lunedì 3 giugno 2013

Nascite diverse



L'uovo si ruppe sotto agli occhi della coscienza di una madre, e un esserino fragile si ritrovò improvvisamente lì, nel bel mezzo di un formicaio, a guardare un mondo sfuocato coi suoi occhi nuovi, ancora umidi dal dolore che ogni nascita infligge. Ombre si rincorrevano indistinte riempiendo il nuovo spazio attorno, veloci nel loro scrutare la nuova presenza, e il nuovo nato le osservava curioso, mentre il calore accumulato all'interno dell'uovo si stava lentamente dissipando. Qualcuno lo avrebbe aiutato, ne era certo, era l'intuito del cuore a dirglielo perché il cervello, ancora immaturo, non poteva aiutare la mente a svegliarsi. Il delicato alito di uno spiffero tiepido cullò il suo sperare comunicandogli, con una zaffata, il tepore di quella enorme culla che è l'universo nel quale ogni cosa ha bisogno di ogni altra cosa per sopravvivere. Aveva intuito in fretta di essere nato nel mondo dove l'amore è legge universale, glielo dicevano le ombre che gli correvano attorno, col loro bisbiglìo di meraviglia, e l'aria che gli entrava nelle narici gli raccontava dell'amore cosmico che asciugava le lacrime di una realtà che c'è per conoscersi. Improvvisamente un dolore minuscolo e acuto lo trafisse, lasciando una scia di bruciore dietro di sé. Era un dolore diverso da quello vissuto prima di vivere, e non voleva andarsene. Ne arrivò un altro e un altro ancora, come se quel pungere non fosse stato soddisfatto dal primo urlo provocato e lanciato contro al cielo, e poi altri lo colpirono e il dolore prese l'aspetto di un nugolo velenoso, silenzioso e famelico. Il formicaio all'interno del cassonetto mai avrebbe sperato di avere un feto umano tutto per sé, ma nessuna formica alzò le antenne al cielo per ringraziare del dono ricevuto.

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