venerdì 14 settembre 2012

A memoria


Me le facevan studiare a memoria
dicendo sicuri che la mia gioventù
non si sarebbe scordata la gloria
di un poetare che andava su e giù
ricamando parole rivestendo la storia
di sacrifici perduti e scordati dai più

Stampelle lanciate contro il brillare d'ori
mantenersi diritti e continuare la lotta
deflagrare cunicoli non uscendo di fuori
salvar molte vite con la propria condotta
Ma c'era anche un fronte della poesia
che odiava i diversi che faceva la spia

che cantava di orrori come di carnevali
che cingeva di anime i fili spinati
applaudendo mitraglie montate su ali
o portate dai cingoli dei carriarmati
Si chiamava poeta inneggiava alla vita
ma non quella d'altri che per lui è sfiorita

Il D'Annunzio sereno portato in trionfo
sostenuto da mani che celavano il pane
sopra un trono di sesso con qualcosa di gonfio
acclamava l'Italia: Evviva! A me le puttane!
Mi facevan studiare dicendo: È sicuro!
Gli eroi? Tutti uguali, ce l'avevano duro!

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