mercoledì 14 novembre 2012

Il buco



All'inizio era un buco, un semplice buco. Cosa ci facesse lì quel buco nessuno se lo era chiesto, ma tutti gli animali che passavano da quelle parti ci orinavano dentro per dire che era una loro proprietà. E ci buttavano pure carcasse ossute, avanzi di pasti sanguigni, e a volte ci vomitavano dentro. Il buco pareva non riempirsi mai, ma all'interno di sé qualcosa stava accadendo: la feroce decomposizione che vermicolava lì dentro si stava organizzando nell'effetto più terribile che si potesse immaginare. Era una vera guerra di microrganismi fetidi quella che si era armata in quella cavità furiosa, e le poche budella ancora piene di feci, degli animali assassinati e scartati dalla vita, stavano maturando la loro cieca vendetta. Si contorcevano nella battaglia, fischiando come fiere alla catena che tentavano di azzannare l'agnello che era la vita fuori dal buco, sbavando rabbia e disgusto per il loro maledetto destino che le costringeva alla ribellione. Leggi imperscrutabili si accanivano nel turbinio di fiele e sangue, riorganizzando scroti e fecalomi e sputando bestemmie al cielo che dominava al di là del buco. Lentamente, strisciando con cattiveria, le budelle si disposero tra loro, stringendosi nel bisogno di essere una più forte massa compatta e una piccola luce, dallo spiraglio che guardava un sole lontano, violentò l'ammasso che, incazzato come non mai iniziò a pensare. Era nato, insieme al suo cervello, anche l'essere umano pensante.

— Bene ragazzi, anche per oggi l'ora di religione è finita— disse il prete con aria stanca
— Domani affronteremo le ragioni per le quali i preti cattolici, nostri antichi predecessori, si inventarono la balla di Adamo ed Eva—...

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