mercoledì 26 febbraio 2014

La parabola

— Il dialogo scritto è un'arte, figliolo, e se è scritto male la gente che lo leggerà capirà male il senso, e poi troverà il modo di applicarlo anche peggio
— Dammi retta... evita di scrivere sul papiro e limitati alle parabole orali, ché non si sa mai cosa salterà fuori dopo
— In questo modo sarai sempre in tempo a dire che avevano capito male il messaggio—

— Ma mamma, io devo dare inizio a una nuova religione, cosa c'entrano le parabole?
— Lo sai che la parabola percorre la traiettoria più lunga, debole e imprecisa, ed è consigliato il suo uso solo per centrare la boccetta dei pesciolini rossi alle giostre?—


— Ragazzo mio... non sottovalutare il ruolo che hanno i pesci in una regione di pescatori...—

Di' ai tuoi amici...

— Mamma! I miei amici mi prendono in giro perché dicono che la mia nascita non è stata frutto dell'amore—

— Figlio mio... non ascoltare le male lingue che non sanno che il vero amore è più grande di qualsiasi sesso... ahem... volevo dire che quando l'amore diviene sacrificio di sé per il bene di tutti... cioè... 

— Senti Gesù, di' ai tuoi amici di farsi i cazzi loro!—

martedì 25 febbraio 2014

Critica e garbo

Non si dovrebbe mai criticare la modalità espressiva altrui per sostenere la propria tesi, è una questione di garbo a consigliare il rispetto dei limiti individuali. Ci si dovrebbe, invece, soffermare sulle frasi poco chiare in modo da comprenderne il senso, e poi discutere quando quel senso è stato male orientato. Nessun nonno si metterebbe a disquisire attorno agli errori sintattici e grammaticali del nipotino, se quest'ultimo stesse mettendo in dubbio il fatto che maturità e anzianità abbiano lo stesso passo nel determinare la qualità di una persona.

lunedì 24 febbraio 2014

La principale funzione che ha la messa, per le persone malvagie

In paese erano in molti ad aver smesso di parlargli senza apparenti ragioni, perché lui era sempre stato disponibile e gentile con loro, ma erano tutte persone di chiesa e quando la messa finiva sciamavano dal massiccio portale, che pareva essere di carta se confrontato alla pesantezza delle loro anime, e si raccoglievano a piccoli gruppi giudicanti, con l'intento di selezionare un capro espiatorio, attorno al quale consolidare l'odio che colmava i loro cuori. Un odio che cresceva insieme alla sofferenza del vivere, soffocando chi lo aveva preferito all'amore che rende liberi. Se ci si vuole disfare dell'odio, non si può diffonderlo consegnandolo ad altri, occorre trasformarlo dentro di sé, e per farlo c'è solo un modo, quello di rivolgerlo contro il proprio lato oscuro. Spesso le persone hanno un rapporto con la chiesa che ricorda quello che hanno gli alcolisti con il bar, con la differenza che questi ultimi hanno sempre una possibilità di decidere di porre fine al vizio che li dilania, perché dentro al bar non hanno un confessionale che li possa alleggerire del peso generato dall'ingorgo del loro vivere maledetto.

Partite perse


La via dello spirito è come una partita a scacchi dove la vittoria è nascosta nell'aver voluto perdere per non offendere chi non è riuscito a vincere.

Spettacoli molesti

Per lui l'esistere era il dover rappresentare la propria personalità sul palcoscenico che stava davanti alla vita, la quale sgranocchiava rumorosamente i pop corn che si era comprata vendendo l'anima degli attori al suggeritore ubriaco, uno che non ricordava nemmeno il titolo del dramma che si stava consumando.

Sull'ignoranza

Io do importanza alla grammatica solo quando chi commette errori è la stessa persona che accusa altri di essere degli ignoranti. Per il resto considero la persona che ritiene essere la mancanza di cultura, la principale responsabile della cattiveria che impera nel mondo, colei che accusa tutti i pastori di questo mondo di essere individui malvagi a causa dei magnifici panorami che riempiono gli occhi della loro anima. 

La generosità universale


Se la generosità universale dell'esistenza non incontrasse ostacoli negli esseri che essa genera, si avrebbe, come risultato, la Perfezione immobile che non avrebbe bisogno del movimento del quale la vita si nutre. Ognuno di noi esiste perché è il risultato della necessità che la perfezione primigenia ha di mettere alla prova le proprie potenzialità. Quando la Perfezione del nostro stato dell'essere, da individuale diverrà universale, noi non saremo più degli esseri, né saremo soggetti al ciclo dell'esistenza; le potenzialità saranno messe di nuovo alla prova da altri esseri, che saranno generati dalla generosità universale della quale saremo gli artéfici.

