lunedì 16 giugno 2014

Problematiche legate ai siti riservati alla scrittura di poesie e racconti

È normale che nei siti di scrittura le persone, confrontandosi tra loro sui diversi piani in cui si incrociano pensieri e giudizi, trovino ragioni per polemizzare. Normale e anche auspicabile, perché ognuno procede, nel proprio cammino, aggiustando l'equilibrio che l'aver mosso un passo ha messo a rischio, con un altro passo che ne innescherà un altro ancora, in una catena interrotta, saltuariamente, dal fermarsi a gustare il diverso panorama che si vanta davanti agli occhi di chi lo ammira. Scrivendo, le intelligenze espongono le loro interiorità ed esteriorità togliendosi vestiti, o indossandone di nuovi sopra a quelli vecchi, e si misurano vicendevolmente, a volte amandosi e altre detestandosi, ognuna coi propri difetti e pregi, e con la voglia di far capire che spesso oscura quella di voler comprendere. In effetti il comunicare per aiutare la comprensione altrui è estremamente più semplice del cercare di capire il senso espresso da altri, perché ognuno si fida, giustamente, più della propria esperienza che di quella altrui, ma l'intelligenza non acuisce se stessa soltanto attraverso il proprio aver gioito o sofferto, essa affina le proprie capacità di indagine grazie alla qualità delle intenzioni nutrite da chi la usa, e alla disponibilità che ha il carattere della persona di scansarsi di lato, invece che buttarsi a petto in fuori nella mischia generata dal confronto di opinioni; uno scansarsi dell'io per riflettere su un senso che pare essere oscuro, esposto da altri, chiedendo a questi delle precisazioni riguardo a ciò che non ci si riesce a spiegare attraverso la logica, così da avere maggiori elementi di confronto che consentano di giudicare senza il sussurro malefico di un ego, che fa della cecità interiore una bandiera da alzare in battaglia. Vero è che tutti hanno qualcosa da imparare da tutti, ma alcuni imparano cosa l'intelligenza può essere, e altri cosa la stupidità sia.
A questo va aggiunto che sono in molti a considerare questi siti dei trampolini di lancio verso il successo, e questa disposizione d'animo, che con evidenza non è di un ordine intellettuale, induce all'eliminazione di chi si considera avversario pericoloso per la realizzazione delle proprie brame. Al mio dire che ho rifiutato di firmare contratti proposti da due case editrici, alcuni si sono rotolati a terra dal ridere, perché non hanno creduto possibile che chi, come me, non avendo mai inviato a degli editori i propri scritti, potesse essere stato contattato da editori interessati a pubblicarlo addirittura senza chiedere soldi, ma offrendone. Mi è stato detto di scrivere sul mio diario, considerato che io dichiaro di scrivere principalmente per me stesso, come se lo scrivere per me dovesse escludere gli altri. I siti di "scrittori" in realtà sono serragli pieni di belve sanguinarie, pronte a fare a brandelli quelli considerati essere dei competitori; belve che poi scrivono attorno all'amore da nutrire per il prossimo, forse volendo intendere, per vizio di forma, il doversi nutrire della carne del prossimo...
A questo fine alcuni autori si associano ad altri, nella formazione di uno zoccolo duro che mira ad appropriarsi del sito, una sorta di potere politico fondato sulla vicendevole compiacenza nella quale il voto di scambio regna.

La conseguenza di queste tendenze è sotto agli occhi di tutti: scritti penosamente irrilevanti posizionano in vetrina personalità insignificanti, in uno sbarluzzichio di luci che ricorda le case aperte di Asterdam, dove donnine discinte mostrano il certificato di esami clinici che attestano la loro purezza.

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