giovedì 29 novembre 2012

Nel mezzo dello stupore


A nessuno può sfuggire che ogni realtà ha sempre un'altra realtà di fronte, che tenta di fotterla negandone l'assolutezza. È così per tutto, e tutto è capace di tradire se stesso cambiando bandiera. Lo stesso cuore pulsa la vita cambiando, a ogni battito, la propria polarità elettrica, e il respiro lo segue espirando e inspirando. Certo la libertà di trattenere il fiato nella speranza di sfuggire a questa legge tutti ce l'hanno, e alcuni riescono persino a sentirsi liberi per più di cinque minuti, ma poi devono cedere alle tentazioni che la vita ci fa correre davanti attraverso il ricatto. Persino lo stato di veglia ha il suo stato di sogno che gli ride dietro, e ride perché è capace di dare forma a desideri impossibili da realizzare. Eppure anche nel sogno arrivano le paure a contrastare quei desideri, e la lotta continua per un po', fino a quando la pace è ristabilita, sempre secondo la stessa impietosa legge. Siamo come bambini che non sanno di dover perdere le proprie illusioni diventando adulti, o come adulti che si sono dimenticati quanto l'illudersi sia doloroso. Sarà per questo che crediamo sia intelligente assicurarsi una posizione di comodo che chiamiamo, impropriamente, via di mezzo, in modo da non dover decidere dove stia la verità. Siamo tutti convinti che la verità stia in mezzo alle lotte, pronta ad attirare a sé una bugia allontanando, di conseguenza, la verità che le si contrappone. Siamo convinti che la verità del giorno e della notte sia il crepuscolo, e che quella del cuore sia nel mezzo dello stupore che ne arresta la vita.

martedì 27 novembre 2012

Meglio dell'Intrepido


Un corpo pieno di muscoli senza aver faticato, donne bellissime e vogliose che si aggirano per casa. la soddisfazione di non dover più pagare le multe, l'iPad a venti euro e la mini cooper a cinquanta euro, ma personalizzata come la si desidera, mille amici pronti a svenarsi per te su facebook, case editrici che si affannano per farti diventare famoso, equitalia che si attacca al cazzo e, ciliegina sulla torta di cioccolato che non ingrassa... un paio di occhiali a raggi X che ti mostrano le donne nude anche se ti trovi in cima al monte Bianco. Ahh... internet è meglio del retro copertina dell'Intrepido...

lunedì 26 novembre 2012

La scrittura è un mezzo pregiato per...


La scrittura è un mezzo, certamente il più pregiato tra i mezzi, per non faticare a convincere, se stessi o gli altri, che della vita si è capito poco. Le azioni compiute, invece, dicono che della vita si è capito ancora meno. È l'ultimo pensiero col quale si accompagna il proprio morire, decorandolo, che la dice lunga su chi o cosa siamo riusciti a essere.

domenica 25 novembre 2012

Al centro di un'attenzione disattenta


Sto cominciando a sospettare che se le cose cominciassero ad andarmi bene mi sentirei in forte disagio, come ci si sente quando si indossano delle scarpe nuove, belle e lucide, e si sta sul cucuzzolo di una montagnetta di terra asciutta, piazzata nel mezzo di un'enorme lago di fango...

