martedì 17 dicembre 2013

Il campanello

Ho un campanello, fuori dalla porta, che ha un suono ironico, come volesse dire di aspettare ad aprire ché hanno suonato per scherzo. 
Io lo so e gli do retta, cincischiando sempre un po' prima di chiedere chi è. Non suona spesso, perché abito in un luogo isolato e abbandonato da Dio, così almeno ho creduto fino a quel giorno, nell'unico modo che ho di credere a qualcosa che ancora non ha suonato il campanello della mia curiosità. 
— Dlìn dlàn!— capii che qualcosa stava andando per il verso storto, perché mai si era permesso di suonare mentre frugavo nella spazzatura.
Cercavo lo scontrino d'acquisto della macchina tritaghiaccio che si è rotta prima ancora di addentare un cubetto, e l'aveva fatto subito dopo che avevo infilato la spina nella presa della corrente.
— Dlìn Dlàn!— insistette il suono, aumentando il mio fastidio
— Chi è?— dissi nervoso, sperando se ne andasse senza prima volermi stringere la mano
— Siamo venute a consegnarle un omaggio…— fu la timida risposta
— Lasciate pure sullo zerbino— dissi, allontanandomi dalla porta
— Non possiamo farlo— rispose una delle due
— Non ci è possibile lasciare a terra la parola che è rivolta al Cielo— ebbi un sobbalzo prima di rispondere
— Appendetela alla maniglia, allora…— vidi la maniglia abbassarsi piano e poi rialzarsi per riabbassarsi ancora, ma senza che ci fosse uno sforzo per aprire la porta
— Non riusciamo a farcela stare— dissero entrambe
— La prego ci apra— continuò la voce, quasi fosse abituata alla sconfitta
— No!— dissi io
— Non ho tempo per le sciocchezze!—
— Ma queste non sono sciocchezze, è la parola di Dio che vuole essere ascoltata dalle sue orecchie…— non avrei aperto neanche a Satana, il macellaio che chiamavo così perché si era rotto il labbro superiore, scivolando sul sangue che bagnava il pavimento della sua bottega, proprio nel punto di attacco con quello inferiore, dando al suo volto l'espressione maligna che quel buon uomo non meritava
— Andate via! Non parlo la stessa lingua di Dio, e non mi fido delle traduzioni fatte da altri che, come me, quella lingua non conoscono—
— C'è una sorpresa all'ultima pagina del nostro opuscolo, è una specie di gratta e vinci che funziona solo se lei avrà letto tutto. Le dirà se avrà guadagnato il paradiso o si sarà meritato l'inferno—
Io stetti in silenzio, con le orecchie tese, ad aspettare lo scalpitio dei tacchi sugli scalini che le avrebbe allontanate dalla mia porta.
Non sentii nulla, e dopo dieci minuti aprii l'uscio di due dita per controllare, ma sul pianerottolo non c'era nessuno, solo un opuscolo attaccato alla maniglia con un pezzo di scotch che, però, non aveva segni dell'impronta del dito che l'aveva strappato. 
Sembrava, così appeso, si trattasse di due ali d'angelo che sbattevano per il mio aver abbassato la maniglia.

"Vivi bene senza Dio?" diceva il titolo di copertina

Saltai d'un colpo le trentatré pagine e andai subito al sodo, grattai i riquadri dorati sul retro della copertina e vidi che non era stato tempo buttato. 
Una scritta, sotto alle scorie d'oro che avevano tentato di seppellirla, diceva:
"La Verità è una, riprova, sarai più fortunato!—

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