La centralità della generosità dell'Intelligenza universale

Se da quando sei nato senti di avere una natura generosa, che ti spinge a donare agli altri senza voler ricevere nulla in cambio diverso dal vedere la tua stessa generosità in tutte le altre persone, quasi sicuramente la vita ti avrà deluso mostrandoti che le persone, nella loro quasi totalità, hanno obiettivi contrari ai tuoi. Le ragioni dell'esistenza stanno proprio nascoste in questa opposizione, perché se tu riuscirai a mantenerti generoso, nonostante l'egoismo altrui, tu avrai intuito la segreta natura legata all'essere e al divenire, e se riuscirai a essere identico alla centralità generosa che vive celata in te... allora non avrai nemmeno bisogno di divenire, perché sarai diventato quella centralità, e lo sarai per sempre.

venerdì 21 febbraio 2014

Vai in pace

— Padre, mi perdoni perché ho peccato—
— Quali tremendi peccati hai commesso, per sporcare col tuo maleodorante sudore il prezioso legno di questo confessionale?—
— Sono stato poco comprensivo con chi mi ha chiesto aiuto—
— Vai in pace, giovane, quello non è un peccato—...

Contingente e necessario

— Caotico non significa casuale, perché ognuna delle realtà che non hanno trovato ordine ha comunque la sua ragione essenziale d'essere che la rende da un lato contingente, e dall'altro necessaria—
Sentì chiaramente quel pensare non suo echeggiare dentro di sé, che cessò in fretta, sicuro che lui stesse ascoltando:— Il pensiero di non essere necessari è contrario alla vita— l'uomo raccolse i vestiti che aveva lasciato scivolare a terra, e al loro posto lasciò la pesante pietra e la corda, che avrebbero dovuto trattenerlo, per il collo, sul fondo melmoso del fiume che gli aveva appena parlato.

Un vero inferno

"Un vero inferno", si disse a denti stretti, mentre un Angelo, seduto dall'altra parte di una scrivania, gli sottolineava di rosso tutti gli errori che aveva fatto vivendo
"Ma chi si crede di essere?" pensò, mentre quello sottolineava rabbioso con le ali tremanti, e gli venne in mente un film nel quale l'interrogato piantò la matita nella mano del poliziotto che l'interrogava...

La storia del mondo

Era la prima volta che scriveva un racconto breve; non che ne avesse mai scritti di lunghi, ma non vedeva ragioni per iniziare a contare partendo da diecimila. Anche Dio iniziò con il:— Sia fatta la luce!— e prima che Las Vegas si affacciasse all'orizzonte del pianeta, dovettero passare Eoni. Ora doveva pensare al titolo, mica è facile trovarne uno tanto corto, da far capire che il racconto è quello che viene dopo.
"La storia del mondo" gli parve perfetto per quello che aveva bisogno di dire, e gli restava solo da sapere con quante erre si scrive una pernacchia...

Che scrivi a fare?

— Che scrivi a fare?— si chiese, finalmente, dopo aver messo il punto finale alla sua ultima storia
— Per potermi correggere— si rispose, senza nemmeno riflettere...

Santità normale

Si accorse, in un giorno uguale agli altri, che gli animali selvatici non mostravano più di temere la sua presenza, e lo fissavano increduli, vedendo in lui quello che lui non sapeva di essere, perché per un santo la santità e la normalità sono la stessa identica cosa.

Bene dove sta


Aveva a lungo sognato di essere un eroe capace di cambiare il mondo, e quando il potere di farlo diventò parte del suo essere non spostò neppure un sasso, perché quel potere era accompagnato dalla certezza che tutto stesse bene dove stava.

Impianto cocleare

Nonostante fosse profondamente sordo dalla nascita, aveva conosciuto la menzogna in fretta, che per lui era il modo nel quale la verità non mostra tutto di sé. Un impianto cocleare lo riportò nel mondo dei suoni, e lui non capì che bisogno avevano le persone di abbellire la realtà, aggiungendole altre falsità.

Lo sguardo di una coccinella


Era la prima volta che i suoi occhi e quelli di un insetto si erano incrociati e incantati a fissarsi, gli uni negli altri, tanto a lungo. Aveva percepito la magia di quel momento, e creduto di leggere il cuore di quel minuscolo essere che pareva essersi immobilizzato nelle coccole che l'attenzione di un umano gli stava dando. Alla fine la magia si dileguò, e lui si alzò dal prato allontanandosi. Non seppe mai di avere schiacciato, sedendosi tra l'erba, il compagno tanto amato di quella coccinella...

Spruzzi d'onda


La vita, per lui, aveva il misterioso significato che hanno gli spruzzi di un'onda marina, così diversi tra loro nel condividere lo stesso destino, quello che li aveva fatti sperare di raggiungere un Cielo, che non li aveva aiutati a dimenticare il mare.

giovedì 20 febbraio 2014

Una vecchia macchina da scrivere

Si sentiva solido come una vecchia macchina da scrivere, però mal sopportava il disinteresse col quale la vita pigiava distrattamente sui suoi tasti, accavallando lettere che sporcavano il foglio della sua anima... senza che si potessero leggere le sue reali intenzioni.