domenica 18 novembre 2012

La scuola del futuro prossimo a venire




— Cari ragazzi miei…— iniziava sempre così il prete, quando voleva ingraziarsi la classe di delinquenti che gli stava davanti, i quali raramente gli concedevano la loro attenzione, facendolo solo quando c'era la distribuzione gratuita di droghe sintetiche.
— Piccoli maledetti bastardi! Lo sapete che faccio entrare i cani in classe se non mi date ascolto…— finiva sempre così con quella classe di stronzi, tra i quali c'ero anch'io, ma controvoglia perché obbligato a starci, come tutti quelli che ancora non avevano commesso crimini così gravi da meritarsi la libertà.
— Come vi avevo promesso oggi tratterò delle ragioni che convinsero gli antichi preti cattolici a dar credito alla favola di Adamo ed Eva— un brusio di indifferenza si spalancò in uno sbadiglio, trattenuto dalla paura dei cani da combattimento che il prete teneva legati fuori dalla porta, e che erano più silenziosi del mistero della fede che il prete non mancava di ridicolizzare ogni volta che ne parlava.
— Prima che il mondo terrestre si solidificasse nella meravigliosa violenza animale che sperimenterete se non mi darete ascolto, il tutto era ancora nel suo stato embrionale celeste, un vero paradiso in Cielo destinato a corrompersi come tutto ciò che nasce, ma di questo degradare sono sicuro che ne sapete quanto me— quel prete conosceva a fondo le nature che pulsavano ostilità dietro ai banchi di scuola, stretti e luridi, rappresentanti di un mondo che aveva vergogna di essere conosciuto a fondo.
— In quel paradiso vegetavano animali di ogni genere e specie e, tra questi, l'uomo troneggiava trionfante, dominando la cattiveria che aveva ammaestrato perché gli fosse schiava supina
— Questo in generale, perché nella pratica - lo sapete come lo so io quanto la pratica abbia la tendenza a lasciarsi andare al disordine - nella pratica, dicevo, le cose non erano così semplici e stupefacenti, anzi, nonostante di stupefacenti ce ne fossero anche a quei tempi in abbondanza, questi ultimi non riuscivano a semplificare il vivere
— Di fatto, dall'inizio della creazione, necessariamente sempliciotto come tutti gli inizi, le cose andarono complicandosi alquanto, tanto che, per poterle spiegare come si deve, oggi occorre rifarsi al loro senso simbolico
— In realtà gli uomini e le donne erano in gran numero nel paradiso terrestre, conseguenza e immagine di quello celeste, ma i simboli, per farsi intuire da tutti, semplificano le cose in modo drammatico, perché è il dramma che costituisce il perno attorno al quale le disgrazie intonano la loro folle sintonia
— Così semplificando si è finiti col pescare a casaccio due poveracci, per caricarli di responsabilità insopportabili per due animali eccitati che si rincorrevano per la foresta, ancora inconsapevoli di quanto l'intera umanità avrebbe loro sparlato dietro, e tutto per un morso al frutto sbagliato
— Naturalmente quel frutto è simbolo della conoscenza, e anche a quei tempi pare che il conoscere troppo portasse disgrazia
— È per questo che le scuole, oggi, sono luoghi dove è consigliabile passare il tempo a drogarsi e a scopare nei cessi, invece di rovinarsi il futuro facendo incazzare di nuovo un Padreterno il Quale, a scuola, pare proprio non ci sia andato…—

La genialità e la stupidità


Solo un genio può riconoscere, senza l'ombra del dubbio, la genialità altrui, e questo significa che la genialità, per i geni, è la normalità. Inversamente un deficiente non può riconoscere la deficienza altrui, e questo indica che, per i deficienti, la stupidità non è la normalità, ma è ciò che rende eccezionali.

venerdì 16 novembre 2012

Senza tenere nulla per sé


Un Nulla con dentro tutto, ecco cos'era, o meglio, cosa non era, perché l'Essere, che è padre del tutto, ancora non era uscito dal sonno eterno. L'Assoluto non aveva niente da conoscere, perché per conoscere bisogna avere qualcosa da conoscere, e niente è al di fuori dell'Assoluto. Dopo un enorme sbadiglio l'Essere del nulla, padre del tutto, mosse le sue antenne che ebbero un brivido, e da quel serpeggiare nacquero i mondi, e le quattro direzioni cominciarono a formicolare di insetti. Ecco com'è stato l'inizio e dove sarà racchiusa la nostra fine. Noi, il popolo eletto più numeroso del pianeta, ti invochiamo, Padre di tutti i mondi, fa che la raccolta sia ricca e le provviste abbondino nei nostri formicai. Andate ora, sorelle, che questa benedizione sfolgori sulla vostra fronte, e tornate dalla vostra Regina, inviata dal Padre di tutti i padri e Madre di tutte le madri, portatrice della sua volontà di insegnarvi a vivere senza tenere nulla per sé.

mercoledì 14 novembre 2012

Il buco



All'inizio era un buco, un semplice buco. Cosa ci facesse lì quel buco nessuno se lo era chiesto, ma tutti gli animali che passavano da quelle parti ci orinavano dentro per dire che era una loro proprietà. E ci buttavano pure carcasse ossute, avanzi di pasti sanguigni, e a volte ci vomitavano dentro. Il buco pareva non riempirsi mai, ma all'interno di sé qualcosa stava accadendo: la feroce decomposizione che vermicolava lì dentro si stava organizzando nell'effetto più terribile che si potesse immaginare. Era una vera guerra di microrganismi fetidi quella che si era armata in quella cavità furiosa, e le poche budella ancora piene di feci, degli animali assassinati e scartati dalla vita, stavano maturando la loro cieca vendetta. Si contorcevano nella battaglia, fischiando come fiere alla catena che tentavano di azzannare l'agnello che era la vita fuori dal buco, sbavando rabbia e disgusto per il loro maledetto destino che le costringeva alla ribellione. Leggi imperscrutabili si accanivano nel turbinio di fiele e sangue, riorganizzando scroti e fecalomi e sputando bestemmie al cielo che dominava al di là del buco. Lentamente, strisciando con cattiveria, le budelle si disposero tra loro, stringendosi nel bisogno di essere una più forte massa compatta e una piccola luce, dallo spiraglio che guardava un sole lontano, violentò l'ammasso che, incazzato come non mai iniziò a pensare. Era nato, insieme al suo cervello, anche l'essere umano pensante.

