venerdì 3 maggio 2013

L'immaginazione tende a seguire linee di minor attrito


Chi avrebbe mai pensato, tra i freak in mezzo ai quali ci si litigava le canne, di riuscire a sfondare il muro dei sessanta anni di età? Okkey, a quel tempo mi immaginavo di stare su una panchina della stazioncina di Quarto Oggiaro, a fumare con i sopravvissuti, tra un colpo di tosse e l'altro ridendo, a dentiere strette per non farle scollare dalle gengive, sul nome della marca dei pannoloni e della loro approssimativa tenuta, e mai avrei pensato di essere qui, in montagna ad aspirare il fumo del letame, sperando che gli ortaggi crescano rigogliosi, al posto delle piante di maria con le quali ho cercato di ostacolare la deforestazione planetaria. "Se tagli una pianta ripiantane due" era il mio motto, diverso da quello della Finanza che dice "Se la pianta te la tagliamo noi, tu finisci dentro". Se a venti anni ci si diletta a dar forme al futuro, a sessanta e rotti si cerca di migliorare i contorni del proprio passato ridendoci sopra, perché ridere del futuro è sempre più difficile, e non solo per lo sforzo del doversi tenere la dentiera in bocca riuscendo a non pisciarsi nel pannolone...

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