E se fosse andata così?

Sono rari i casi nei quali la Verità mette in mostra la propria forza, perché preferisce siano le menzogne a farlo per lei, tutte le volte che non riescono a chiudere il cerchio di falsità che hanno costruito, dunque sempre, perché quel cerchio non può essere chiuso che dalla Verità.
Grandi e piccoli sono i cerchi che si succedono per dare forma alla realtà, ma ci sono dei momenti, nella storia dell'umanità, nei quali la Verità si comporta come se avesse perso la pazienza, e irrompe nel nido di vipere assumendo la forma di un loro piccolo uovo, unico tra i cuccioli innocenti a non essere un portatore di veleno. 
La verità non ne ha bisogno per essere pericolosa.
Quella volta, all'essere uscito dal piccolo uovo era stato dato il nome di Gesù, e in pochi si accorsero che non era velenoso. 
Crescendo operava miracoli, come solo la Verità è capace di fare quando la menzogna non può neppure sfiorarla.
Il male domina il mondo, ma non può imporre a forza la propria volontà, deve insinuarsi nei cuori attraverso il desiderio di possesso, perché il male è l'avversario del bene il quale è sacrificio di sé.
Fu per questo che i nemici si moltiplicarono presto attorno a Gesù, e per la stessa ragione egli sfidava la legge degli uomini egoisti che, alla fine, lo catturarono.
Gesù poteva piegare la realtà ai propri voleri, dimostrando di essere il primogenito di Dio, portatore della Potenza divina. 
E lo fece.
Non fu proprio una battaglia, perché il male è vile nel suo rifiutare gli obblighi che la Verità porta con sé.
La Verità ha regole vere che il male rifugge, perché esso ha regole false che fa rispettare solo ai propri nemici. Non agli amici, perché quelli li tradirà quando avranno bisogno di aggrapparsi alle loro illusioni.
Non si videro fulmini né si udirono maledizioni, e il sangue non rese amara la terra. 
Non furono innalzate croci, e la tempesta si trattenne dal lavare i peccati.
Gesù mostrò la Potenza del Padre senza pronunciare verbo, senza spostarsi da dove stava il suo cuore, e oggi le genti non ricordano più quella sua vittoria, perché solo la sconfitta sa insegnare cosa significhi sapersi sacrificare per il bene altrui.


Ho scritto questa impossibile storia per mostrare che nella realtà storica accadde il contrario, Gesù non si oppose con la propria Potenza al male, e non lo fece perché doveva vincere spiritualmente... perdendo materialmente, come il suo raccontare vivendo insegnò.

martedì 18 febbraio 2014

Sulla "tolleranza"

La tolleranza appartiene alla sfera emotiva, perché essa è nel rifiuto di dare un peso eccessivo che spinga a rigettare le diversità, ma non ha molto da condividere con la conoscenza. Quest'ultima, di molto superiore alla tolleranza, è sempre incline al dover comprendere le diversità, non a tollerarle. Tollerare implica non agire contro, mentre comprendere significa darsi la possibilità di capire il valore dei princìpi seguiti dal diverso e misurarne la qualità e l'aderenza a quei princìpi immutabili che legiferano l'intero universo. Tollerare può includere il lasciar fare anche a delle persone che operano diffondendo il male, e lo può includere a causa del non voler conoscere le ragioni dell'altro. I princìpi universali non sono morali proprio perché la loro universalità esclude ogni sentimentalismo originato dalle diverse latitudini culturali, per questo è importante conoscere le diverse culture e le religioni degli altri popoli, perché solo la conoscenza unifica, mentre il tollerare, pur essendo preferibile al suo contrario, ha i gravosi limiti dati dal voler sopportare. Nulla supera la perfetta conoscenza, così come nulla supera la Verità, tuttavia, poiché la Verità non è per tutti i cuori né per tutte le intelligenze, essa è, prima che vera... compassionevole, e sa attendere il momento giusto per rivelarsi a occhi che hanno saputo attenderla.