— Bene ragazzi, anche per oggi l'ora di religione è finita— disse il prete con aria stanca
— Domani affronteremo le ragioni per le quali i preti cattolici, nostri antichi predecessori, si inventarono la balla di Adamo ed Eva—...

venerdì 9 novembre 2012

Il buonismo


Il termine "buonismo" in sé già indica un sistema di pensiero fasullo perché appoggiato a uno schema comportamentale. Il suffisso "ismo" lo denuncia. Dunque il dire finto buonismo costituisce una ripetizione inutile. La bontà, invece, non segue schemi, è frutto di una scelta che tende a convertire i propri giudizi non in funzione di convenienze personali, ma di una generosità innata che è espressione dell'atmosfera interiore di una persona. In definitiva la bontà ha una natura totale, mentre il buonismo ce l'ha particolare e rivolta a un ritorno d'immagine. Occorre aggiungere che l'accusa di essere dei buonisti è spesso rivolta alle persone genuinamente intenzionate a fare del bene da parte di persone malvagie che vogliono ammantare quel bene di occulte e cattive intenzioni, così come usa fare la destra fascista e berlusconiana che ha il coraggio di definirsi il partito dell'amore quando, al contrario, lo è dell'odio contro le classi sociali povere che vuole ridurre a miserrime succhiando loro le ultime gocce di sangue.

giovedì 8 novembre 2012

Dante e l'hashish


Nel mezzo del camin di nostra vita
ci stava nell'impasto cosa scura
che sol l'idea di farci un solo tiro
ti si strizzava il retro di paura.

Ahi quanto dir cos'era è cosa dura
non sai la qualità né la misura
era erba selvaggia aspra e forte
che nel pensier rinova la paura.

Tant'era forte che poco di più è come morte
ma dopo che ho tirato che trovai?
Dirò tra l'altre cose che v'ho scorte:
giravan gli arabeschi a onde smorte

Io non so ben ridir come v'entrai
tant'ero pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai
e mai così più forte il disappunto

ma poi che fui un po' folle giunto
la dove ti schizzavano le palle
pensavo che lo sballo si chetava
e invece si piegarono le spalle...

Ammazza che legnata
alfine giunto
che lingua era legata ed io
non ero più compunto

guardai in alto e vidi delle sfere
vestite già dei raggi del pianeta
allor fu la paura un poco cheta
la notte la passai piuttosto pieta

E fui come quei che 
affranti e con lena affannata
usciti fuor dal pelago alla riva
si volgono a guardar

fumo che appesta l'aria
mentre li riportava alla deriva
Svuotato il camin di nostra vita
mi riprestai a riempirlo ancora

di un altro impasto che
smozzicai con dita
lo ripigiai all'interno 
alla buon'ora...

Il non scrivere non mi dà disagio


Io non sono uno scrittore naturale, di quelli che stanno male se non scrivono, ma rientro tra coloro che non capiscono come si possa star male se non si scrivono cagate spacciandole per cose intelligenti. La scrittura non mi fa impazzire e per me è solo uno dei modi meno dolorosi di perdere il proprio tempo. Sogghigno quando leggo o sento dire che la cultura rende le persone buone e se fossi un incolto agricoltore - come sono in effetti - mi sentirei offeso e solo per dar ragione a chi lo afferma gli azzannerei la gola. È la scuola che infila nel credere comune queste minchionerie, maledicendo, col dirle, intere popolazioni di pastori e contadini, di muratori e di meccanici, di elettricisti e idraulici che alla scuola hanno preferito l'apprendere una professione che mantiene negli agi le persone colte. Che poi quella che è definita cultura fa ridere i polli e litigare i culturisti dell'anima, che dopo aver tanto studiato ancora confondono l'anima con lo spirito e manco si chiedono come mai, per definire queste due per loro identiche realtà, si sia deciso di usare parole diverse.