venerdì 20 maggio 2016

Cosa c'è di meglio?

Cosa di meglio si poteva aspettare, la mia generazione sessantottina, di una battaglia contro i disvalori fascisti criminali che, nel dopo guerra, ancora imperavano nei capi famiglia e nello Stato di polizia?
Niente supera il piacere dato dal lottare contro le ingiustizie e gli infami che le attuano per arricchirsi rubando, è stato un onore mettersi contro una religione come quella cattolica, degradata al punto di non ritorno dove è ammesso lo stupro di innocenti bambini, anche disabili. Preti che acclamano il Padre eterno con un tifo da stadio, dicendo che il Padre è così misericordioso da perdonare tutti tranne Giuda il traditore, quando si sa che la pietra angolare della Chiesa cattolica è San Pietro che tradì tre volte Gesù.
Giuda si impiccò per il rimorso, e San Pietro morì martire. Non c'è differenza tra i due nell'essersi pentiti, eppure i preti dicono che Giuda è l'unico ospite dell'inferno, dannato per l'eternità, mentre san Pietro fa il portinaio al cancello del paradiso. 
Cosa c'è di meglio di una lotta contro questa gentaglia che crede nello stesso modo dei bambini, chiamando quel credere "FEDE"?
La mia generazione è stata delusa dai risultati del suo aver lottato?
Certo che sì, ma che conta nelle azioni è l'intenzione, non i risultati che sono il frutto delle contaminazioni esterne.
Vero è che molti di noi erano ipocriti, ma la nostra violenza era contro la violenza, e ha il diritto di chiamarsi legittima difesa.
I comunisti come mio padre non erano diversi dai fascisti: picchiavano i bambini e li azzittivano dicendo che il diritto di parola lo si poteva guadagnare solo se si fosse appartenuti a una catena di montaggio, perché è l'avvitare bulloni che sviluppa l'intelligenza.
Cosa c'è di meglio che lottare contro un fascismo e un razzismo entrato tanto in profondità negli animi delle persone abbiette e stupide... da essere scambiato per il diritto di imporsi all'innocenza?
L'oggi è il risultato di uno ieri a causa della cattiveria e dell'egoismo dei molti, non della generosità dei pochi che hanno lottato per essere liberi in un mondo di schiavi che leccano il culo dei potenti.
Io dentro di me sono libero e felice, perché non ho mai smesso di lottare contro il male, anche se so che sarebbe preferibile amare il bene che odiare il male.

Però qualcosa di meglio ci sarebbe, ed è nel comprendere la nostra natura, con le sue estese limitazioni, nella nuova lotta da attuare, finalmente contro tutto ciò che ci tiene legati al mondo della lotta per la libertà... che deve esserci se esistono le costrizioni che la negano.

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