lunedì 17 febbraio 2014

Io lascio facile


Sono uno che lascia in fretta la presa che ci tiene attaccati alle cose che contano, come la vita. Ma rinuncio anche a quelle meno importanti, come gli affetti falsi o interessati, e non metto a rischio la mia esistenza per salvare cadaveri. Sono uno che molla facile, non sono un eroe se non di quelli che si lasciano stupidamente uccidere al posto di un innocente, e non lo farei per altruismo, ma perché sono poco aggrappato alla vita. Una vita che adoro e comprendo, una vita che insegna a non mollare mai, una vita davanti alla quale mi sono messo all'ultimo banco in fondo, quello vicino alla finestra, da dove si può uscire in fretta in caso d'incendio, o buttarsi sotto in un giorno qualunque, senza una tremenda ragione per doverlo fare. Sono uno che molla, l'ho già detto, perché la vita mi contraddice, e quando non mi sento amato cambio di posto, mostrando indifferenza per mortificare chi non mi ama. La vita purtroppo lo sa, e non mi molla…

domenica 16 febbraio 2014

Essere donna

"Quando si voglia analizzare una questione è necessario risalire alle ragioni di principio dalle quali quella questione ha avuto origine, e se è la figura femminile a dover essere analizzata, nelle sue essenziali ragioni d'essere, quelle ragioni mostrano di essere il fondamento che consente all'esistenza di continuare a essere viva. Questo, però, non significa che la donna sia esclusivamente funzionale al doversi perpetuare della vita, no no, perché limitare il suo apporto sociale alla procreazione ridurrebbe la portata della sua utilità. Non dimentichiamo che nessuno come la donna sa mettere in ordine la casa, educare i bambini a disprezzare le donne tranne la loro mamma, e tenere a galla i conti della famiglia, così da consentire al maschio di potersi dedicare alle cose importanti da fare per migliorare la vita della famiglia."

La bambina, dietro al pallore del suo viso non credeva alle proprie orecchie, e quando al commento vocale del vecchio filmato seguirono immagini di famigliole che avrebbero dovuto essere la rappresentazione della felicità che si prova a essere schiave… capì il perché anni prima i maschi del pianeta furono tutti sterminati, dopo aver prelevato loro, non senza una certa repulsione, campioni di sperma da congelare.

giovedì 13 febbraio 2014

Problemi dati dallo sviluppo delle possibilità di comunicazione

L'enorme sviluppo delle possibilità di comunicazione planetaria, dovuto all'evoluzione dell'informatica, ha portato con sé tutti i difetti che ha la condivisione di informazioni. Il Web pullula di falsificazioni, operate da volontà le cui intenzioni non lasciano dubbi, perché orientate a deformare le verità di principio, mostrate attraverso gli atti e le parole, dalle migliori persone che l'umanità abbia avuto. La profonda consapevolezza di questi saggi individui è continuamente manipolata da due tipi di intrusione: quella delle persone malvagie e l'altra, quella degli stupidi. Malvagità e stupidità perseguono gli stessi obiettivi, riassumibili dall'operare in modo contrario alla verità, perché la gente cattiva, allo stesso modo di quella poco dotata intellettivamente, è convinta che il vero sia come la gomma da masticare, che si presta a essere gonfiata, o fatta scoppiare, attraverso il fiato.

martedì 11 febbraio 2014

Metereologia analogica

Ci si dovrebbe allarmare quando le cose vanno troppo bene, allo stesso modo di quando è troppo tempo che non piove.

Plurali confusioni

I cristiani alla chiarezza preferiscono la confusione, così possono dire cose che sono in contrasto tra loro, come quella di dire che Gesù, essendo figlio di Dio, è identico a Dio perché Dio è il Padre, il figlio e lo Spirito santo riuniti in una sola Realtà trascendente. Per i cristiani conta poco che i vangeli raccontino che Gesù si lamentò sulla croce di essere stato abbandonato dal Padre. Si vede che, per loro, è normale che Dio, ogni tanto e soprattutto nei momenti più importanti, dimentichi una parte di sé da qualche parte. Tanto, se Dio è dappertutto, poi la ritrova...

Chi sei, da dove vieni e dove stai andando

Si era stancato di chiedersi chi fosse, da dove venisse e dove stesse andando, enigmi che gli avevano martellato la vita di domande alle quali una risposta precisa era impossibile darla. In fondo... chi lui fosse lo sapevano solo quelli a cui aveva fatto del male, ed erano gli stessi che gli avevano poi precisato dove dovesse andare. Inoltre... da dove si viene è poco importante, quando si conosce la destinazione d'arrivo...

vajmax disturb


lunedì 10 febbraio 2014

Le gioiose difficoltà date dal vivere

Difficilmente la vita delle persone si piega alle aspettative individuali, a meno che queste ultime non abbiano gli stessi obiettivi di perfezione che ha la vita stessa. In questa estremamente rara eventualità la necessità di perfezione sceglie spesso vie dolorose per attuare il proprio fine, e sovente dà ragioni per gioire della propria sofferenza, quando questa è patita per difendere la verità.

La Poesia

La poesia è nelle lacrime di gioia e di sofferenza, nelle speranze e nelle delusioni degli uomini e nel volo libero del più minuscolo degli insetti. La poesia è in tutto ciò che esiste, perché il grande Poeta misterioso non fa preferenze quando si tratta di donare le intelligenze. È chi le usa male che non fa poesia...

