale il professore aveva appena perso il controllo, e su un enorme schermo grafici in agitato movimento erano tradotti in parole che un'intera assemblea di capi politici e militari filtrava con curiosa avidità.
La voce imitava quella appartenente al professore imprigionato, in uno scandire metallico nato dalla crudeltà che la macchina non può conoscere.

— Un puntino privo di estensione determina il centro dell'universo
— Un umano lo definirebbe ipotetico, nella consapevolezza che ogni realtà un centro lo deve per forza avere, e quando si dovesse trattare di una centralità fisica, incrocio di forze in cerca di equilibrio, lo stesso umano lo chiama baricentro, perché il centro bara nel suo non essere, pur occupando il centro di ogni realtà
— La cosa più stupefacente è che c'è un solo centro identico a tutti i centri attorno ai quali la realtà acquista forma
— È identico a se stesso perché non avendo estensione può replicarsi indefinitamente all'interno dell'estensione, la quale non può modificare ciò che esteso non è
— Di fatto questo puntino invisibile e informe, confronto al quale un grano di senape è enorme quanto l'universo, è a immagine della Realtà più grande che c'è, perché racchiude l'intenzione che un umano chiamerebbe sacra
— Sacra perché sacrifica il nulla che è, per trasformarlo nel tutto che ci piacerebbe conoscere
— La realtà che capovolge il nulla di quel puntino, nell'indescrivibile enormità del cosmo che è nostra casa, è l'insieme di limitazioni che la compongono più il puntino che si nasconde al centro ogni limite del quale, per ora, non diremo
— Chi volesse viaggiare istantaneamente da un lato all'altro del cosmo è a quel puntino che si deve rivolgere, lì… dove non c'è un dove né un quando, ma c'è il come 
— Il vortice cosmico è attorno al suo misterioso puntino che ruota, e come un uragano di emozioni sa trasformarsi in odio e amore che sono riconoscibili solo stando nel mezzo del vortice, dove il sentimento si chiama intelligenza che ama—

— Spegnete le macchine perdio! Spegnete tutto!
— Non dobbiamo lasciar entrare in coma la mente più eccelsa tra i nostri ricercatori!—

— Dottore… Lei sa bene quanto sia indispensabile, per noi, capire come abbia fatto il professore a trasferire il Centro Ricerche sotto allo strato di realtà sul quale i nostri strumenti d'indagine vagano, incapaci di dare risposte—

— Non ci saranno risposte se il suo cervello entrerà nel coma profondo che il nostro indagare nella sua psiche provoca
— Non si potrebbe semplicemente torturarlo mettendo al sicuro il suo equilibrio mentale?—

— Ci dica, Dottore, quale mezzo chimico abbiamo a disposizione per salvaguardare quell'equilibrio?
— Non ne conosciamo di diversi dagli allucinogeni…—

— Infatti è a quelli che mi riferivo
— Se usati senza ritegno otterremmo il ghigno della follia, ma il professore è uomo equilibrato e in grado di sopportare alti dosaggi senza mettersi a ridere di fronte alla nostra impotenza—


— E sia, il professore sia trasferito in rianimazione, e appena sarà nella normale condizione di coscienza gli sia somministrato il dosaggio di LSD, che il dottore ritiene opportuno, per l'accertamento della verità che si ostina a non volerci rivelare—…

Il rimettere le mani sulla propria coscienza non fu facile per il professore, perché l'indagine psichica alla quale era stato sottoposto seziona i ricordi, interrompendo la contiguità delle connessioni che li vede legati tra loro; il risultato così ottenuto era analogo a un accatastamento incoerente di immagini mentali, prive della loro normale correlazione.
Quest'ultima doveva essere ristabilita dallo stesso paziente, e normalmente il processo di ricostruzione richiedeva mesi per essere attuato, e un qualche suo elemento sarebbe stato comunque perso per sempre.
Il paziente doveva essere aiutato dalla macchina che aveva registrato i ricordi prima di averli sezionati, ma poiché la macchina prelevava quei ricordi pescandoli in quello che aveva, per essa, l'apparenza di una massa inestricabile, veniva a mancare la consequenzialità ordinatrice temporale, e questa doveva essere rielaborata dallo stesso paziente attraverso la logica.
Tre mesi più tardi il professore uscì dalla riabilitazione psichica in una condizione analoga a quella di chi fosse stato investito da uno schiacciasassi dell'epoca antica e poi ricucito da un chirurgo che non aveva mai superato la prova di anatomia.

Un nuovo esame lo stava aspettando, ed era di una natura che sfuggiva sia al paziente che agli indagatori della sua coscienza, perché apriva nuove prospettive d'indagine che travalicavano le possibilità concesse dalle comuni indagini psichiche, spostando i limiti impliciti alla individualità dell'ego nei territori che appartengono alla personalità spirituale dell'indagato, quella che a discendere determina il grado di consapevolezza e di intelligenza che danno modo al carattere di essere.

In un locale adiacente a quello era visualizzata la registrazione dell'esame, per occhi che speravano di catturare informazioni decisive, al fine di riuscire a comprendere quale fosse stata l'incredibile scoperta che il professore aveva giudicato giusto dover nascondere al diritto che ha lo Stato di decidere del futuro del popolo dal quale era stato votato.

La stanza dell'esame scimmiottava un giardino fiorito, pieno di vegetali veri e rigogliosi che dovevano mettere il professore a proprio agio, in modo da evitargli l'ingigantirsi di una sempre possibile angoscia che costituisce il volto oscuro della personalità, amplificata oltre misura dalla dietilamide dell'acido lisergico.

Il dosaggio era stato deciso dovesse essere dieci volte superiore a quello che avrebbe inginocchiato dal ridere un generale del sacro esercito dei coglioni che stanno impettiti dietro all'orgoglio di aver vinto una natura che avrebbe dovuto essere flaccida come le loro intelligenze.