lunedì 10 febbraio 2014

Ventiseiesimo giorno di digiuno


Tutto procede nel migliore dei modi e senza particolari sacrifici. Ormai il mio corpo si è adeguato alle nuove condizioni date dall'astinenza dall'assunzione di cibo, ed è tutto impegnato a nutrirsi delle proprie risorse che ha immagazzinato nel passato. L'intelligenza organica dell'organismo è stupefacente, nel suo saper organizzare una gerarchia di priorità di consumo, privilegiando i grassi e le riserve di scorie chetoniche che durante il digiuno sono messe a sua disposizione. Il sistema nervoso sarà l'ultimo a essere intaccato, e lo sarà soltanto se chi digiuna è così folle da superare i limiti che sono propri al digiunare. Un uomo di 70 chili alto 175 cm, e in uno stato di salute non distrutta dai veleni o da gravi patologie neurologiche, può tranquillamente bere solo acqua per tre mesi senza correre alcun rischio. Il limite è dato dalla fame che, giungendo improvvisa, avverte quando il fisico ha esaurito tutte le sue scorte utili; altrimenti durante il digiuno a solo acqua non si ha fame e nemmeno appetito. La fame c'è soltanto durante i primi quattro giorni che si è smesso di mangiare.

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