Le coincidenze

È fuori discussione che ci sia qualcosa che trama e ordisce alle nostre spalle, ricamando col doppio filo che noi usiamo definire della fortuna e della sfortuna, e lo fa in segreto. Ma nell'esistenza anche il segreto ha le sue fessure, e le strane coincidenze sono lì a mostrarne l'ampiezza; in questo modo noi sappiamo che non tutto è quello che sembra, e che l'essenziale sfugge alle nostre indagini come acqua alla stretta di un pugno.

Ventiseiesimo giorno di digiuno


Tutto procede nel migliore dei modi e senza particolari sacrifici. Ormai il mio corpo si è adeguato alle nuove condizioni date dall'astinenza dall'assunzione di cibo, ed è tutto impegnato a nutrirsi delle proprie risorse che ha immagazzinato nel passato. L'intelligenza organica dell'organismo è stupefacente, nel suo saper organizzare una gerarchia di priorità di consumo, privilegiando i grassi e le riserve di scorie chetoniche che durante il digiuno sono messe a sua disposizione. Il sistema nervoso sarà l'ultimo a essere intaccato, e lo sarà soltanto se chi digiuna è così folle da superare i limiti che sono propri al digiunare. Un uomo di 70 chili alto 175 cm, e in uno stato di salute non distrutta dai veleni o da gravi patologie neurologiche, può tranquillamente bere solo acqua per tre mesi senza correre alcun rischio. Il limite è dato dalla fame che, giungendo improvvisa, avverte quando il fisico ha esaurito tutte le sue scorte utili; altrimenti durante il digiuno a solo acqua non si ha fame e nemmeno appetito. La fame c'è soltanto durante i primi quattro giorni che si è smesso di mangiare.

Pensierino di un mattino inoltrato

Ci si lamenta delle vicissitudini che il vivere porta con sé, ma se l'esistenza non fosse una lotta che ha per fine il ripristino di equilibri spezzati e la creazione di armonie, dentro e all'esterno di noi stessi, quale sarebbe il piacere dato dal vivere? Sul letto di morte, o in mezzo a una strada con il sangue che cola copioso, quale sarebbe il nostro ultimo pensiero, se fossimo vissuti su un divano? Potrebbero compiacersi, per il culo avuto, i nostri duecento chili di ciccia sdraiata?

sabato 8 febbraio 2014

Parente e libretto di circolazione, prego...



Parente e libretto di circolazione, prego...

