sabato 4 maggio 2013

Stili espressivi non equivalenti


Ci sono diversi modi per dire la stessa cosa, e non si equivalgono. Giusto per fare un esempio quasi concreto... chi volesse, come io sto facendo, comunicare faccende che lo riguardano, enfatizzando il lato banale della propria personalità, scriverebbe, più o meno, così: "L'inviperita generazione sessantottina, alla quale appartengo, affrontava le forze del disordine a petto in fuori e paranoia dentro...".
Aumentando il grado della precisione descrittiva, con l'aggiunta di una dose di creatività, si potrebbe anche scrivere: "La generazione che mi ha tenuto malvolentieri tra le sue prime file, nella lotta contro lo Stato stragista, tesa a fargli notare le sue gravi responsabilità...".
Naturalmente, volendo dare un'idea che sia il più aderente possibile alla realtà dei fatti accaduti, si potrebbe adottare la descrizione ottenuta visionando il filmato, preso dall'alto, da un elicottero della DIGOS: "La generazione che mi ha visto nell'ultima sua fila mentre scappavo dai manganelli della polizia arrampicandomi sulla schiena dei miei compagni in precipitosa fuga, malediceva lo Stato urlando dalla parte sbagliata della strada, mentre dalle finestre qualcuno si sbracciava gridando verso la polizia: "Ammazzate quei bastardi rivoluzionari prima che raggiungano il parcheggio della mia auto!..". Lo stile di chi fa cronaca è analogo a quello di chi inventa, e sta tutto nel sapere osservare un fatto accaduto, oppure ancora da inventare, da una visuale diversa da quella che avrebbe un individuo poco dotato intellettualmente il quale, con esagerato ritardo, stesse andando a saldare la rata del mutuo fatto per comprarsi un televisore al plasma di penultima generazione.

Nessun commento:

Posta un commento