mercoledì 20 agosto 2014

Responsabilità sessantottina

Affrontare un periodo storico tanto breve, facendolo da una visuale necessariamente generalistica è difficile, e l'analisi di Fabricio affronta effetti senza chiarire a che grado di responsabilità si trova la cultura sessantottina che, non occorrerebbe nemmeno ricordarlo, non è stata frutto di una omogeneità di posizioni teoriche. L'interpretazione data a quel tempo del senso che ha la vita, sia essa individuale che delle collettività, era parecchio diversa in dipendenza di movimenti ideologici talmente lontani tra loro, da motivare persino sporadici scontri tra consanguinei con panni sanguinolenti mai lavati in casa. Quello che si può dire, generalizzando, riguarda l'impianto ideologico che tutti i movimenti politici e culturali, dai gruppi extraparlamentari agli hippy e ai freak, hanno avuto in comune, intriso di materialismo e volto a sovvertire non solo il disordine costituito dallo stato e dalle organizzazioni mafiose di destra e di centro, ma anche quelli che sono i princìpi fondamentali della stessa esistenza. Esistenza che ha una sua gerarchia di valori, ma talmente sporcati e snaturati dall'opportunismo criminale di destra, da non essere mai stati presi in considerazione. La destra e il centro politico ha usato per i suoi scopi, capovolgendone il senso spirituale, evidenze che stanno sotto agli occhi di chi non è tonto: Il sopra ha un sotto analogo e capovolto, così come l'interno ha un esterno costituito dalla sua riflessione capovolta. Qualità e quantità sono principi universali che non possono essere rivoltati come calzini sporchi, dando alla quantità il dominio sulla qualità, come le ideologie di sinistra, tutte, hanno fatto, col risultato di voler dare alla massa di individui il potere decisionale solo in conseguenza del fatto che le minoranze, prima di loro, lo avevano usato nei modi criminali che conosciamo. La responsabilità, la più generale possibile della sinistra, è stata ed è quella di aver chiuso gli occhi dell'intelligenza davanti alla natura intima della realtà, nella perversa volontà di sovvertire il disordine sociale e umano sostituendolo con un disordine di princìpi invertiti che avrebbe, in seguito, determinato un altro genere di disordine, opposto certamente a quello che è andato a sostituire, ma anch'esso portatore di disarmonie gravi, delle quali oggi si vedono i risultati. Vero è che in una situazione di emergenza come quella ricca di stragi e di violenza statale, dove la connivenza con la mafia ha portato corruzioni ovunque e a qualsiasi livello sociale, le giustificazioni per agire d'impulso sono state tante, e oggi se ne pagano le conseguenze che non sto a descrivere inutilmente. Sempre le ideologie si appoggiano a sistemi di pensiero schematici, che hanno vita propria sull'esclusione di una parte della realtà che non si innesta nello schema, dunque il risultato è dato da esclusioni che, invece, sono parte della vita. Questo significa che nessun sistema di pensiero può soddisfare le esigenze della stessa vita che pretende di spiegare. Ecco qual'è la responsabilità che noi sessantottini abbiamo avuto, ma confronto all'enormità dei crimini contro i quali lottammo, le nostre colpe ricordano quelle di chi, tirando un sasso a un carroarmato, ha sbagliato mira rompendo il vetro della finestra della propria casa.
Attribuire grandi responsabilità alla generazione che si è data, anche sbagliando a valutare il loro senso universale, dei valori di libertà per i quali in molti hanno sacrificato la loro vita, equivale a incolpare la natura delle inondazioni, perché essa si avvale della pioggia per dissetare la vita.

La responsabilità del disastro attuale è delle persone demoniache che hanno corrotto le buone intenzioni deviandole verso la negazione dei valori improntati al sacrificio di sé, per trasformarli nel sacrificio dell'altro diverso da sé. Ogni atto, sia esso individuale o collettivo, è destinato a fare i conti con la sincerità delle intenzioni che lo hanno motivato, ma i risultati di quell'agire non dipendono solo da quelle intenzioni, perché le condizioni ambientali e le persone attorno concorrono a cambiare la qualità dei risultati. Così la gente di "sinistra" che è disonesta, quella di destra che è criminale, insieme ai mafiosi falsi cristiani, hanno ricondotto le cose al punto in cui stanno, come tossine venefiche hanno eroso il futuro ai figli dei figli di tutti, consegnando loro la disperazione legata ai disvalori che vedono il più forte economicamente prevalere sulla giustizia e la ragione. Incolpare di questo risultato chi ha lottato e lotta contro i demoni ladri e assassini non è solo ingiusto, ma corrisponde al mettersi dalla parte di chi fa del male dicendo che è bene farlo.

martedì 19 agosto 2014

Far piovere oro

La parola è un simbolo sonoro, e deve esprimere significati che gli sono superiori, perché ogni simbolo ha il compito di descrivere realtà dalle quali è superato. La scrittura dà la possibilità di comunicare ciò che può essere comunicato, e poiché le realtà da descrivere si trovano su indefiniti piani qualitativi diversi tra loro, la comunicazione dovrà svolgersi, per illustrare convenientemente queste realtà, in modi che siano commisurati ai differenti livelli qualitativi caratterizzanti quegli stessi piani.
La parola, diversamente dal simbolo figurato che è rivolto silenziosamente alla capacità intuitiva dell'intelligenza, tende a descrivere attraverso l'analisi, che raramente è in grado di produrre una sintesi unificante. Per farlo ha bisogno che la consapevolezza di chi scrive conosca a priori quella sintesi, attraverso la conoscenza dei princìpi, fondamentali perché universali, dei quali la realtà descritta è una conseguenza.
La scrittura è quindi intimamente legata alle capacità di penetrazione che l'intelligenza di chi scrive ha, delle ragioni d'essere proprie a ogni realtà, descritta o raccontata.

Le scuole di scrittura creativa si preoccupano di dare indicazioni relative alle tecniche narrative, ma i suggerimenti dati per migliorare l'intelligenza di chi scrive non li possono dare… perché sarebbero equivalenti al consigliare di sputare verso il Cielo per far piovere oro.