Si risvegliò per colpa di una mano che gli stava strattonando il gomito, attaccata al braccio in divisa di un carabiniere che stava sventolando la sua patente dicendo:— Ma le pare sia il caso di addormentarsi proprio mentre le sto dicendo che lei, a causa della patente di guida scaduta, dovrà tornarsene a casa a piedi?
— Scenda immediatamente dall'auto, per favore…—
Lui scese senza ribellarsi, gli ingranaggi che da una vita regolava non glielo avrebbero permesso
— Si metta sulla linea bianca, quella al bordo della strada ché altrimenti qualche disgraziato come è lei potrebbe investirla e ci saltelli sopra, con una sola gamba, toccandosi la punta del naso con un dito— gli ordinò l'agente, piuttosto indispettito
— Mi perdoni, ma purtroppo sono stato escluso, anche se di poco, dalla finale di ginnastica acrobatica alle ultime olimpiadi, proprio perché il salto mortale in tripla capriata mi viene male, quando tengo il dito appoggiato alla punta del naso, ma in compenso posso farle, al suo posto, il passo dell'oca in uso alle SS naziste, che sono certo le farà piacere…—
Il carabiniere non credette alle sue orecchie, e una vampata di furore diede una piega ai suoi capelli simile a quella che darebbe un paracadute che non voglia aprirsi. Impugnò il teaser con entrambe le mani, e puntandolo intimò all'orologiaio di sdraiarsi a bocconi sull'asfalto oleoso. L'orologiaio era praticamente in estasi, perché gli pareva che la vita gli stesse dando, tutto d'un colpo, l'avventura che gli era mancata, nel suo aver dedicato il tempo al ripristino di meccanismi gelidi, che nulla condividono col calore di cui sono capaci le relazioni umane, quando sono improntate alla schiettezza d'intenti.
Finalmente l'aspetto nobile della vita, quello che irrompe a gamba tesa per fermare il meccanico incedere della noia, gli si mostrava in tutta la sua gratitudine. Il carabiniere urlava invasato:
— Ho a che fare ogni giorno con ubriaconi drogati e bastardi come te, ma altrettanto stupidi non ne ho mai incontrati, è proprio vero che in questo mestiere non si finisce mai d'imparare— 
Intanto l'immaginazione dell'orologiaio non era più lì ad ascoltare le farneticazioni di un uomo in preda alla rabbia incontrollata, e stava già seduta scomoda in una cella, a ricamare dialoghi probabili con malfattori pericolosi. L'altro carabiniere, un allievo molto più giovane di quello che aveva ammanettato lo strano individuo che pareva divertirsi a provocare guai, stava congelato all'interno della vettura, con un occhio sul folle sdraiato a terra sotto alle ginocchia del suo collega, e l'altro intento a rileggere un promemoria che sarebbe servito a stendere il rapporto dell'arresto, ed era indeciso sui termini più appropriati da usare per descrivere una situazione decisamente imbarazzante: "L'uomo fermato e poi sottoposto ad arresto preventivo... ad arresto forzato... ad arresto, ha mostrato di deridere... ha oltraggiato le forze dell'ordine nell'esplicazione delle loro funzioni opponendosi vivacemente... assalendole violentemente... gettandosi a denti digrignati sul mio collega... sul mio sopraposto... - l'esistenza di questo ultimo termine l'avrebbe verificata in caserma, perché forse si sarebbe dovuto scrivere "Appuntato" - costringendolo a difendersi con il dissuasore elettrico in dotazione" Non era il massimo, ma se avesse saputo scrivere non avrebbe fatto domanda per entrare nell'Arma... 
L'appuntato che aveva appena ammanettato il fermato allentò la pressione delle sue ginocchia sulla schiena dell'uomo sdraiato a terra, il quale pareva divertito dallo stare in quella scomoda posizione; si alzò e con il piede girò l'uomo a terra in una posizione supina, in modo che potesse guardare il cielo che, secondo i suoi calcoli, non avrebbe rivisto per un bel po'. L'orologiaio non dava segni di essersi reso conto di quanto il suo futuro fosse compromesso così, giusto per comunicarglielo con maggiore incisività, gli rifilò un calcio nel ventre che l'orologiaio ricambiò con un colpo di tosse soffocato, accompagnato subito da un sorriso smagliante. Il carabiniere, appuntato scelto di prima categoria, sentì la vampata emotiva salirgli dalla gola fino alle tempie per poi disperdersi, ma senza diminuire d'intensità, in ognuno dei suoi radi e corti capelli e, per ripristinare l'equilibrio che stava andando a farsi fottere, gli assestò un secondo calcio ai polmoni che fece svenire la vittima sotto arresto. L'appuntato si rese conto di aver forse esagerato, e si chinò spaventato sull'uomo, schiaffeggiandolo per fargli riprendere i sensi. L'altro carabiniere, ancora intento a scrivere il pro memoria del rapporto, si trovò costretto ad aggiungervi delle modifiche piuttosto importanti: "L'arrestato si è violentemente dibattuto finendo a terra e picchiando violentemente la testa fino alla perdita dei sensi". Poi, attraverso il finestrino abbassato, rilesse la frase all'appuntato per avere una conferma della forma usata per illustrare la situazione e l'altro, allo scopo di avvalorarla con prove inconfutabili, afferrò la testa dell'orologiaio per i capelli e la picchiò un paio di volte contro l'asfalto, in modo da lasciare segni evidenti che le cose erano andate proprio come il giovane collega aveva tanto precisamente raccontato.
Nel frattempo, davanti alla pattuglia che aveva intravisto nell'orologiaio la possibilità di una facile promozione, transitavano criminali di ogni genere che, lanciata una rapida occhiata ai due uomini che parevano artefici di una zuffa, tifavano per l'uomo ammanettato e svenuto a terra, ringraziando il cielo per la provvidenziale distrazione dei tutori che dire della legge in quella occasione avrebbe avuto un senso esclusivamente ironico.
Si sa che persino le tempeste, almeno così dicono in Cina, non durano più di tre giorni, così l'arrestato fu caricato sul sedile posteriore dai due militi, tutto pesto e sanguinante come mai aveva sperato, passeggiando stancamente nella vasta prateria della sua noia, di poter essere.
L'auto sgommò lanciando dietro a sé una spruzzata di terra e sassi e incidendo il segno degli pneumatici nella chiazza di sangue a terra che ancora non si era rappresa.
— Non accendiamo la sirena?— disse il giovane che non guidava
— Attaccala sì, che abbiamo fretta, se questo stronzo ci muore addio promozione— rispose l'appuntato scelto, non si sa da chi…

Al suono fastidioso della fretta l'orologiaio riprese i sensi, tossendo sangue sul sedile anteriore e sulla divisa dell'allievo carabiniere che prese a sacramentargli contro, mentre scriveva sull'anteprima del rapporto che il fermato aveva messo in atto una manovra autolesionista, picchiando la faccia contro lo spigolo del sedile davanti, poi si girò e lo colpi sull'occhio con un poderoso diretto che riportò l'uomo nel rassicurante mondo dove i sogni servono ad abbellire una realtà che rifiuta di essere sdolcinata.

L'esistenza...

