mercoledì 30 ottobre 2013

L'avvento della parolaccia

È possibile, ma difficile, mentire tacendo, ed è da questa difficoltà che prese forma il linguaggio gestuale. Purtroppo, per le caratteristiche implicite alle sue possibilità espressive, gli uomini usarono la gestualità per mandarsi il più delle volte affanculo, e da questa limitazione è nata la lingua parlata. La prima conseguenza è stata quella di un notevole balzo in avanti sulla scala evolutiva della specie più menzognera di questa parte conosciuta dell'universo, e probabilmente anche delle altre ancora sconosciute. Un salto di qualità che ha distanziato le altre specie animali del pianeta, esclusi i serpenti, i ragni e i camaleonti. Attraverso la parola l'umanità ha compiuto il miracolo dell'abbellimento di cui il mondo sentiva la necessità, perché la verità è crudele nello sbiancare il volto di una realtà che l'uomo riesce a ridipingere poeticamente con parole sublimi. Naturalmente la parola si è subito accorta del nuovo impellente bisogno, dato dal sapersi difendere dalla perdita di colori che la luce di verità del sole col passare del tempo affievolisce, bisogno, stavo dicendo, di altre parole che fossero più vicine alla rappresentazione di verità meno false del consentito. Così la parolaccia ha messo piede sul palcoscenico delle relazioni umane, irrompendo attraverso la relativa sincerità che la pazienza, arrivata al culmine della sopportazione, chiede. Ovvio che le altre parole si ribellassero a questo nuovo stato di cose, e ancora oggi la parolaccia è messa al bando, per colpa della sincerità che sa esprimere in un mondo, quello della comunicazione, che non tollera altro che le bugie ben dette.

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