giovedì 28 marzo 2013

La realtà virtuale


Questa è un'epoca che ha spalancato le cosce alla virtualità che non è, come alcuni impropriamente credono, la virtù fattasi realtà, perché quando la virtù si fa di qualcosa la realtà si stravolge insieme a lei. Virtuale significa che tra il dire e il fare al posto del mare c'è una pozzanghera, e la cosa induce a sognare i molti che, oltre a non saper nuotare, non hanno neanche un gommone. In questa virtualità non è necessario tradurre in atti le proprie intenzioni, perché bastandole le promesse una nuova realtà le si condensa addosso, così rapidamente da influenzare le opinioni, e sono le opinioni a essere i mattoni che garantiscono la stabilità dei governi, non i sampietrini come si credeva nel '68. Ecco che l'epoca attuale gode a essere stuprata da parole che non hanno più la necessità di essere pronunciate da eroi o da criminali, perché a poterle dire saranno gli uomini e le donne qualunque che sono parte della cosiddetta massa, ed è noto per esperienze fatte che il grado dell'intelligenza di una massa di persone corrisponda a quello del suo componente meno dotato. Ne deriva che l'intelligenza virtuale non è proprio un'intelligenza, ma in compenso sa come brutalizzare un'epoca storica, convincendola di non essere stata l'oggetto di una violenza.

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