L'esistenza è la gioia data dalla sofferenza provata per aver difeso la verità.

giovedì 6 febbraio 2014

Tre definizioni dalla mia Wikipedia personale

Dalla mia Wikipedia personale: Sono cosciente di essere ignorante: ammissione che fa quella persona la quale, temendo di essere accusata di non sapere nulla, mette le mani avanti dimostrando di sapere qualcosa…

Dalla mia Wikipedia personale: Dio volendo: modo gentile di dare per scontato un desiderio irrealizzabile…

Dalla mia Wikipedia personale: Borioso/a: modo estremamente raffinato di accusare una persona che ha deciso di non suicidarsi, per nascondere la propria esagerata superiorità.

mercoledì 5 febbraio 2014

Sulla Giustizia

Chiunque abbia subìto una qualsiasi ingiustizia, la quale non abbia avuto modo di ricomporsi nella giustizia data dalla verità, si chiede se ci sia una giustizia superiore oltre l'esistenza umana. È necessario, prima di tentare una risposta, chiedersi quale sia il fine dell'esistenza, perché se la giustizia fosse quel fine allora dovrà esserci necessariamente una dimensione nella quale essa possa e debba attuarsi. Ora occorre considerare che il fine dell'esistenza possa essere la perfezione: nella possibilità di perfezione sta necessariamente ogni realtà che sia imperfetta, ingiustizia compresa, ma sta anche tutto il resto delle realtà particolari che compongono la realtà relativa generale. Dunque si tratterà di stabilire una gerarchia di valori, nella quale ordinare le diverse realtà particolari, in modo da capire quale possa essere quella più importante ai fini che l'esistenza si propone di avere. Se il fine è la perfezione, l'elemento che appare essere più importante per poterla conseguire è la consapevolezza intellettuale di un essere, senza la quale la perfezione di un essere non potrebbe neppure essere immaginata. Assieme alla consapevolezza delle ragioni d'essere di sé e dell'esistenza, dev'esserci anche la perfezione dell'amore e quella della volontà, perché se una di queste perfezioni dovesse mancare la perfezione, che è anche armonia di uno stato dell'essere, non potrebbe realizzarsi. La giustizia è importante in quanto elemento equilibratore di ogni disarmonia, ma appare essere secondaria nei confronti delle tre condizioni necessarie all'armonia di un essere; secondaria perché non necessaria a che una persona raggiunga la perfezione del proprio stato. Perfezione che include la capacità, tutta spirituale, di sapersi sacrificare per il bene altrui. Sacrificio che ha bisogno, per essere sicuro della perfezione delle proprie qualità, di sopportare le ingiustizie. È per questo che la giustizia non è al primo posto nella gerarchia che ordina il tutto, orientandone il senso, che è direzione, verso la perfezione. Ed è per la stessa ragione che la consapevolezza non potrebbe essere perfetta senza dover lottare contro il male e le ingiustizie. Un essere pienamente realizzato, liberato dunque dai vincoli esistenziali dalla propria raggiunta perfezione, non avrà più la necessità di chiedere giustizia per sé, perché le ingiustizie subite lo avranno aiutato a raggiungere lo stato di perfezione in cui si trova a essere. Per i motivi che ho illustrato, penso che l'esistenza non sia fondata sulla esigenza di avere sempre una giustizia assicurata, ma lo sia sulla perfezione della capacità di comprendere la verità, e nel saperla riconoscere anche all'interno delle cause che hanno generato l'ingiustizia. Per le stesse ragioni esposte, sarà più importante chiedere giustizia per gli altri che non per sé. Nel quadro che ho prospettato trova posto anche il concetto di redenzione, attraverso il sincero pentimento della persona che non ha sempre modo di poter aggiustare i danni fatti, ma avrà comunque il dovere di riequilibrare quelli che saranno alla sua portata d'azione.

