domenica 18 novembre 2012

La scuola del futuro prossimo a venire




— Cari ragazzi miei…— iniziava sempre così il prete, quando voleva ingraziarsi la classe di delinquenti che gli stava davanti, i quali raramente gli concedevano la loro attenzione, facendolo solo quando c'era la distribuzione gratuita di droghe sintetiche.
— Piccoli maledetti bastardi! Lo sapete che faccio entrare i cani in classe se non mi date ascolto…— finiva sempre così con quella classe di stronzi, tra i quali c'ero anch'io, ma controvoglia perché obbligato a starci, come tutti quelli che ancora non avevano commesso crimini così gravi da meritarsi la libertà.
— Come vi avevo promesso oggi tratterò delle ragioni che convinsero gli antichi preti cattolici a dar credito alla favola di Adamo ed Eva— un brusio di indifferenza si spalancò in uno sbadiglio, trattenuto dalla paura dei cani da combattimento che il prete teneva legati fuori dalla porta, e che erano più silenziosi del mistero della fede che il prete non mancava di ridicolizzare ogni volta che ne parlava.
— Prima che il mondo terrestre si solidificasse nella meravigliosa violenza animale che sperimenterete se non mi darete ascolto, il tutto era ancora nel suo stato embrionale celeste, un vero paradiso in Cielo destinato a corrompersi come tutto ciò che nasce, ma di questo degradare sono sicuro che ne sapete quanto me— quel prete conosceva a fondo le nature che pulsavano ostilità dietro ai banchi di scuola, stretti e luridi, rappresentanti di un mondo che aveva vergogna di essere conosciuto a fondo.
— In quel paradiso vegetavano animali di ogni genere e specie e, tra questi, l'uomo troneggiava trionfante, dominando la cattiveria che aveva ammaestrato perché gli fosse schiava supina
— Questo in generale, perché nella pratica - lo sapete come lo so io quanto la pratica abbia la tendenza a lasciarsi andare al disordine - nella pratica, dicevo, le cose non erano così semplici e stupefacenti, anzi, nonostante di stupefacenti ce ne fossero anche a quei tempi in abbondanza, questi ultimi non riuscivano a semplificare il vivere
— Di fatto, dall'inizio della creazione, necessariamente sempliciotto come tutti gli inizi, le cose andarono complicandosi alquanto, tanto che, per poterle spiegare come si deve, oggi occorre rifarsi al loro senso simbolico
— In realtà gli uomini e le donne erano in gran numero nel paradiso terrestre, conseguenza e immagine di quello celeste, ma i simboli, per farsi intuire da tutti, semplificano le cose in modo drammatico, perché è il dramma che costituisce il perno attorno al quale le disgrazie intonano la loro folle sintonia
— Così semplificando si è finiti col pescare a casaccio due poveracci, per caricarli di responsabilità insopportabili per due animali eccitati che si rincorrevano per la foresta, ancora inconsapevoli di quanto l'intera umanità avrebbe loro sparlato dietro, e tutto per un morso al frutto sbagliato
— Naturalmente quel frutto è simbolo della conoscenza, e anche a quei tempi pare che il conoscere troppo portasse disgrazia
— È per questo che le scuole, oggi, sono luoghi dove è consigliabile passare il tempo a drogarsi e a scopare nei cessi, invece di rovinarsi il futuro facendo incazzare di nuovo un Padreterno il Quale, a scuola, pare proprio non ci sia andato…—

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