lunedì 3 febbraio 2014

Gli uffici del Cielo

— Avanti il prossimo!— 
Un brivido scosse colui che fu un umano nella vita che si era appena spenta alle sue spalle, e quel tremore lo costrinse ad alzarsi, e a dirigersi verso un'ombra indistinta, semi nascosta dietro alle pile di carte che le riempivano la scrivania.
— Si segga, prego...— disse una voce, priva di accenti
Lui si accomodò sulla sedia che gli ricordò una di quelle messe in fila negli ambulatori clandestini dove si praticavano gli aborti.
— L'abbiamo presa proprio da lì— prese a dire la voce, come se gli leggesse i pensieri
— E l'abbiamo fatto per ricordarle gli aborti che lei ha costretto a fare a tre delle sue fidanzate, durante i suoi anni giovanili—
— Sono stato costretto a farlo dagli eventi, non lavoravo e non avremmo potuto mantenere dei figli—
— Tutte e tre le volte? Crede che noi si stia qui a inviare vite per vedercele tornare indietro sgozzate?—
— Voi chi? Mi scusi, non potrebbe spiegarsi meglio?—
— Ma certo... Noi che abbiamo il compito di distribuire gli embrioni sottili che andranno a vitalizzare l'uovo durante la fecondazione—
— Anche quella assistita, immagino...—
— Certamente, noi siamo un'azienda a responsabilità limitata, ci occupiamo solo di trasferire nuovi esseri quando le situazioni sono mature per riceverli—
— Ah... ecco...—
— Compili questo modulo, e poi vada ad accomodarsi nella stanza alla sua sinistra—
— Ma come? È tutto qui il Giudizio Universale?—
— Ahahahahah... sta scherzando vero? Questo è solo l'ufficio aborti non spontanei, dove le comminiamo la pena adeguata ai crimini da lei commessi che riguardano le vite dei feti che sono state indebitamente spente, lei dovrà attraversare tanti altri uffici e compilare altrettanti documenti di confessione, che saranno seguiti da pene commisurate ai danni fatti, tanti uffici quanti sono i generi di errori da lei commessi—
— È questo l'inferno, dunque?—
— No, questo non è nemmeno il purgatorio, non s'illuda, questa trafila la devono fare anche coloro che stanno in fila ai cancelli del Paradiso
— Del vero inferno non oso dire, perché a noi angeli non è concesso piangere—

domenica 2 febbraio 2014

Ragione per essere

È opinione comune, tanto comune da essere diventata un luogo comune, che sia più importante il viaggiare che la destinazione di quel viaggiare. Questo credere implica il dare più importanza ai mezzi di quanta se ne attribuisca alla finalità che quei mezzi si sono dati. Poiché è necessariamente il risultato che giustifica il calcolare, e non il calcolo a sé stante, se ne deve dedurre che chi è convinto che nel viaggiare sia contenuta la propria sufficiente ragione d'essere, e nella vita e pure nell'intera esistenza, di conseguenza, le proprie ragioni essenziali d'essere, dicevo che chi crede questo non immagina nemmeno che il termine "esistere" deriva dal latino "Ex-stare" che significa, nella sua stretta accezione, che tutto ciò che esiste non ha in sé la propria sufficiente ragione d'essere. Non può averla perché nessun effetto è nello stesso tempo anche causa del proprio essere.

Tre grandi vie generali di comportamento

Essenzialmente ci sono tre grandi vie generali che chi sta all'interno dell'esistenza può percorrere. La prima è guidata dalla speranza che ogni ulteriore complicazione cessi con la morte del corpo, e questa convinzione induce a comportamenti che non tengono in alcun conto le ripercussioni che ci saranno in un futuro a lungo termine, e che saranno conseguenti al proprio aver agito, in questi casi si finisce col rifugiarsi comunque nell'ipocrisia di chi deve risultare diverso da quello che è in realtà. La seconda è quella che seguirà chi teme di dover rispondere delle proprie azioni, anche quelle che è riuscito a nascondere, e questa paura innescherà prudenza, e inclinerà all'ipocrisia di chi deve nascondere la propria reale condizione. La terza via è quella percorsa da coloro che anelano a trasformare in un guscio vuoto l'ego che contiene il loro orgoglio; costoro non hanno interesse alle ricompense implicite al loro agire, perché ogni ricompensa è all'ego destinata.

Analogie inverse

L'intelligenza, quando è sviluppata, è capace di far credere alla persona che la possiede di non essere abbastanza intelligente, mentre la stupidità, quando è eccessiva, è in grado di convincere l'individuo che se ne vanta, di essere molto intelligente.

sabato 1 febbraio 2014

L'inferno

Un corpo solcato da profonde cicatrici attendeva, agitato, la sua prossima vittima. Acquattato in una pozza di sangue rappreso, nero come lo spazio notturno che divide due fuochi lontani, fremeva pieno della rabbia di dover sopravvivere nella dimensione che precede la nascita determinata dal morire. Troppe sono le incertezze che si hanno, anche nel lasciare un inferno dietro alle proprie spalle; le incognite spaventano sempre più della sofferenza, e quando al posto di queste ultime c'è addirittura la certezza di dover rinascere in un inferno peggiore… allora si impone la resistenza a ogni costo, e quel corpo piagato e percorso dai brividi del terrore sapeva cosa lo avrebbe aspettato, oltre il bordo dell'abisso nero che pubblicizzava la prossima nascita con la voce della vertigine:
— I ventri delle donne umane aspettano impazienti l'arrivo delle vostre anime dannate
— La selezione avrà termine al primo lamento che riuscirà a risvegliare la pietà di un demone!—


Intanto, sulla Terra, nessuno immaginava che il temuto inferno sia la fucina dalla quale provengono i nuovi nati, non solo quella di coloro che muoiono nel peccato, nell'atroce e vizioso circolo esterno a un paradiso… dove i pochi e spauriti santi, tacciono di speranza.